Nessuno voleva davvero pensare che dietro alla strana cosa caduta da chissà dove si celasse veramente la Profezia della fine del mondo. Era uno scenario davvero inverosimile e assurdo, assurdo più che inverosimile, perché nel primo caso si includevano cause naturali che avrebbero spinto il fenomeno a celarsi. In questo caso, niente spiegava l’accaduto, se non quelle poche frasi di presagio mortale e paura.
“ Sheila! Non tirare conclusioni affrettate!” urlò lei Mayen, serio. Shondraya era perplessa, conosceva Sheila da tantissimo e aveva con lei un rapporto strettissimo, ma in quel momento la sua più fedele amica le faceva leggermente paura. Mai Sheila si era mostrata tanto velata di mistero, non quanto Mari con i suoi vaneggiamenti frequenti.
“ Io non tiro nessuna conclusione affrettata, dico solo quello che sto pensando, intesi?” sbottò la ragazza di tutta risposta, guardandolo furiosa. Era tornata la Sheila di sempre, e tutti tirarono interiormente un sospiro di sollievo.
“ Mari … se non sbaglio il tuo dragone può animarsi, non è così? Perché non lo mandi in spedizione?” chiese Nina a Mari, che la guardò un po’ confusa, per poi risvegliarsi dal leggero torpore che la avvolgeva.
“Oddio! Che sciocca a non averci pensato! Faccio subito!” la ragazza si alzò e uscì dalla casupola.
“ Soul, risvegliati!” sussurrò la ragazza sfiorando con la mano l’orecchino a drago che le avvolgeva l’orecchio elegantemente.
Quel cimelio si illuminò di una luce fosforescente e si mosse, liberando un alone allungato e che si attorcigliò attorno alla mano della ragazza, mostrando chiaramente che si trattava di un dragone dalle tonalità turchese e biancastre.
“ Vai e raccogli informazioni riguardo al fenomeno. Ti aspetto qui.” Diede questo comando allo spirito, che fece un cenno e si srotolò, per poi dirigersi verso l’orizzonte, verso il luogo in cui l’aveva spedito la padrona.
La ragazza trasse un lungo sospiro, e guardando in direzione del sentiero che portava alla capanna, chiamò a voce alta verso qualcuno che era ritto dinanzi a lei:” Sera Cla.”
“ Buona sera, e scusate il ritardo …” esclamò il ragazzo, muovendosi imbarazzato il ciuffo stile emo dagli occhi nocciola.
“ Fa niente, tutti gli altri sono dentro, vieni!” Gli fece cenno di avvicinarsi e lui entrò prima di lei, salutando il resto della compagnia, che ricambiò moscia il saluto.
“ Come mai in ritardo, Cla? Stavi dormendo?” chiese ironico Emanuele, facendogli spazio accanto a lui.
“ Diciamo che i miei mi hanno bloccato la fuga, accidenti.” Fece lui, mordendosi il labbro. Beh, non poteva pretendere di passare inosservato, data la sua divisa di un arancione abbastanza vistoso da poter essere notato anche a metri di distanza.
“ Il solito …” borbottò Nina, storcendo il labbro.
“ Comunque … sono riuscito a fare questo …” trasse fuori dalla sua borsa a tracolla il suo blocco da disegno, e lo aprì mostrando a tutti una sottospecie di mappa rudimentale del regno, sintetica ma con ogni minima zona importante che suddivideva Murof.
“ Ho sentito parlare mio padre a proposito poco fa, essendo lui membro del Consiglio … dicono che il fenomeno si sia verificato nella Foresta delle Lacrime, una zona poco distante da Lazulis.”
“ è vicino a dove abito io!” Esclamò Nina, avvicinandosi di più al ragazzo, che le porse il disegno. Si poteva vedere infatti una X rossa e vistosa in mezzo al verde che stava ad indicare quella foresta, poco distante da un isolotto su cui il ragazzo aveva scritto “Lazulis” a caratteri neri e piccoli.
“E si sa altro?” chiese Julianne. Cla scosse la testa:” Non tanto, solo che per ora la situazione non sembra peggiorata né migliorata … nel senso che questa cosa non sta causando niente alla zona, almeno così ho sentito.”
“ Che grattacapo …” esclamò Fire, che fino a quel momento era stato zitto:”Non possiamo nemmeno basarci su ciò che Cla ha sentito, chissà …”
Tutti lo guardarono, annuendo preoccupati. In quel momento Soul rientrò nella capanna, volteggiò nell’aria disegnando delle spirali azzurrine, e rientrò nel cimelio sull’orecchio di Mari, che sussultò.
“ Che dice il tuo draghetto?” chiese Gira, rivolgendosi alla ragazza. Lei ascoltò e poi proferì il messaggio:” Affermo quanto detto da Cla, la cosa è caduta proprio nella Foresta delle Lacrime, a nord di Murof, poco distante da Lazulis … e sembra si tratti davvero di una stella. Un enorme corpo lucente che emana luce proiettata fino in cielo.”
Gli occhi di tutti si sbarrarono stupefatti. Dunque era vero che una stella era appena caduta dal suo giaciglio lassù in cielo, come diceva la profezia? E che quindi sarebbero poi susseguite tempeste di acqua e fragori di terra, e la fine del mondo era prossima? Tutto quello li fece rabbrividire.
“ Oh porca miseria.” Disse Shondraya, sedendosi a peso morto al suo posto. Piombò un silenzio improvviso, mentre tutti si erano riseduti ai loro posti e riflettevano sul da farsi. Se fossero rimasti lì, la fine sarebbe stata prossima. Se fossero partiti, o avessero tentato di farlo … sarebbero morti lo stesso, non avendo forse i mezzi necessari per poter supportare un viaggio tanto lungo.
Perché partire poi per una meta sconosciuta? Lazulis era a Nord di Murof, ossia esattamente al capo opposto del regno, dato che la Capitale era a Sud dell’immensa terra dove vivevano tutti.
Sarebbe stata una mossa azzardata partire così, dal nulla. Il viaggiatore che intraprende un viaggio senza sapere dove sta andando è come una talpa sottoterra. Cieca, scava gallerie alla rinfusa, guidata solo dagli altri sensi.
Quindi, tutti erano scettici. Aspettare o andare a vedere? Sarebbe stata una scelta comune, ma dovevano pensare in fretta, questo era poco ma sicuro.
Intanto il tatuaggio a dragone sul braccio di Mari aveva iniziato a scottare davvero, di fatto la ragazza si dovette rivolgere a Gira, con tono quasi brusco:” Non hai un qualche incantesimo per calmare il dolore?”
Il ragazzo le andò vicino, e traendo una boccetta con un liquido incolore dalla tasca dei pantaloni, versò alcune gocce sul disegno:” Ho solo questo, è un estratto di erbe medicinali anti ustione …”
“ Ti fa tanto male?” chiese Emanuele.
“ Un male boia …” la ragazza stringeva i denti per non dover urlare.
“ Ma prima non ti aveva mai fatto questo effetto vero?” intervenne Mayen, grattandosi dietro la testa.
“ mai, è la prima volta che mi brucia così tanto … neanche mi stessero premendo un ferro rovente sulla pelle! Porca miseria!” il dolore divenne lancinante, tanto che la ragazza finì in ginocchio, boccheggiante. E presto, non fu la sola.
Come lei, anche Nina si premette la mano tremante sul tatuaggio della fenice sul suo petto, e cadde in ginocchio, con le lacrime agli occhi:” Mi sento bruciare …”
“ Nina!” Shana urlò preoccupata, chinandosi sull’amica, che tossiva come Mari in preda a un dolore sconosciuto. E, come se quel fenomeno fosse contagioso, presto tutti vennero assaliti da una sorta di bruciore interno insopportabile, e un coro di urla disperate si levò dalla capanna. Poi, ci fu un silenzio abissale. La vista di tutti si offuscò, e come un attacco di peste improvviso, tutti erano riversati sul pavimento, privi di sensi.
“ Lieve accenno porpora che scaturirà dalle viscere della Terra, Male che affiorerà come germoglio sul suolo, portando la distruzione.
Lieve accenno Viola dal cielo, le grandi ali del bene si apriranno per bloccare il germoglio del male, ma le forze del bene non avranno forza necessaria per controllare quel fiore sul punto di sbocciare.
Solo Gli Undici potranno fare il necessario per impedire il caos della Notte del Fato.”
Un coro di voci si elevò dal nulla, attraverso il buio totale che avvolgeva gli occhi di tutti. Il bruciore era sparito, ma un senso di smarrimento ora tramortiva le menti dei ragazzi.
Poi, solo una figura all’orizzonte del nero, di un intenso colore verde. E un flash di luce…
Come se tutti si fossero risvegliati da una morte apparente, un lungo respiro forzato scosse le loro casse toraciche, e alcuni di loro presero a tossire con voce roca.
“ Ma cosa è successo?” chiese Shana, poggiandosi una mano in testa.
“ Non ne ho idea … ma ho sentito una voce nel sogno … voi?” Mayen si alzò a fatica, reggendosi sulle scatole, e si massaggiò le tempie.
“ Anch’io …”
“ pure io …”
“presente …” tutti poterono affermare di aver sentito qualcosa rimbombare nelle orecchie durante la perdita improvvisa dei sensi. Inoltre, il bruciore era come sparito. Ma il nuovo fenomeno era ancora più inspiegabile.
“ Avete visto poi qualcosa di verde?” chiese Sheila, aggrappandosi a Shondraya.
Tutti annuirono e si guardarono negli occhi, davvero allibiti. Quella cosa non prometteva niente di buono.
“ Ma che significa tutto questo?” borbottò Gira, iniziando a spaventarsi seriamente. Julie girò gli occhi al cielo, stendendosi come per riflettere:” Non so, ma la storia del germoglio del male non mi sembra tanto normale.”
“Germoglio del Male?” qualcosa nella testa di Fire si accese, e il ragazzo fece accendere una fiamma sopra la sua testa, come la lampadina che si accende quando si ha un’idea improvvisa:” Ho già sentito parlare di questa cosa!”
“ Dove?” gli chiesero all’unisono.
“ Aspettate un momento … ah si! Me ne ha parlato mio nonno una volta, ma devo ricordarmi bene quando … potevo avere più o meno sette anni.”
“ E a cosa si riferiva in particolare?” gli chiese Shondraya.
Non fu Fire a rispondere, bensì Nina, con un tono poco rassicurante:” La seconda parte della Profezia. Ciò che abbiamo sentito in sogno era proprio quello.” Esclamò, gettando tutti nello sconforto.
“ E tu come lo sai?”
“ me lo sono appena ricordato! Devo averlo letto su un libro a Lazulis, ma non ricordo il nome del volume …”
“ Tutto ciò è altamente preoccupante.” Disse Mari, poggiando una mano sotto il mento pensierosa.
Nessuno sapeva cosa dire in aggiunta a quella macabra scoperta, ma tutti sapevano che il fatto che tutti avessero visto la stessa cosa non era da trascurare.
E solo dopo un po’, la voce seria di Mayen li scosse tutti:” Una cosa è certa: restando qui non risolveremo niente. Dunque … chi viene con me alla Foresta delle Lacrime?” propose, accennando un lieve tono ironico. Non tardò ad attirare a sé gli sguardi attoniti del resto della compagnia.
Se ho scritto da schifo, date la colpa alle mie orecchie e alla mia poca fantasia.