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| Intro22:24 “Loro mi dicevano di rassegnarmi. Dicevano che non lo conoscevano, che era come cercare un ago in un pagliaio...un pagliaio dal quale potrei uscire morto. Non me ne importa un cazzo di quello che dicono.” Spolvero la Mateba. Non ne aveva certo bisogno, ma per un evento speciale è dovere preparare tutto con cura. “Credo che per stasera ti incepperai, piccolina.” La faccio girare come mio solito tra l'indice e il pollice, e la infilo in tasca. Poi apro il taccuino che mi aveva dato Baku. La scritta riportata in un carattere rosso sangue mi rivelò il mio prossimo obbiettivo. “Black Ice, davvero un soprannome carino.” Da un po' pensavo a trovarmene uno anche io ma, quando non si è abbastanza famosi, non ha molto senso. “Tra non molto mi conosceranno tutti però.” I miei occhi brillarono. Finalmente qualcosa di eccitante, qualcosa che mi faccia valere la pena di essere ancora in gioco nonostante tutto. Perchè nonostante tutto io avrei ottenuto la mia vendetta. Mi alzo dalla poltrona e mi dirigo all'uscita dell'appartamento. Faccio ruotare la maniglia per uscire, ed ad un tratto la mia mente si riempie di dubbi. Dovrei forse aspettare? Al diavolo. Apro, esco e sbatto la porta correndo. Niente ripensamenti. Stasera qualcuno morirà, e quello non sarò certo io. Prima ho qualcosa di importante da fare che non mi permette ancora di morire. Ottenere vendetta.
23:10 Eccoci qui. Havestone Theatre, NY. Appostato su di un tetto davvero vicino all'entrata. Baku è davvero un pianificatore, se non ci fosse lui sarei già stato fatto fuori da un pezzo. Ma questa era una cosa facile facile: aspettare questo Black Ice, farlo entrare nella portata di tiro e bam. Troppa confusione per capire da dove potesse provenire lo sparo. Un lavoro facile facile...eppure oggi ero stranamente turbato. Aspetto.
23:45 Mi stavo quasi per assopire, quando ecco che si ferma una di quelle limousine che si possono solo vedere da un mirino sopra di un edficio. Completamente bianca, vetri fumè e una lunghezza spropositata. Vedendola, la voglia di ammazzare il tizio all'interno aumenta davvero tanto. Un minuto dopo da essa escono vari tizi che si vedono in tv, i soliti raccomandati dei telegiornali o talk show. Ne scendono davvero tanti, e benchè l'auto sia tanto lunga mi chiedo come facessero a starci. Finalmente per ultimo scende forse il mio uomo. Guardo la foto: pelle nera, quasi calvo, nasone a patata...era lui. Sfoggiava un abito bianco uguale a quello dell'auto. Avevo sempre trovato di buon gusto i neri vestiti di bianco. Mi scossi la testa per svegliarmi. Non potevo permettermi di sbagliare il colpo. Era un bersaglio facile, ma con tutta quella gente se colpissi la persona sbagliata avrei fatto un casino per niente. E all'una c'era quel film amatoriale che non potevo perdere, dato che il registratore era fuori uso,e quindi non potevo fare tardi. Si guardava in giro e salutava la gente intorno. Eppure io non ricordavo di averlo mai visto da nessuna parte. Mancavano pochi passi al momento in cui avrei premuto il grilletto. "Black Ice, d'ora in poi sarai Death Ice." Strizzai l'occhio per migliorare la mira, mancava solo un istante per il momento in cui avrei premuto il grilletto. Ma in quell'attimo cambiò tutto. Andriew Petrovic Woldoraskii - "L'ombra" Lost in shadow (diventi ciò che ti circonda) Atto 1 - L'ombra dell'assassino Atto 2 - Il passato del gentiluomo Atto 3 - L'ultimo requiem Edited by Marcotti - 3/7/2011, 11:10
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