puzzle, creepypasta

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icon13  CAT_IMG Posted on 20/12/2011, 14:50
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Andate al Lago Scintillante, di fronte all'Albero Sorridente, e chiedete della Palude della Morte.

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La Giratina^_^'s Useless Productions, in collaborazione col Boo! Fun Club, presenta:

puzzle



Ecco la mia prima pasta, spero di averla cotta bene. E' ispirata ad una storia vera (come forse qualcuno di voi saprà). Non la scrivo tutta adesso, ma la scriverò pezzo per pezzo. L'ultimo pezzo inserito inizia dove c'è la capolettera rossa.
Boo!!!

puzzle



Questa storia me l’ha raccontata un mio cugino… è accaduta anni fa, all’amico di un suo amico che viveva in America. A quel tempo i lettori mp3 erano usciti da poco e tutti facevano in modo di ottenerne uno. Anche questo ragazzo (che per rispetto chiameremo G) riuscì finalmente a metterci le mani sopra, e se lo godette assai. A scuola facevano tutti a gara a chi aveva le canzoni più alla moda e i brani venivano scambiati come figurine, fino a che uno non aveva la memoria del lettore piena. Inutile dire che quelli che si vantavano di più erano quelli che avevano una capacità di quasi 1000 canzoni registrabili. G aveva però un normale lettore con un massimo di 400 canzoni, che, a suo dire, avrebbe comunque faticato a raggiungere. Invece lo raggiunse in poco tempo, e ogni giorno poteva ascoltare una canzone diversa. Aveva poi preso l’abitudine di ascoltare la musica a letto, la sera, prima di addormentarsi, con le cuffie; era molto rilassante, a meno che non ti partiva il pezzo metal.
Una di queste sere G stava rannicchiato nel suo letto quando, terminata una delle sue canzoni preferite, non ne partì un’altra. G era mezzo addormentato, quindi ci mise un paio di secondi per accorgersi del silenzio, ma pensò comunque che il lettore era quasi scarico e che quindi stava rallentando. E invece quello ripartì. Dapprima debole, poi gradualmente più intensa, una musichetta di ambigua entità risuonava nelle orecchie di G. Non gli ricordava nessuna band e nessun compositore, anche perché non c’erano parole. “Che strano” si disse, cominciando a sudare freddo “non ricordo di aver mai aggiunto questa canzone”. Il brano aveva un ritmo cadenzato, monotonamente ritmico, con uno strumento che non riusciva a definire che produceva un suono freddo come una piccola scheggia di ghiaccio che scivola ungo la schiena. Forse era un suono elettronico o pre registrato, eppure il dubbio continuava a rimanere in G.
TIN, TIN, TIN, faceva il brano misterioso. Ad ogni TIN, G si sentiva accapponare la pelle, e, improvvisamente sveglio, balzò seduto, afferrando il suo lettore mp3, e schiacciò il tasto stop. Dopo quella lunga tortura, che in realtà non erano stati più di sette secondi, G i concesse un sospiro di sollievo. Riaprì le palpebre, con l’intenzione di scoprire che brano fosse mai quello, ma il suo mp3 segnava solo l’inizio del brano seguente, in pausa, che aspettava solo i partire. Seppur scosso, G si convinse che era stata solo una sua fantasia, dovuta alla sonnolenza e alla musica non-stop, e, riavviata la playlist, si coricò di nuovo.
Il giorno dopo, per scaricare completamente la tensione, ne parlò scherzosamente coi suoi amici, tra cui anche l’amico di mio cugino. Loro lo presero in giro, ma del resto era proprio quello che G voleva e perciò, scherzandoci su, anche le ultime paure sparirono. Tornato a casa quindi fece i compiti, tornò fuori, e alla sera dopo cena, si guardò un po’ di TV e andò a letto. Come solito accese il suo mp3, attaccò le cuffie e, con la musica avviata, si coricò. Dopo circa due ore che la musica andava, però, il lettore si bloccò. Questa volta G spalancò gli occhi e pregò tutti i santi di cui ricordava il nome che non fosse quello che temeva.
TN, TIN, TIN. Invece la musica era tornata, con i suoi lugubri TIN, e G cominciò a sudare di nuovo freddo. Stavolta era sveglissimo, e i TIN c’erano eccome. Senza guardare lo schermo, afferrò rapidamente il lettore e schiacciò il tasto pausa. Con gli occhi sgranati, aspettò che l’affanno passasse e portò il piccolo schermo a vista. “Se c’è davvero un brano del genere, l’ho messo in pausa, quindi dovrei riuscire a vederne il titolo”. E invece il lettore segnava sì che un brano era in pausa, ma il brano era un altro e che per di più conosceva bene. Lo fece partire ed, effettivamente, era proprio il brano che si ricordava. A questo punto il povero G era scosso alla radice e, afferrato l’mp3, lo lanciò dall’altra parte della stanza.
Il giorno dopo G si svegliò abbastanza incomodante, me anche dopo quella mattina la paura passò. Tuttavia, la sera, un po’ di timore si fece strada nell’animo del ragazzo e quando andò a letto decise di non portarsi dietro l’mp3. Verso mezzanotte G stava ancora navigando nel dormiveglia, quando sentì un suono curioso provenire dall’altro capo della stanza. Tin, tin, tin. Questa volta scattò a sedere con le pupille dilatate e guardò un punto di fronte a lui, da cui veniva una fonte luminosa. La fonte luminosa di un piccolo schermo crepato, lanciato la sera prima. Il sudore cominciò a scendergli a frotte dalle tempie. Eppure l’aveva spento, prima di lanciarlo. Senza indugiare ancora, gettò le coperte in aria e si catapultò sul suo mp3, ma questa volta non fermò la musichetta, seppur fosse tentato di farlo per di non sentire quel TIN TIN continuo e meccanico, e si concentrò sulla didascalia della canzone. Non aveva autore. Non aveva nemmeno una data di pubblicazione o di ultima modifica. Aveva una mastodontica durata di 25,34 minuti e il suo titolo, senza maiuscole, non poteva essere più criptico: puzzle. Nient’altro. Un file mp3 dal ritmo lapidario e dall’origine misteriosa. E il lettore che visualizza solo “puzzle – .mp3” sullo schermo. A G cominciò a girare la testa dalla paura. Era ormai passato un minuto da quando la tetra musichetta era partita (non era mai arrivato fino a quel punto della canzone) e da qualche secondo era subentrato un secondo motivetto, appoggiato al primo, dal ritmo minimamente più rapido e dai toni un po’ più fantasiosi, che si alternavano in bassi e medi. Ogni tanto spuntava un suono che rasentava l’acuto. Allora la musica non era uguale per tutta la sua durata, non era solo un TIN TIN TIN continuo! Se avesse continuato ad ascoltare, avrebbe certamente saputo di più. Ma era già al minuto 1,12 e non avrebbe mai retto fino al venticinquesimo. Rinunciò allora all’impresa e mise in pausa. Lo stress di quei tremendi secondi gli cadde improvvisamente addosso e lui dovette strizzare gli occhi e appoggiare la testa alle mani, per non cascare per terra. Quando rialzò il capo, puzzle era sparito ed un’altra traccia era circa e 1,15 secondi dall’inizio, in pausa. Rimase sbigottito, con la bocca aperta, per qualche secondo. Dopodiché rinunciò all’impresa, spense l’mp3 e tornò a letto, voltandosi spesso come se il lettore lo dovesse improvvisamente aggredire. Il sonno riuscì a prenderlo solo dopo le 2:00.
Il giorno dopo, a scuola non parlò quasi per niente. Nemmeno a casa. Non uscì come di solito. Alla sera, disse ai suoi che andava a dormire ma, chiusa la porta della camera, si sedette sul letto di fronte al suo apparecchio musicale e rimase in attesa.


Sto preparando una versione da scaricare in Word con una sorpresa extra!

In aggiornamento...
 
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»Møon$hine™:.
CAT_IMG Posted on 20/12/2011, 16:38




Vey fi*Q*uo
 
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Lord Yebbah
CAT_IMG Posted on 20/12/2011, 17:47




ahò mi si è gelato tutto a forza di vedere questo pezzo D:
 
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2 replies since 20/12/2011, 14:50   23 views
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