15674, una delle tante storie di mia invenzione xD

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Rodja95
CAT_IMG Posted on 15/8/2011, 17:45




Capitolo 12

Il campo di concentramento si stagliava in tutta la sua inquietante magnificenza nel mezzo di una valle sperduta e sterrata ai limiti del boschetto. Il filo spinato cingeva la parte più alta dell’enorme rete che cingeva il campo per metri di terreno.
Da lì potevo intravedere già il tran tran dei prigionieri, nei loro logori pigiami, mentre si sforzavano di costruire qualcosa di simile a una capanna, o da lavoro o da abitazione.
Io e mia sorella guardammo attentamente dove fosse l’entrata per il campo, e riuscimmo a intravederla poco distante da dove eravamo prima.
Ma prima di andare, mi premeva sapere una cosa. Così bloccai il polso a mia sorella mentre si accingeva a correre verso il cancello.” Aspetta .. perché mi aiuti?”
“ ti sembrano domande da fare in questo momento?”
“ Lo voglio sapere .. e se poi tu dicessi tutto a mamma o papà?”
“ tanto lo saprebbe comunque papà .. in fondo stiamo andando da lui …”
Io la guardai perplesso:” ma dico … ti sei rimbecillita vero? Papà non dovrà sapere della nostra venuta qui, altrimenti ci scorticherà vivi?”
“ E allora tu perché sei venuto? Non devi impedire la morte della tua amata?” mi fece lei provocatoria:” Non mi dirai che vuoi fare tutto da solo!”
“ Non sono solo, ci sei tu .. e poi voglio solo controllare, e salvarla …”
“ Da cosa? Se è già morta non potrai fare un bel niente per lei …”
“ La speranza è l’ultima a morire …” le dissi io con voce leggermente speranzosa:” speriamo davvero …” dissi ad alta voce:” Comunque, perché hai deciso di aiutarmi?”
Mia sorella mi guardò storto :” te lo ripeto .. non sono domande da fare … e poi … quella ragazza ci sa fare con la cucina! Non mangiavo piatti decenti da tanto tempo!” disse quasi scocciata e poi strattonò la mia presa al polso:” Ora andiamo … dobbiamo eludere la sicurezza.”
“ Ho già in mente un piano …”le dissi, mentre e testa bassa ci dirigemmo verso un cespuglio poco vicino al cancello, che in linea d’aria poteva distare non più di dieci metri. Li appostati, vedemmo i due soldati di guardia al campo, sguardi freddi puntati in avanti in circospezione. Non ci avevano notato per adesso.
“ Come facciamo? Se andassimo là a dire che siamo i figli del tenente- colonnello Schubert chiamerebbero nostro padre e noi verremmo scoperti ..” disse mia sorella sottovoce, mentre cercava di non far impigliare il suo abito nei rami del cespuglio che ci nascondeva.
“ Sta a vedere …” tirai fuori dalla tasca un sasso che avevo raccolto qualche minuto prima dalla strada, un sasso abbastanza grosso da fare un rumore piuttosto udibile, e senza farmi notare troppo lo scaglia nella boscaglia dietro di noi. Come sospettai, il sasso sbatté contro il fogliame producendo il suono tipico dello spostamento di un gran quantitativo di foglie. Le guardie sentirono quel suono.
“ Cosa è stato?” fece uno.
“ non so … andiamo a controllare ..” disse l’altro. Entrambi imbracarono i fucili e corsero verso la fonte del rumore di prima. Io e mia sorella, appena li vedemmo avvicinare, ci scostammo attentamente e fummo fuori dal loro campo visivo. Prendemmo uno slancio enorme e ci avvicinammo al cancello, che fortunatamente era aperto.
Cigolò leggermente con il tocco delle mie mani che ne aprirono la fessura abbastanza grande da far passare un ragazzo esile, e io e mia sorella posammo i piedi sulla sabbia del campo. Eravamo dentro.
Ora non mi restava che cercarla. Sperando con tutto il cuore che non se ne fosse già andata per sempre.


Non posso crederci … no … no .. no! Mia madre, mia madre, mia madre! Perché lei, perché non io lì dentro? Che cosa c’entrava lei?
Ero confusa, totalmente confusa, mentre continuavo a fissare la maledetta porta dell’inceneritore, la porta nera di ferro rovente, dal quale nessuno poteva fare ritorno.
Xavier mi teneva come attanagliata alla nuca, e mi faceva un male cane, sia a causa della sua stretta, sia per una frustrata nuova e sanguinante proprio lì, vicino alla mia esile nuca stretta tra le sozze dita di quel bastardo.
Si, lo chiamavo bastardo, non era altro che un fottuto bastardo, empio di cuore.
Avevo gli occhi pieni di lacrime, mentre continuavo a fissare disperata quella porta, da cui .. mia madre non farà più ritorno.
“ Visto che succede alle Hundin? La pagano cara se mettono le corna!” mi disse lui, con quella sua voce sibilante, quella sua maledetta voce che detestavo con tutto il cuore, quel rumore stridente che udivo ogni volta all’orecchio, insieme alle sue unghie che mi dilaniavano la carne in quelle terribili notti.
Ogni notte costretta a subirmi le sue angherie, le sue dita … e mi faceva un male cane. Davvero male.
“ Hai visto cosa è successo?” mi ripeté lui, continuando a stringere la presa sulla nuca, mentre io mi strinsi il labbro inferiore che sanguinò per la forza con cui lo morsi, per soffocare il grido di dolore e tristezza che avrei emanato di sicuro.
Continuai a rimanere zitta, mentre le lacrime mi scesero dagli occhi implacabili, e la vita mi passava davanti agli occhi, ogni istante passato con mia madre, che ora non c’era più: Le sue ninne nanne non le avrei più sentite, non avrei più avuto il suo tocco gentile sulle pelle.
Quando incrociai il suo sguardo prima che entrasse all’inferno, iniziai a piangere, ma lei non mi odiava per averla messa in mezzo ai miei errori, no. Era compassionevole, dolce, come sempre. E questo mi fece un male insopportabile. Avrei preferito che mi strattonasse, mi battesse a terra e mi urlasse traditrice, stronza, e mi picchiasse. Che mi spingesse lei dentro il forno al posto suo, come era giusto che fosse.
E invece accettava di morire per salvarmi, nonostante non fosse stata lei a deciderlo, ma Xavier, per vendetta. Per una misera fasciatura alla mano.
Per l’opera buona di Max … Max … perché non sei qui? Perché non mi chiedi con la tua voce vellutata come sto? Perché non mi aiuti?
Quel ragazzo mi svegliava la notte, mi coccolava con la sua voce, mi consolava dall’enorme tristezza delle notti con Xavier, era lì da pochi giorni e già lo sentivo come un amico intimo … non esitava ad aiutarmi nel momento del bisogno.
Amico? Era giusto definirlo così? Forse … forse … Max … dove sei?
I miei pensieri vennero interrotti dal sibilare di Xavier:” E adesso tocca a te …” Liberò la stretta della nuca, ma in compenso mi strinse il braccio talmente forte che gemetti tappandomi la bocca subito per non far gustare il mio dolore a quell’insetto.
Mi tirò con forza, andava verso i suoi alloggi.
“ Ora io e te facciamo i conti ..” mi ripeteva, trascinandomi verso il mio abituale incubo. Stavolta mi avrebbe violata, ne ero certa. Stavolta avrebbe rotto il sigillo della mia verginità, mi avrebbe resa impura … mi avrebbe usata come un bambolotto.
Arrivammo all’alloggio, e lui aprì furente la porta, e mi spinse dentro, facendomi rovesciare sul sudicio letto di sempre.
“ Aspettami qui Hundin!” mi disse lui, sulla soglia:” E fai la brava che se provi a scappare te la faccio pagare cara capito?” mi disse con voce carica di odio.
Alzai la testa verso di lui, incrociai i suoi occhi. E lì tutto il mio odio per quell’essere esplose come la dinamite. Neanche mi accorsi che dalle mie labbra affiorò l’insulto più adatto per lui :” You’re a fucking Jackass!!”Glielo urlai in faccia, senza rendermi conto che stavo comunque tremando:” sei un fottuto coglioneeeeeeeeeee!!!”
Lui ricevette il mio insulto, si avvicinò a me e mi scagliò a nocche strette un pugno dritto in viso, che mi fece cadere sul letto con il naso sanguinante:” vedi di stare zitta!! Per questo insulto, puttana, avrai la doppia dose! Preparati!” mi diede un calcio alle gambe penzolanti dal letto e poi uscì sbattendo la porta.
Non mi importò del dolore che provavo al mio setto nasale e alle mie gambe livide. Rimasi sul letto, stringendo a pungo le coperte e piansi. Piansi facendo rumore, piansi urlando e soffocando le urla sul materasso sudicio.
Max … dove sei? Ho bisogno di te …

Xavier sei un bastardooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!
 
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Reshy~*
CAT_IMG Posted on 15/8/2011, 17:56




è uno stronzo depravato pedofilo!!

Povera Deborah Q_Q
Mi sono un pochino confusa quando hai iniziato a narrare dal punto di vista di lei,forse sono io stupida che non ci sono arrivata :fg:
anyway,bel lavoro
 
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Rodja95
CAT_IMG Posted on 15/8/2011, 18:03




ora gli dici stronzo, dopo gli dirai cose peggiori!! Comunque grazie mille come sempre , e scusa se ti sei confusa, ma non mi piace scrivere che punto di vista sto usando, perchè tanto si dovrebbe capire dall'argomento che trattano <3
 
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Maria G.2
CAT_IMG Posted on 16/8/2011, 18:15




bello mari...
reshy mi dispiace tanto per te...davvero...non riesco a smettere di piangere.
 
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Rodja95
CAT_IMG Posted on 17/8/2011, 12:25




Grazie Mary <3
<3
 
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Rodja95
CAT_IMG Posted on 18/8/2011, 14:12




Capitolo 13

Continuai a cercarla, acquattato come una volpe dietro un cespuglio che attende che la sua preda faccia il suo passo falso. Cercavo di non farmi notare, e se sfortunatamente qualcuno ci notava, mettevamo un dito sul labbro in segno di silenzio. I prigionieri sembravano straniti dalla nostra presenza così furtiva, ma stranamente ci venivano incontro, come se fossimo venuti fin lì per loro.
Così potei addentrarmi sempre di più, fino a giungere alla zona della ciminiera. Lì mi voltai verso Elly, mentre rimanemmo appostati dietro un muro divisorio e guardavamo oltre verso la ciminiera:” La vedi?”
“ no, mi spiace … dobbiamo sbrigarci, non penso che i soldati di prima non si siano resi conto del nostro ingresso.”
“ Poco importa, a me importa solo di saperla salva …” le dissi, voltandomi verso la ciminiera e continuando a scrutare.
La ciminiera si stagliava in tutta la sua inquietante grandezza in un angolo remoto del campo, il grande portone nero da dove nessuno faceva ritorno mi fece venire i brividi. Il fumo continuava ad uscire nero e maleodorante di carne bruciata e di dolore. Speravo con tutto il cuore che in quell’odore non ci fosse quello della ragazza.
Continuai a guardare, ma non vedevo niente, niente che mi potesse dare segno che Deborah era stata là. Che fosse già troppo tardi? NO, non volevo darmi ragione di credere una certa idiozia.
Fui però così assorto nella ricerca della ragazza che non mi accorsi dei colpi che mi menava mia sorella:” Max!” mi urlò allarmata.
“Si può sapere che c’è?”
“ Guarda laggiù!” indicò un punto davanti a sé. Strizzai gli occhi per vedere meglio, e … la vidi: veniva trascinata da Xavier per il braccio, aveva un’andatura forzata e entrambi erano diretti verso gli accampamenti dei soldati.
Era viva. Per un attimo il mio cuore era felice di vederla lì, in carne e ossa, triste ma viva. Viva. Non avrei potuto desiderare di meglio.
“ è viva …” sussurrai estasiato.
“ Si … seguiamoli.” Mi disse Elly, acquattandosi all’inseguimento della giovane.
La seguii con il cuore pieno di speranza, facendo attenzione che nessuno dei soldati ci vedesse. Nel mentre lei e Xavier entrarono nell’alloggio 311, e ci fermammo un pochino ad osservare, nascosti dietro una baracca.
Xavier rimaneva sulla porta, e sembrava urlarle qualcosa di incomprensibile, poi lo vidi entrare e dopo qualche secondo uscire, e si tastava le nocche delle dita come se provasse dolore. Uscì, senza Deborah alle costole sbattendo la porta.
“ è sola .. andiamo.” Feci segnale a Elly di proseguire, e insieme a lei riuscimmo a infiltrarci negli accampamenti. Sgattaiolai tra gli angoli che dividevano ogni bungalow, fino all’appartamento 311. Lì mi acquattai contro il muro come una sogliola e cercai qualcosa per guardare dentro. Per mia fortuna c’era una finestra poco sopra di me, non troppo in alto.
“ Elly, fammi da scaletta!” sussurrai a mia sorella, che mi guardò contrariata.
“Cosa? Scusa, perché non la fai tu a me! Sono una ragazza, non faccio certe cose!”
“ Senti, poche storie e più fatti! E adesso aiutami!” le dissi leggermente irritato. Lei mi guardò malissimo e poi incrociò le dita aprendo i palmi di modo da farmi una piccola scaletta per slanciarmi verso la finestrella.
Ci misi il piede, e spinsi il mio corpo fino a raggiungere la finestrella. Buttai un occhio dentro e la vidi: Era stesa sul letto, mi dava le spalle, ma potevo scorgere i suoi singhiozzi. Piangeva come sempre, ma stavolta sembrava più disperata.
“ Deborah ..” sussurrai, tristemente.
Scesi, dopo aver visto quello spettacolo pietoso:” Elly tu aspettami qui.”
“ Max! non avrai intenzione di …” mi disse lei, con occhi spaventati.
“ devo sapere perché sta piangendo … aspettami e non farti scoprire …”
Lei sospirò e poi mi guardò tristemente:” ah … sei il solito .. attento ok?”
“ Si …” le feci io, prendendole la mano. Gliela lascia e poi andai furtivo fuori. Detti un’occhiata, nessuno nei paraggi. Potei uscire allo scoperto e avvicinarmi alla porta del bungalow.
Controllai ancora e posai la mano sulla maniglia. Spinsi giù, quella si aprì. Cigolò un poco, mentre io misi piede dentro.

Cercavo di soffocare le lacrime sul materasso, non volevo che qualcuno, soprattutto Xavier, sapesse che avevo pianto. Cercavo di non gridare per non farmi sentire da nessuno, cercavo di non farlo per non esplicare a nessuno l’immenso dolore che covavo nel cuore ormai trafitto da mille pugnali di umiliazione.
Come aveva potuto ammazzarla? Lei non aveva fatto niente, lei, mia madre … la donna più buona a questo mondo.
Prima mio zio, morto davanti agli occhi miei e di Max quando avevo appena sei anni, ora lei, senza però che io avessi potuto vedere il suo corpo bruciare tra le fiamme del forno, ma vedere solo i suoi occhi sinceri e misericordiosi prima di vederli sparire oltre la tenebra nel portone nero come la notte.
Continuavo a pensarci e a piangere allo stesso tempo. E poi sentii dei passi. Non erano passati molti minuti da quando Xavier se n’era andato, quindi mi aspettavo che fosse lui.
Sentivo i passi farsi sempre più vicini, potei scorgere un’ombra sotto la porta. Poi sentii la maniglia scattare e la porta cigolare, lentamente.
Mi alzai dal letto asciugandomi in fretta agli occhi, pronta a sferrare il mio sguardo più odioso per l’entrata di Xavier, ma dovetti cambiare espressione, poiché al posto del bastardo senza gloria, vidi una figura esile, un paio di occhi verdi luccicare e quei capelli neri che io tanto conoscevo … Max.
Si, proprio la persona che segretamente dentro di me avevo evocato in aiuto.
Mi guardò con occhi comprensivi:” Deborah .. stai bene …”
“Max ..” mi alzai di scatto dal letto:” Perché sei qui? Non è possibile … non puoi .. non puoi essere tu …”
“ Deborah ,, credici, non stai sognando.” Mi disse lui dolcemente.
Si avvicinò sempre di più, fino a che fummo a meno di due centimetri l’uno dall’altro.
“ Sei davvero tu …” dissi io più a me stessa che a alta voce:” datemi un pizzicotto ..” feci davvero per pizzicarmi il braccio, e provai dolore reale. Lui sorrise al mio gesto:” Tranquilla, ora sono qui ..”
“ Beh .. pizzicarmi mi ha fatto male quindi sei davvero qui …” dissi io arrossendo. Seguii un silenzio fatto di scambio di sguardi tra me e lui, e potei sentire il mio cuore battere forte in petto.
“ Max …” sussurrai.
E poco dopo non ebbi nemmeno il tempo di accorgermi che le sue braccia, proprio le sue braccia, mi avvolgevano in un caloroso abbraccio. Potei sentire il cuore nel suo petto battere all’impazzata come il mio, in una corsa al battito più forte e intenso. Non ci pensai due volte a cingere le mie braccia intorno al suo collo.
“ Sia ringraziato il cielo .. sei qui.” Sussurrai, nell’incavo del suo collo.
“ si …” disse lui stringendo l’abbraccio.
Ero felice, adesso. Dopo tanto tempo ero felice. Felice di averlo trovato, felice che lui fosse con me. In quell’istante sospeso tra l’angoscia della perdita e la consolazione dell’averlo ritrovato in quell’angoscia.
 
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Reshy~*
CAT_IMG Posted on 18/8/2011, 21:19




awwww QUQ
 
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Rodja95
CAT_IMG Posted on 19/8/2011, 09:36




CITAZIONE (Reshy~* @ 18/8/2011, 22:19) 
awwww QUQ

*------------*
 
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Rodja95
CAT_IMG Posted on 20/8/2011, 16:11




e se prima odiavate Xavier ora lo vorreste letteralmente mandare a morte!! vediamo cosa fa!

Spero di non essere stata troppo banale o sdolcinata D:

Capitolo 14

Mi parve un’eternità. Restavo lì, mentre le mie braccia l’avvolgevano con tutto l’amore che solo io potevo donarle in quell’istante. Lei ricambiava, potevo sentire le sue mani che mi accarezzavano la schiena, il suo fiato caldo sul mio collo.
“ Max, menomale che sei qui …” mi sussurrò tristemente. Mi scostai appena da lei, le spostai delicatamente una ciocca di capelli dagli occhi lucidi di pianto e le chiesi cosa fosse successo, durante tutto quel tempo:” Stamattina ho visto il fumo e ho temuto il peggio … sono venuto qui per accertarmi che tu stessi bene. E ti vedo, sei viva per miracolo …” le confessai, timido ma dolce.
“ Sei così gentile a preoccuparti per me … io sto bene, davvero … ma …” qui lei si bloccò, e scoppiò a piangere a dirotto. Le accarezzai la schiena per consolarla, ma lei singhiozzava in modo convulsivo e preoccupante e ripeteva come in delirio:” Dovevo esserci io, non lei … io!” e piangeva, piangeva tantissimo.
“ Deborah .. raccontami cosa è successo, ti prego … non posso vederti così …” le dissi io preoccupato.
Lei si asciugò rapida le lacrime:” Oh, niente, davvero …”
“ Deborah … vuoi che lo chieda direttamente a Xavier? Ho visto come ti trascinava prima qui, ho visto che lo faceva crudelmente. Dimmi cosa ha fatto … non sono qui solo per sapere come stai.”
Lei mi guardò disperata:” Se vieni scoperto da Xavier, stavolta morirò davvero … perlomeno la raggiungerò in questo modo.”
“ chi raggiungerai?” le chiesi confuso.
“ Mia madre ….” E qui scoppiò in singhiozzi convulsi:” quel bastardo … ha fatto in modo che lei morisse al posto mio … per una stupida fasciatura!” riprese a piangere, stavolta flettendosi in avanti con la schiena e poggiando i gomiti sulle ginocchia.
“ Dopo le frustrate ha ucciso tua madre?” ero a dir poco sconvolto.
“ In breve, è così … oddio avrei preferito morire io al posto suo!”
“ Deborah … non dire certe idiozie!” ero leggermente alterato, non ne sapevo il motivo ma era come se mi sentissi io più responsabile per la morte di quella povera donna che la figlia stessa:” Sono stato io a fasciarti … avrei dovuto subire io quella punizione, tu non hai fatto un bel niente …”
“ Max, non dire tu queste sciocchezze! Il tuo è stato solo un atto di gentilezza …”
“ Una gentilezza che è stata fatale a una persona a te cara … è come se l’avessi assassinata io.” Mi sentivo in colpa, ma non ero uno di quelle persone che avrebbe lasciato in difficoltà una persona che le è cara.
“ Max …” sussurrò, prendendomi la mano:” non è colpa tua se sei così buono … dovevo essere io quella che doveva essere punita, Xavier lo ha fatto solo per cattiveria … nei miei confronti.”
“ se ti avesse uccisa, avrei fatto lo stesso con lui, giuro …” dissi io a denti stretti: Sospirai, e poi mi alzai dal letto:” Forse è meglio che vada adesso … o mi scopriranno …”
“ va bene …” disse lei, rimanendo seduta sul letto. Feci per andare alla porta, quando lei mi chiamò:” Max!”
“ Dimmi …” mi voltai verso di lei.
“ penso di …. amarti …” mi disse a testa china:” non so se posso definirlo tale però …”
“ Anch’io la penso così, ma il mio sentimento è più certo .. del tuo.” Le confessai, e dopo aprì circospetto la porta. Ne uscii, con lei che continuava a guardarmi stupita e poi le rivolsi nuovamente la parola:” Ci vediamo …”
Lei annuì e poi chiusi la porta e andai da mia sorella:” possiamo andare …” le dissi.
Lei annuì senza dire una parola, e circospetti come prima, ce ne andammo dal campo, passando per una fenditura della rete che intravidi prima durante la ricerca di Deborah.
Era salva, e era innamorata di me, supponevo. Non potei pensare ad altro mentre correvo a perdifiato verso casa, prima che qualcuno mi vedesse.

Uscii dal mio alloggio furibondo con quella sgualdrina. Come aveva osato urlarmi addosso? Me l’avrebbe pagata cara. Lei e quel Max … già, il figlio di un mio superiore … come vendicarmi?
Ponderavo qualcosa mentre andavo verso il mio posto di lavoro.
Un’altra ora e poi gliela avrei fatta pagare .. quanto ci avevo goduto a vederla in lacrime davanti al forno … e ci avrei goduto ancora di più a vederla soffrire mentre io avrei riso di piacere davanti alle sue smorfie di dolore più tardi.
Ah che strazio! E nel mentre dovevo pensare a come farla pagare a quel signorotto da quattro soldi caritatevole con questi sudici maiali.
Pattugliavo la zona delle baracche a Est, e ogni tanto ne sorprendevo qualcuno che riposava, come se se lo potesse permettere … sfaticati! E il colpo di frusta dritto ai fianchi non glieli risparmiavo per niente, ci godevo così tanto a vederli soffrire quei bastardini senza terra né potere …
E mentre menavo quei colpi di frusta mi venne l’illuminazione su come far tremare quel ragazzino. Chiamai John, il mio collega di pattuglia:” Io devo fare una cosa urgente … tieni tu d’occhio qui intesi?”
“ Ricevuto.” Fece lui impassibile prendendo il mio posto. E così mi potei avviare verso l’ufficio di Frank Schubert, il tenente colonnello. Bussai alla porta e potei sentire la sua voce grave che mi invitava ad entrare.
Entrai nel suo ufficio, un piccolo rettangolo ordinato e degno di un tenente colonnello. Il nostro stemma riluceva in tutto il suo splendore nella tela rosso sangue appesa dietro al capo, che guardava nel mentre alcune scartoffie in mano sua.
“ Tenente colonnello Schubert …” mi misi sull’attenti, e salutai mettendo la mano avanti come simbolo nazista.
“ Soldato Coubertin … riposo.” Mi disse lui ricambiando il saluto.
“ Grazie signore .. vorrei parlarle di una questione urgente …” iniziai io.
“ mi dica pure …” mi disse lui risedendosi.
“ bene … io penso che ormai … suo figlio sia ormai pronto per arruolarsi.” Dissi freddo e deciso. Il tenente alzò lo sguardo su di me, in modo confuso e strano. Io nel mentre già ridevo dentro di me.
 
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CAT_IMG Posted on 20/8/2011, 17:12


Certo che lo scoprirò, quanto è vero che mi chiamo Xylon Kernel!

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Oooh, ora non ho tempo, ma quando torno leggo tutto in blocco :Q___
 
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Rodja95
CAT_IMG Posted on 20/8/2011, 21:11




CITAZIONE (E.O.W. @ 20/8/2011, 18:12) 
Oooh, ora non ho tempo, ma quando torno leggo tutto in blocco :Q___

ok ti lascio il tempo di leggertelo tutto! <3
 
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Reshy~*
CAT_IMG Posted on 21/8/2011, 20:14




TROINONEDONNAIOLOPEZZODIMERDA D<<<
 
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Rodja95
CAT_IMG Posted on 22/8/2011, 14:30




CITAZIONE (Reshy~* @ 21/8/2011, 21:14) 
TROINONEDONNAIOLOPEZZODIMERDA D<<<

:D così vi voglio! AMMAZZIAMOLO!
 
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Rodja95
CAT_IMG Posted on 24/8/2011, 12:04




Allora ... scena piuttosto cruda che molti contesteranno perchè un pò troppo spinta D:

Capitolo 15

Lui era venuto, ora se n’era andato ma era venuto, per assicurarsi che stessi bene, che fossi viva. Poteva esistere una creatura più dolce di lui in questo mondo? Ne dubitavo. Fin dal primo giorno in cui il signor Schubert mi aveva portato in quella casa, Max mi aveva guardato con curiosità, mi aveva parlato e aiutato. Io gli diedi stranamente fiducia in modo immediato, mi importò poco che fosse tedesco, mi aveva parlato in fondo. Non sapevo ancora perché, ma dentro di me sentivo che lui era speciale, lo era sempre stato. E forse sentivo che io … lo amavo. Colpo di fulmine, lo potrei chiamare in questo modo, ma mi ero in qualche modo intenerita e innamorata di lui, ormai il mio cuore era come agganciato al suo in una morsa di sangue e lacrime di gioia miste a quelle di disperazione e angoscia nel constatare che questo sentimento, a parer mio, avrebbe avuto vita sin troppo breve.
Ero ancora seduta sul letto della stanza di Xavier, e ero ancora immersa nei miei pensieri, quando sentii dei passi pesanti venire da fuori, passi attutiti e decisi, quasi che il piede che stesse camminando stesse sbattendo per terra sotto l’influsso di una forza ben cadenzata.
Sentii la porta aprirsi e per mia sfortuna incontrai lo sguardo di quell’uomo tanto spregevole, i suoi occhi color ghiaccio mi squadravano sprezzanti e lussuriosi.
“ Bene, Hundin …” parlò lui, chiudendosi la porta alle spalle, e avvicinandosi fulmineo al letto per spingermici sopra:” ho una buona notizia e una cattiva notizia.”
C’era un tono di pura malvagità in quello che aveva appena detto e questo mi fece rabbrividire.
Mi alzai poggiandomi sui gomiti come per poterlo guardare meglio negli occhi:” E cosa sarebbe?”
“ la buona notizia …” dicendo questo mi sbatté sul materasso bloccandomi con violenza i polsi oltre la mia testa:” è che oggi diverrai donna. La cattiva notizia … è che il tuo bel Romeo partirà lontano da qui.”
Sbarrai gli occhi leggermente allibita e dolorante per la stretta che mi stava martoriando i polsi. Cosa intendeva dire con “ Il tuo Romeo partirà lontano da qui?”
Poi, la risposta venne da sé, e solo un pensiero mi venne in mente … Max. In guerra.
La rabbia mi salì in gola e in un urlo strozzato urlai:” Tu sei un emerito stronzo!!”
“ Hai iniziato tu questo giochetto, e ne pagherai le conseguenze, insieme al nostro carissimo amichetto!” mi disse lei, spingendomi sempre di più sul materasso lurido e dall’odore nauseabondo. Si distese sopra di me facendo pressione sul bacino e potei sentire in modo piuttosto sconcertante il suo … membro. Ero disgustata da ciò che inevitabilmente mi avrebbe fatto.
“ E ora preparati … puttana.” Liberò la stretta dai polsi, ma in compenso mi afferrò il busto scarno e iniziò a succhiarmi il collo avido mentre le sue luride unghie graffiarono la mia pelle.
Sentii le vertigini e il sangue non affluire in testa durante i suoi disgustosi succhiotti, e una sensazione di freddo pungente appena lui mi strappò il vestito di dosso, lasciandomi completamente nuda davanti a quegli occhi bramosi di vittoria e umiliazione.
Mi coprii istintivamente con le braccia raggomitolandomi, ma la sua forza prese il sopravvento sulla mia, e mi trovai con le gambe allargate e le braccia sbattute sul letto.
“ Ti odioooooo!! Ti odio schifoso bastardo!!” urlai, mentre lui si tolse i pantaloni e i boxer, mostrando tutta la sua orrenda virilità.
“ E adesso mi odierai tanto.” Disse lui afferrandomi i fianchi e costringendomi a allargare le gambe mentre si distese sopra di me. Cercai di divincolarmi, spingendolo sulle sue larghe spalle, ma potei sentire il momento preciso in cui entrò in me e il dolore immenso che ne seguii. Urlai straziata da quel dolore, mentre la sua risata soddisfatta mi fece imbestialire. Le lacrime scesero dagli occhi come niente, mentre lui rideva, brutto bastardo.
“ Soffri ebrea … soffri come non hai mai fatto!” affondò, e urlai dal dolore. Fu terribile, per tutto il tempo in cui lui fu dentro di me potei sentirmi violata, maltrattata e … senza speranza.
Il dolore alla fine fu immenso, svenni in preda al pianto disperato. Perché dovevo subire tali angherie?


Mio padre mi chiamò nel tardo pomeriggio, con voce autoritaria. Io rimasi un po’ sorpreso da quella chiamata, ma andai lo stesso nel suo ufficio. Bussai, e sentii il suo “ Avanti.”
Entrai piano, richiudendo accuratamente la porta alle mie spalle.
“ Padre ..” feci, a malavoglia, il saluto Nazista davanti al tenente colonnello:” eccomi qui.”
“ Siediti.” Mi disse lui con tono secco e autoritario. Presi posto sulla poltroncina davanti alla scrivania di mio padre, nel suo piccolo ma ordinato ufficio, illuminato da una finestra ornata di tende porpora che dava sul cortile.
“ Dovrei parlarti di una cosa importante …” dicendo questo si alzò dalla sua sedia e iniziò come a girare intorno alla scrivania di mogano, mentre io seguii con gli occhi i suoi movimenti:” Tu hai sedici anni ormai …”
“ Si padre …”
“ Benissimo … alla tua età di solito non è molto concesso, ma visto che hai me come padre … vorrei che tu ti arruolassi.”
Il mio respiro fu come bloccato a quell’affermazione. Arruolarmi? Se aveva voglia di farmi spaventare, ci stava riuscendo alla grande.
“ Come padre?”
“ arruolarti … verrai temprato per la guerra, e potrai aiutare la tua patria natia per portare la pace dappertutto.” Mi disse lui con fare quasi persuasivo. Odiavo ogni volta che voleva convincermi che quello che lui proponeva era giusto.
“ ma non sono troppo giovane?”
“ No, hai l’età giusta è un fisico adatto alla guerra … qualsiasi ruolo ti spetterà, sono sicuro che saprai compierlo a dovere.”
No, non avevo voglia di andare a uccidere gente, o di scortare povera gente .. se voleva tentarmi, sbagliava persona.
“ E se mi ribellassi?” gli dissi con tono provocatorio:” in fondo … non sono come te.”
Potei sentire, dopo quella esclamazione, la sua presa alla mia spalla:” Se non vuoi farlo per me … fallo per chi tu sai.”
Quella sua provocazione mi fece venire i brividi lungo la schiena, la mia bocca si contrasse in una smorfia di disgusto e inarcai il sopracciglio voltandomi di scatto: “ Non osare toccarla.”
“ sei stato tu a iniziare mio caro … è ora che tu rimuova il suo ricordo dalla tua bacata testolina. Un bel po’ d’aria fresca ti farà bene.”
“ Non puoi costringermi!” mi alzai di scatto dalla sedia, per poterlo guardare negli occhi e sfidarlo psicologicamente: “ Non osare torcerle un capello … lei non ha fatto niente.”
“ è un nemico, andrà punito per questo.” Mi disse lui, freddo:” e tu .. non riesco a capire come fai a sopportarli!”
Non frenai l’urlo di rabbia che avevo represso in gola fino a quel punto:” è un essere umano! Non un nemico, non un mostro … un essere umano! E tu sei solo una marionetta, un conformista, uno che va dietro a un uomo che vuole il potere per sé ( Chiaro riferimento a Hitler)!”
“ non osare parlare così a tuo padre!” potei ricevere uno schiaffo dritto in faccia, secco e veloce:” Sappi che lei per colpa della tua stoltezza morirà … lo hai voluto tu! Tra due giorni partirai … prepara i bagagli, o te li faccio preparare io a suon di calci!” Mi sbraitò contro, mentre io mi accarezzai la guancia dolorante.
Lo guardai con occhi odiosi, e mi diressi verso la porta aprendo violentemente la maniglia, esercitando su di essa tutta la rabbia che avrei voluto scagliare su mio padre.
“ Stronzo …” sibilai, prima di sbattere la porta alle mie spalle. Non piansi nemmeno, ero sin troppo furioso per farlo. Mi limitai a andare al piano di sopra, trovandoci Elly che in qualche modo stava appostata sulla scala come se volesse cogliere qualcosa.
“ Hai sentito?”
“ Si.” Disse lei secca, guardandomi né freddamente né con compassione.
“ Bene … “ le sussurrai, prima di dirigermi verso la mia stanza. Potei però sentire la sua voce, prima che io potessi varcare la soglia della stanza:” Fratello … non morire.”
“ Non mi importa … piuttosto ..” le dissi voltandomi:” cerca di non far morire lei. È l’ultima cosa che ti chiedo.”
Vidi come un accenno del suo capo, e poi sparii in camera mia.
Ora l’unica cosa che volevo era di poterla vedere, un’ultima volta prima di poterla solo sognare sdraiato su una dura branda, mentre fuori sarebbe scoppiato il finimondo.
 
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Maria G.2
CAT_IMG Posted on 24/8/2011, 12:24




NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO DEBORAH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
bruttostronzopezzodimerdacoglioneputtanierecarognafigliodiunabuonadonna!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 
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119 replies since 2/8/2011, 18:31   666 views
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