15674, una delle tante storie di mia invenzione xD

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PôkëîÑâ
CAT_IMG Posted on 6/8/2011, 17:49




Sei veramente brava complimenti ;)
 
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Rodja95
CAT_IMG Posted on 6/8/2011, 17:54




CITAZIONE (PôkëîÑâ @ 6/8/2011, 18:49) 
Sei veramente brava complimenti ;)

Grazie mille sei davvero gentile
 
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PôkëîÑâ
CAT_IMG Posted on 6/8/2011, 20:46




:D
 
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Rodja95
CAT_IMG Posted on 7/8/2011, 17:48




Spero di riuscire a pubblicare ogni giorno .. mi viene il blocco dello scrittore la maggior parte delle volte D:

capitolo 6


Il soldato continuò a fissarmi con disprezzo, e nel mentre Deborah continuava a lavare le stoviglie, senza dar cenno di volersi voltare.
" Come sta signorino Max?" mi chiese improvvisamente a bruciapelo lui. Io sobbalzai dalla sorpresa e risposi:" Oh, bene grazie ... posso sapere il suo nome, se non è indiscrezione?"
" Tenente colonnello Schubert, ha educato suo figlio a dovere!" fece il soldato misterioso rivolto a mio padre, che si limitò a guardarlo indifferentemente:" Mi chiamo Xavier, provengo dalla Francia. Ma qui l'accoglienza per soldati del nostro rango è piuttosto gradita."
" mi fa piacere che lei si trovi bene qui in Germania." dissi io mascherando il tono falso di cortesia. Odiavo quell'uomo solo a guardarlo, mi dava sui nervi quel suo cipiglio arrogante e presuntuoso, e dopo averlo visto mettere le mani su Deborah ... non so, mi era venuta la bile al fegato vedendolo.
" La ringrazio ... e poi qui mi trovo davvero bene ..." esclamando ciò vidi che i suoi occhi si puntarono minacciosamente su Deborah che sembrò avvertire quelle ultime parole e sussultò. La sorpresa fu così forte che per poco non fece cadere la tazzina dalle mani, ma fu abbastanza agile da afferrarla prima che cadesse per terra in mille pezzi. però fece tintinnare la tazza con un altro pezzo di porcellana, e questo produsse un rumore soffocato, ma udibile in un silenzio inquietante come quello.
Mio padre se n'era accorto:" 15674, che ti prende stupida?" le chiese aspro. Io temetti il peggio.
" Niente signore .. solo un singhiozzo, tutto qui ..." fece lei flebilmente continuando a lavare.
Mio padre allora si limitò a guardarla con disprezzo:" vedi di fare attenzione." le disse sibilante, poi salutò militarmente Xavier e se ne andò nella sua stanza.
Xavier, invece di andarsene come speravo che avrebbe fatto, prese una sedia e si sedette di fronte a me. Io non feci nessun movimento che palesasse la mia voglia di vederlo fuori da questa casa.
Gli chiesi:" Cosa avete fatto lei e mio padre?"
" Lavoro mattutino, dobbiamo scortare i prigionieri appena arrivati al campo e dar loro gli incarichi ..." si stiracchiò ben bene sulla sedia, facendo scricchiolare le ossa delle dita:" Ah! sono tutti una scocciatura appena arrivati ... stanno tutti a mugugnare che fa freddo eccetera eccetera ... Luridi." disse con la nota più malefica che aveva in bocca. Io lo guardai storto senza però dare nell'occhio, e d'istinto guardai la serva, che non emise alcun fiato, forse troppo spaventata dalla presenza di quell'uomo.
Lui in qualche modo si era accorto del mio gesto con gli occhi,perchè mi chiese, traendomi a sè tirandomi il polso e portando il suo viso vicino al mio:" Fa la brava?"
Io lo guardai come se non avessi capito a chi si stesse rivolgendo, ma avevo capito benissimo invece:" Chi?"
" 15674 .. non è così che ti chiami?" urlò rivolto alla ragazza. Lei si arrestò, chiuse l'acqua del lavandino e si voltò verso di lui annuendo debolmente.
" Oh .. lei. Lavora ... ma perchè le interessa così tanto?" dissi io nascondendo la mia inquietudine per la sorte di Deborah. Lei tremò e cercò di guardarmi, ma venne vista da Xavier.
Lui allora mi trasse a sè, ancora più vicino di prima, ma nei suoi occhi potevo leggere un sentimento ben diverso dalla tranquillità. sembrava irritato:" Siete in confidenza voi due?"
" N- noi due? No .. cosa glielo fa pensare ..." ero davvero spaventato adesso. percepivo negli occhi del francese una scintilla di quella malvagità che solo un soldato tedesco allevato come un cane da caccia poteva avere nel sangue.
" Stai attento ok? sia per te .. sia per lei ..." mi disse lui sprezzante, stringendo la presa sul mio braccio. Non emisi fiato, ma faceva davvero male. Sembrava che quel mostro sapesse. Non volevo che lo sapesse. Ma mi limitai a stare zitto e attendere le sue mosse.
Lui lasciò la presa, e poi si alzò avvicinandosi lentamente a Deborah. All'inizio lei si ritrasse spaventatissima da quel gesto avventato, ma poi rimase ferma in attesa dell'azione di Xavier. Sapeva di essere sotto la pressione di quel lurido uomo, ma non voleva darlo a vedere eccessivamente.
Furono talmente vicini che i loro fiati potevano confondersi, e Deborah aveva una smorfia di fastidio nel sentire l'alito del soldato che anch'io avevo percepito quando ero rimasto vicino a lui.
Lui allora le cinse la vita con il braccio, e le prese il viso tra le mani minaccioso:" Stai attenta Hundin ... guarda che se fai la birichina poi te la do io la lezione ..." le prese il mento tra le mani e calcò l'unghia del pollice sulla pelle lasciandole il segno. Lei tremò ma non ebbe altra reazione, deglutì soltanto annuendo leggermente. Non faceva cadere lacrime dai suoi occhi chiaramente terrorizzati.
Mi sentivo uno stronzo a rimanere lì, senza far niente, mentre quel mostro la torturava psicologicamente.
Il soldato lasciò la presa, mi guardò con occhi iniettati di sangue e poi se ne andò, sbattendo leggermente la porta. Sentii i suoi passi freddi e secchi sulla ghiaia del cortile e non potei fare a meno di tirare un sospiro di sollievo.
Attesi che i suoi passi fossero lontani al mio udito, poi mi alzai e andai incontro alla ragazza che nel mentre era appoggiata al mobile della cucina con la sinistra, mentre con la destra si toccava il mento dolorante.
" Deborah ... stai bene?" le chiesi io apprensivo. Lei mi guardò negli occhi e stavolta i suoi erano lucidissimi. Stava per scoppiare a piangere:" Si ..." disse con voce tremante e una lacrima le solcò la guancia.
Non sopportavo di poterla vedere ogni volta così.
D'istinto l'afferrai per il polso libero e la tirai verso di me, cingendola stretta con le braccia. Lei sussultò a quel gesto e parve incredula mentre io l'abbracciai a occhi chiusi, per poter sentire il suo profumo agreste ma buono.
Non sapevo se stessi facendo la cosa giusta o qualcosa di imperdonabile per uno come me, ma mi sentii di consolarla a fondo per tutto quello che aveva dovuto subire. Lei rimaneva immobile nell'abbraccio, ma potevo sentire il suo petto muoversi convulsivamente come in preda al fiatone. Per calmarla, le accarezzai i capelli:" va tutto bene .." le dissi all'orecchio.
Solo allora potei sentire che le sue dolci mani mi accarezzavano la schiena, e una sensazione di bagnato e caldo sulla spalla:" Grazie, Max .." sentii la sua voce, la sua adorabile voce. Ricambiava l'abbraccio anche se debolmente, potevo davvero sentirla adesso, in tutta la sua tristezza. Non mi poteva fregare del resto quando stavo con lei.
Anche se ci avessero scoperto in quel momento non mi sarei staccato da lei. Adoravo le sue lacrime, adoravo la sua dolcezza, adoravo lei in quel preciso istante in cui i nostri cuori si potevano sentire. a vicenda.
 
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CAT_IMG Posted on 7/8/2011, 17:58


Certo che lo scoprirò, quanto è vero che mi chiamo Xylon Kernel!

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Com'è che questo mi è scappato da sotto gli occhi?
Ora devo andare via, ma domani mi metterò a leggere ;)
 
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Rodja95
CAT_IMG Posted on 9/8/2011, 11:18




Capitolo 7

Dovetti staccarmi dal suo caldo corpo purtroppo ma se fosse stato per me non lo avrei mai più fatto.
Appena staccatici, lei mi guardò negli occhi:" perchè lo fai?"
Io ancora scosso dal suo calore le risposi accarezzandole una guancia:" gli innocenti vanno aiutati, i colpevoli giustiziati. Tu sei una innocente, come il resto del tuo popolo."
Lei si limitò a guardarmi stupita e cercò con il viso il palmo della mia mano, chiudendo gli occhi beata quasi dalla mia carezza.
Io le sorrisi e poi tornai di sopra, mentre lei nel mentre tornò a passare la scopa e a preparare la colazione.
Nell'arco della giornata che passò, io e lei sembrammo complici dello stesso misfatto segreto, ma non lo davamo a vedere. Lei inoltre faceva benissimo il suo lavoro, senza alcune pecche, e mio padre non si lamentò con lei per la lentezza o la mal destrezza. Anzi , alla fine del pranzo, si complimentò, seppur freddamente con lei:" vedo che dopotutto ne esistono alcuni in gamba della vostra razza."
Appena sentii quella sottospecie di elogio, volli sputare in faccia a mio padre il boccone di tacchino che avevo in bocca, ma mi trattenni dal farlo. Lei invece abbozzò un timido sorriso e riprese a lavare i piatti.
E così passò il mezzogiorno, e venne la sera.
Circa alle cinque, veniva sempre a casa un maestro privato per me e mia sorella. Mia madre ci trattava ancora come bambini ... ma sopportavo. Di certo era meglio studiare in casa che andare in città, sentire le orecchie intasate dagli slogan del Nazismo e tornarsene storditi e allibiti dall'ipocrisia della gente tedesca su quella ebrea.
Potevo venir pure considerato come un anticonformista ribelle, ma non me ne poteva importare un accidenti. Anche se fossi stato l'unico a ritenere gli ebrei gente pari a noi, avrei mantenuto la mia fede testarda fino alla fine.
E poi, Deborah era come un raggio di sole nella mia vita. Innamorato? Forse, ma sicuramente felice di poterla vedere ogni giorno.
Io e mia sorella ci sedemmo come di consueto in sala da pranzo, con il maestro, un signore basso di statura, baffuto e canuto, e con uno strano pastrano scurissimo sempre addosso nonostante il caldo, e aperti i libri, ripassammo la lezione di storia che avevamo interrotto la settimana prima.
" Maxwell, nella nostra lezione precedente abbiamo parlato di ..." mi disse lui, tentando di cavarmi la risposta dalla bocca.
" Rivoluzione Industriale." feci io deciso ricordando seppur vagamente l'argomento della lezione.
" Sapresti riassumermi il tutto?" mi chiese lui con fare circospetto.
Io sbarrai gli occhi sorpreso. In effetti non ricordavo un accidenti nonostante fossi un ragazzo sveglio, ma dopo l'arrivo di Deborah ... tutto mi si era rimosso come niente. Tentennai indeciso, dovevo trovare una scappatoia a quella brutta situazione. Intanto gli occhi del vecchi mi scrutavano perplessi, insieme a quelli di mia sorella.
Così liquidai il tutto con un :" vado a prendermi un bicchiere d'acqua .. ho una sete!" dissi io alzandomi di scatto e dirigendomi in cucina.
Alla fine il maestro lo chiese a mia sorella con un lieve:" Roberta - Eleonora, me lo può dire lei?"
" certamente." sentii la voce calma di mia sorella mentre riassunse l'argomento della lezione.
Intanto io, arrivato in cucina, aprii il rubinetto per sviare i sospetti degli altri che fossi scappato solo perchè non sapevo la risposta.
Lei era lì, accovacciata come sempre sul secchio delle patate, a sbucciare.
Io la guardai mentre mi riempii un bicchiere d'acqua, e lei alzò la testa accorgendosi della mia presenza, e mi sorrise lievemente.
" La tua fuga a cosa è dovuta?" mi chiese ironicamente.
" non lo so .. forse mi sentivo sotto pressione .. o magari avevo solo voglia di vederti." feci io avvicinandomi a lei. lei si ritrasse come sempre:" attento ... lo sai che ..."
" non importa, non stiamo facendo niente di male ..." la zittii io deciso. lei rimase perplessa e riprese a sbucciare, guardandomi di sottecchi.
" Vai ora ..." mi disse piano. Io dovetti lasciarla a malincuore, e appoggiai il bicchiere sul lavello.
Ma feci per varcare la soglia che sentii un rantolo di dolore, quasi un lamento soffocato. Mi girai di scatto spaventato e constatai che Deborah si era tagliata il dito con il coltello per una distrazione nello sbucciare le patata.
Era una ferita profondo ma non grave, il sangue rosso della giovane colava dal dito, mentre lei se lo succhiava in cerca di rimarginare la ferita.
Mi avvicinai a lei:" Ti sei fatta male?"
" No, mi sono solo tagliata, non è niente ... ma non ti avevo detto di andare?"
" Aspetta ..." andai nel ripostiglio, che per mia fortuna era una stanza all'interno della cucina stessa e controllai tra gli scaffali appesi alle pareti dove fosse la scatola del pronto soccorso. La trovai, la trassi fuori e tornai accanto alla ragazza.
Lei mi guardò perplessa mentre estrassi la boccetta di disinfettante e un pezzo di benda.
" Che intenzioni hai?"
" sta ferma .. ci penso io." aprii la boccetta, presi la mano tremante della ragazza e ci misi sopra qualche goccia di disinfettante. Il contatto della medicina con la parte sanguinante causò dolore alla giovane che strizzò gli occhi e cercò di ritrarre la mano. ma gliela strinsi rassicurandola:" Va tutto bene ..."
Presi poi la benda e l'avvolsi non troppo stretta al dito indice, quello tagliato, e alla fine con un nodo tenni salda la presa della garza. Tutto questo sotto gli occhi increduli di lei.
" ma che cavolo ti salta in mente?"
" Inventerò una scusa ..ti fa ancora male??"
" No .. grazie .." mi disse lei toccandosi la parte fasciata con delicatezza.
Ero soddisfatto del risultato ottenuto e contento che lei ora stesse bene. Rimisi a posto ogni cosa e poi le diedi l'arrivederci:" Io torno dagli altri .."
" va bene .. grazie ancora ..." mi disse lei gentilmente. Sembrava tutto perfetto e appena varcai la soglia della cucina mi sentii al settimo cielo.
Qualcuno invece ebbe la macabra idea di suonare la campanello proprio quando uscii dalla cucina. Vidi attraverso il vetro opaco della porta la figura di Xavier. Il sangue mi si raggelò nelle vene.
Avrebbe visto la benda, le avrebbe chiesto ogni cosa .. e forse le avrebbe fatto del male.
Questi pensieri occuparono la mia testa, mentre mia sorella, che mi guardò malissimo, andò ad aprire e si vide davanti il soldato.
" salve .. il numero 15674." disse lui freddamente.
Intuii il peggio e tornai a sedermi in sala tremante. E vidi passare lei, dalla cucina verso l'uscio, e ci scambiammo uno sguardo vuoto, senza significato, ma i suoi occhi rilucevano.
Deglutii e tornai sul libro, ma fu difficile seguire la lezione.

EOW! aspetto un tuo parere!
 
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CAT_IMG Posted on 9/8/2011, 11:32


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Oggi prometto che leggo, salvo imprevisti :D
 
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Rodja95
CAT_IMG Posted on 9/8/2011, 11:59




CITAZIONE (E.O.W. @ 9/8/2011, 12:32) 
Oggi prometto che leggo, salvo imprevisti :D

Ti aspetto * Ascia dietro la schiena* muauahahahahaah xD
 
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CAT_IMG Posted on 9/8/2011, 22:41


Certo che lo scoprirò, quanto è vero che mi chiamo Xylon Kernel!

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Letto tutto in 5 minuti e devo dire che....
Sei bravissima, ommioddio *_*

Ora però il giudizio critico:
Mh, non so te, ma a me il protagonista pare fin troppo emotivo, avrà anche le sue ragioni, però reagisce sempre in maniera eccessiva ad ogni cosa che accade, non pensi?
Poi a volte fai un po' di confusione nel descrivere gli stati d'animo, mettendo condizioni incompatibili, come "spaventata e indifferente" nel C4 (all'inizio).

Poi ecco, altra nota "dolente". Il rapporto tra Max e Deborah (o 15674) scatta fin troppo in fretta, lei si butta praticamente subito tra le braccia di lui. E' una mia impressione però.

Le note positive sono la storia intrigante al punto giusto, emozionante e in qualche modo ti tiene incollato a leggere. Però... ecco... a parte i due protagonisti gli altri personaggi li ho visti un po' spenti... Lavoraci su ;)

Complimenti vivissimi, mi è piaciuto un sacco. Romantico e commovente :3

ecco il parere che volevi adesso metti via quell'ascia :look:
 
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Rodja95
CAT_IMG Posted on 10/8/2011, 07:04




Grazie mille mi fa piacere che ti sia paciuta così tanto!
Le critiche le accetto volentieri perchè pure io riconosco gli errori che ho fatto :3
pensavo più che altro che mi rinfacciassi la velocità di narrazione D: invece sembra di no :3 meglio così :lol:
Più che altro il loro rapporto per ora è di fiducia, o potremmo chiamarlo colpo di fulmine! xD
L'amotività del ragazzo è data dal fatto che adoro i ragazzi sensibili, e lui ha vissuto qualcosa che lo ha cambiato radicalmente.
Personaggi spenti? ci lavorerò, stanne certo!
All prossimo capitolo! E grazie ancora <3

Edited by Rodja95 - 10/8/2011, 10:09
 
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Maria G.2
CAT_IMG Posted on 10/8/2011, 09:39




io invece credo che sia la storia più bella mia sentita sul periodo del nazismo,e ne ho lette un'infinità. anche se non è vera,è quel tipo di storia che ti fa fantasticare su ciò che succede.
bravissimaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
 
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CAT_IMG Posted on 10/8/2011, 09:46


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Ti dirò, l'importante è che ogni cosa abbia un perché, segui questa semplice regola (non tanto semplice, te ne accorgerai) e il tuo racconto sarà perfetto ^^

Io ovviamente ho commentato in base al materiale che avevo ora, se dici che c'è un perché all'emotività di Max mi fido XD
Però per me resta un po' troppo emotivo comunque, qualunque cosa gli sia successa :fgt:
 
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Rodja95
CAT_IMG Posted on 10/8/2011, 11:42




CITAZIONE (E.O.W. @ 10/8/2011, 10:46) 
Ti dirò, l'importante è che ogni cosa abbia un perché, segui questa semplice regola (non tanto semplice, te ne accorgerai) e il tuo racconto sarà perfetto ^^

Io ovviamente ho commentato in base al materiale che avevo ora, se dici che c'è un perché all'emotività di Max mi fido XD
Però per me resta un po' troppo emotivo comunque, qualunque cosa gli sia successa :fgt:

Grazie mille dei consigli, e poi l'emotività è meglio della freddezza xD vabbè sorvoliamo! <3
 
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Rodja95
CAT_IMG Posted on 10/8/2011, 13:46




Capitolo 8

Attesi, attesi come non avevo mai fatto in vita mia. Neanche dopo la lezione riuscii realmente a rilassarmi. In mente mi passava ancora l'immagine del viso contratto di Deborah, la sua mano fasciata, lo sguardo sorpreso di Xavier nel vedere la fasciatura della mano, e il rimbombo del suo passo leggiadro sul pavimento di piastrelle mi risuonava secco nelle orecchie come un allarme.
A cena rimasi in silenzio assoluto mentre ingoiavo mesto e pallido il cibo di controvoglia preparato da mia madre in via del tutto eccezionale.
Mia sorella, vedendomi in quello stato, mi diede un calcio allo stinco per risvegliarmi dal sonno:" Che hai?Si può sapere?" mi disse sibilando tra i denti stretti.
" Niente .. sto solo male .. scusate." Mi alzai lento dalla sedia sotto gli sguardi perplessi di tutti e andai in camera mia. Mi gettai sul letto sbuffando, e misi le mani dietro la nuca sdraiato a guardare il freddo soffitto bianco, vuoto.
" Dio ti prego fa che quel lurido soldato non le faccia male." pensai, quasi con le lacrime agli occhi. Non riuscii nemmeno ad addormentarmi, tanto ero agitato.
Sicuramente Xavier le avrebbe chiesto perchè fosse fasciata, sempre che a lui importasse qualcosa di lei. Sicuramente lei gli avrebbe detto che si era ferita e si era curata, sicuramente lui non le avrebbe creduto e l'avrebbe schiaffeggiata facendola sanguinare. E poi sicuramente, l'avrebbe sbattuta sul letto come una bambola di pezza e l'avrebbe costretta a subire le sue mani callose che le avrebbero accarezzato, per così dire perchè più che accarezzato avrebbero sfregiato, la sua nuda pelle. E l'avrebbe violata come una puttana si fa violare ogni volta che va a letto con il suo cliente.
Mi vennero i conati al solo pensarci, e mi misi su un fianco chiudendo gli occhi:" Non pensarci, non pensarci, non pensarci ..." mi ripetevo continuamente.
Mi cullai sul fianco coma un bambino cercando di calmarmi il più possibile, quando la porta si aprì e mia sorella entrò con in viso un'espressione a dir poco rassicurante.
" Che cosa vuoi?" le dissi acidamente, alzandomi di botto.
" Non trattarmi male, voglio solo parlarti." mi disse lei, chiudendosi la porta alle spalle e sedendosi accanto a me:" Sei stato tu a curare la ferita a 15674?"
" Quale ferita?" dissi io indifferente.
" pensi che sia così stupida da non averlo capito? Ho visto la fascia sul suo dito, e non può essere stata la serva a farsi la medicazione ..."
" E chi ti dice che non sia così?"
" Lei non sa dove si trova la cassetta del pronto soccorso ... non l'ha mai saputo. In fondo è arrivata pochi giorni fa." disse lei secca. Io sbarrai gli occhi colto in segno da quella deduzione sin troppo veritiera.
Poi continuò, cambiando tono e assumendo quasi un tono supplichevole:" perchè lo fai? perchè ci tieni così tanto a lei? potresti finire ucciso!"
" Perchè lo faccio? Perchè lo faccio! E hai pure il coraggio di chiedermelo!" mi alzai seccato e mi misi davanti a lei, che sembrò spaventata dal mio gesto:" Elly, sai benissimo perchè lo faccio ..."
" E tu sai benissimo che è pericoloso!" mi disse lei in risposta, mettendosi davanti a me con le mani sui fianchi.
" Non mi importa!" dissi io arrabbiato:" sai benissimo che lei è la vera vittima in questa situazione!"
" Non puoi fare sempre di testa tua capito? se vieni scoperto saranno guai grossissimi!"
" Che vengano pure a bastonarmi allora! Io non faccio niente di male! L'aiuto solo a rendere la sua vita più accettabile! l'aiuto a sorridere ... aiuterò tutti se necessario!"
" Sei impossibile!" mi rispose Elly guardandomi furente negli occhi:" Non contare sul mio aiuto!"
" Te l'ho mai chiesto forse? sei sempre stata dalla parte di mio padre, dalla parte del male!"
" Stai rinnegando la tua stessa patria?" mi disse lei sbigottita e furiosa:" Come puoi dire che noi siamo il male? Sono stati loro a impadronirsi della nostra terra! Loro sono la minaccia!"
Avrei voluto prenderla a schiaffi volentieri in quel momento, ma mi trattenni perchè era una donna, e mia sorella. Anche se la seconda ragione non era poi tanto importante. Mi limitai solo a urlarle in faccia con tutta la furia che avevo in corpo.
" Noi siamo la minaccia per loro! Noi tedeschi!" mi battei la mano sul cuore violentemente, ma non mi importò molto del dolore che provai con quel gesto:" Tu non sai cosa ho visto io!"
" Cosa avresti visto? Racconta su! Voglio vedere le tue belle ragioni!" Mi disse lei cadendo di botto sul letto esausta dalle urla.
Allora anche io mi calmai, e mi sedetti accanto a lei.
Ma prima scrutai dentro di me, per ritrovare la prova che cercavo della colpevolezza della mia stessa gente, quella prova inconfutabile che a sei anni mi fece voltare parte e passare dalle parte del giusto.
Lo ritrovai dopo vari tentativi, quel ricordo che avevo rimosso così difficoltosamente dalla mente qualche anno fa venne fatto risorgere dalle sue ceneri, e dentro di me un brivido di gelo mi bloccò il respiro.
Quello forse fu il giorno peggiore della mia vita, e da lì tutto cambiò drasticamente.
Prima di iniziare a raccontare, trassi un profondo respiro e chiusi gli occhi in cerca di riportare le immagini.
Mia sorella era in attesa snervante:" allora? Hai perso la lingua?" mi disse scrollandomi con il braccio. levai la sua presa dal mio braccio e la guardai furente:" non mettermi fretta .. ma ti voglio dire una cosa: appena avrò finito, non penso che rimarrai ancora per molto dalla parte sbagliata."
E uscì la mia prima parola del ricordo: Un giorno ..."
 
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Reshy~*
CAT_IMG Posted on 10/8/2011, 19:27




Orcoddio!!!

Mammamia *-*
 
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119 replies since 2/8/2011, 18:31   666 views
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