“ Mayen … hai bevuto prima di andare a letto o fai sul serio?” tuonò Emanuele, inarcando le sopracciglia interrogativo. L’amico scosse la testa:” Sono serio! Oh avanti, non pretenderete che riusciremo a scoprire qualcosa grattandoci beatamente il sedere seduti qui!”
“ Hai ragione … ma … ora mi spieghi come undici ragazzi di sedici anni possano andare all’altro capo del regno per voler vedere qualcosa di sconosciuto e forse pericoloso!” contestò Sheila, alzando le braccia al cielo.
“ E se la prendessimo come una sfida? Si cresce imparando in fondo …” Esclamò Julie, piegando la testa. Gli altri tacquero, in fondo aveva ragione. Tutto ciò poteva benissimo essere interpretato come una vera e propria sfida, con rischi e pericoli annessi.
“ E poi chi li sente i nostri genitori?!” sbottò Gira, preoccupato come sempre.
“ Mammone cagasotto.” La linguaccia di Mayen fece scaldare il mago, che balzò verso l’amico ringhiando. Venne fermato in tempo da Shondraya e Fire, che lo presero al volo prima che potessero scannarsi come cani.
“ Mayen, modera i termini!” gli fece Nina, cercando di calmare Gira, ancora visibilmente arrabbiato.
“ Tsk ..” il ragazzo vestito di bianco emise un soffio dalla bocca e si alzò, uscendo fuori:” Io ho proposto. Chi vuole seguirmi si faccia trovare in piazza a mezzanotte, pronta per il viaggio. E quelli che vengono dovranno scrivere una lettera ai propri familiari con su scritto le nostre intenzioni.”
“ L’idea della lettera mi sembra alquanto idiota.” Disse Mari:” Non pensi che se sapessero della nostra fuga, i nostri genitori si metterebbero sulla nostre tracce e fermerebbero i nostri piani?”
“ Fai come vuoi: O fuggi rischiando di far prendere un colpo ai tuoi, o scrivi la lettera …”
“ E gli fai prendere un colpo dieci volte più grande.” Concluse Shana, piegando le sopracciglia interrogativa.
“ Io ho detto la mia, poi vedete voi … anche se sarò da solo, io ci vado. Chi vuol seguirmi è il benvenuto. Arrivederci … o addio.” Il ragazzo si allontanò dall’ingresso, e i suoi passi attutiti dal terreno si poterono udire fino a che non si inoltrò nel sentiero di ritorno.
Gli altri rimasero in capanna con gli occhi persi nel vuoto. Alla fine Cla fu l’unico a parlare:” direi che è meglio tornare a casa. Facciamo che tutti decidono per conto loro?”
Gli altri non poterono far altro che annuire e si salutarono appena giunti di nuovo in città, tornando ognuno in casa sua.
Era difficile scegliere. Ma necessario. Quel sogno non poteva essere stato una mera coincidenza, tutti lo avevano fatto, nessuno escluso. Come potevano pretendere di starsene con le mani in mano con tutto quello che era successo? Forse l’idea di Mayen era davvero sembrata folle, ma … cavolo! Niente suscita di più la curiosità di una persona che qualcosa di eccezionale e probabilmente irripetibile!
Ognuno di loro, in fondo, aveva paura. Tanta. Ma tutti, come per telepatia, la pensavano allo stesso modo.
Quindi … prendere o lasciare?
Una figura bianca si aggirava nel piazzale del centro della cittadina, con un lungo oggetto luccicante alla luce alla luna sulla schiena. Teneva il cappello abbassato sugli occhi liberi dagli occhiali da sole appesi al vestito, e camminava verso la stele della Profezia. Non si accorse che, oltre a lui, c’era anche un’altra persona.
Quando alzò gli occhi, vide una ragazza dai capelli neri mossi, un orecchino a dragone a spirale sull’orecchio e una lunga falce color blu oltremare con cui giocherellava facendola girare tra le mani. Era vestita con una camicia da lavoro annodata in vita, pantaloni con diecimila tasche adatte a un esploratore e scarponi, e non si era accorta della presenza dell’altro. Lui invece l’aveva riconosciuta.
“ Mari?” chiese, avvicinandosi. La ragazza si voltò e alzò la mano:” Hola Mayen!”
“ Da quanto sei qui? Sono appena le 11 e 45!”
“ … da 45 minuti allora!” rispose lei, sorridendo:” sai … ci ho pensato a lungo alla proposta che hai fatto l’altra sera. Non mi va di restare qui! È una città troppo tranquilla per lo spirito di dragone che risiede in me!”
Lui accennò un sorriso:” Grandioso. 2 su 11. Yuppi!”
“ A proposito … che hai dietro la schiena?”
“ Ah questo?” il ragazzo fece scivolare l’arma che aveva portato con sé e la accarezzo come un fucile:” è un arbalete per arpioni. Non è un amore?” il ragazzo mostrò il lungo oggetto, bianco con finimenti dorati, a cui era attaccato un arpione che a prima vista poteva risultare davvero pesante. Sotto era attaccata una lama, sicuramente per poter attaccare da vicino.
“ Wow.” Fu l’unica parola che uscì dalle labbra di Mari:” sembra figo.”
“ non sembra. Lo è!” disse lui, impugnando l’oggetto con una mano sola e facendolo ruotare con orgoglio:” bella anche la tua falce!”
“ è la falce dell’ordine dei Draghi, ecco perché ha la lama di questo colore. Mi hanno insegnato a combatterci sin da quando ero una poppante.” Fece la ragazza, facendo ruotare tra le dita l’arma, affilata e luminescente.
La afferrò in mano, per poi posarla a terra:” Sai se gli altri verranno con noi?”
“ Mmh … io ho proposto, facciano loro.” Rispose l’altro perplesso.
“Già rivestiti?” fece una voce femminile ai due. I ragazzi si girarono e quando videro avanzare fieramente Shondraya con Sheila verso di loro sorrisero.
“Tu e il tuo enorme senso dell’umorismo!” fece Mari prendendo per le spalle Shondraya.
“ potrebbe fare la comica!” fece Sheila, ridendo. La ragazza era in tenuta da combattimento, indossava un mantello attaccato a un armatura piuttosto guerresca, una divisa verde sotto a gonna e stivali semplici e comodi. Attaccata alla vita, teneva appena una spada, con la lama sottile e lunga e l’elsa fatta di un cristallo blu come il mare, che riluceva di una luce meravigliosa al bagliore dell’astro della notte.
Al collo portava un ciondolo a forma di farfalla monarca. Shondraya invece era a maglietta e jeans, giocherellava con il suo coltellino svizzero lanciandolo in aria e riafferrandolo e i suoi occhietti verdi splendevano, insieme agli orecchini ad anello che gli incorniciavano il lobo, di una strana scintilla di curiosità e determinazione insieme.
“ 4 su 11 … ne mancano 7 adesso.” Esclamò Mayen contando sulle dita.
“ Sempre che quei sette si facciano vivi.” Disse Sheila, guardandosi intorno.
“ Errate! Sempre che quei 5 si facciano vedere!” la voce squillante di Fire, e le sue fiamme rosse e quelle blu emanate dalla chitarra che faceva strimpellare tra le dita illuminavano il sentiero a lui e Emanuele, che teneva attaccato a una cintura in vita, dentro delle fodere di pelle, due pistole.
“ Bella! Perlomeno non sarò l’unico maschio!” fece Mayen dando il cinque ai due.
“ Vedo che ci hanno preceduti …” disse Emanuele.
“ Io prima di tutti.” Disse orgogliosa Mari: “In verità non riuscivo a dormire, quindi alla fine mi sono alzata e sono venuta qui. Avevo fatto le valigie già da prima, come potete notare!” indicò dietro di sé una borsa grande ma discreta, che poteva contenere abbastanza roba utile per un viaggio.
Gli altri sorrisero, e Fire disse:” Gli altri secondo voi verranno?”
“ pretendete forse che io, Julianne, mi tiri indietro?!” la voce decisa della ragazza lupo sovrastò gli altri facendo prendere loro uno spavento. L’agile ragazza balzò sopra le loro teste e atterrò in piedi, inchinandosi poi come dopo aver fatto una strabiliante acrobazia:” Grazie grazie, ma non faccio bis!”
“ Julie!” fece Mari correndo ad abbracciarla:” Evviva!”
“ Mia cara, non posso di certo tirarmi indietro io, la licantropa! Cosa ne sarebbe di voi se foste attaccati da lupi e mostri del genere, eh?” disse, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi.
“ la tua arma?”
“ Questi.” Mostrò delle placche intagliate che le incorniciavano le dita, dei pratici tirapugni, e poi tirò fuori una mazza chiodata che preferì non far roteare:” e la mia cara mazzetta. Ma penso che la mia forza innata di licantropo basterà!”
Gli altri risero e lei insieme a loro,e dopo appena due minuti dalla comparsa di Julie, scoccò la mezzanotte, e con lei i passi multipli degli altri 4 del gruppo: in testa Nina, con attaccate alla schiena le sue adorate spade, che estrasse. Lunghe catene erano legate a lame impugnabili e davvero grosse che, a detta della stessa Nina, potevano sprigionare cerchi di fuoco in caso di emergenza.
Seguiva Shana,che teneva legata alla schiena la sua Katana antica come il tempo e Cla, con una spada semplice ma bella, e la sua pratica borsa a tracolla da viaggiatore. Trascinava per il braccio il povero Gira, che camminava mogio.
“ Vedo che Gira non sembra di buon umore!” disse Shondraya, imitando una gallina. Il ragazzo gonfiò le guance in segno di disprezzo:” Sono venuto perché un mago che sa usare la medicina può essere sempre utile no?”
Gli altri annuirono come per dire:” Ovviamente. Ma non ne avevi voglia lo stesso.”
Tutti erano lì finalmente, e sorse spontaneo a Mayen chiedere come avessero deciso. Tutti risposero quasi alla stessa maniera, in sintesi:” La curiosità era troppo grande per reprimerla!”, suscitando una risata consolatoria nel ragazzo vestito di bianco.
“ Bene, possiamo andare allora … ah! Come avete fatto con i vostri genitori?”
“ lettera.” Fecero tutti all’unisono.
“ E poi sarei io l’idiota! Tsk … Cla! Qual è la città più vicina?” fece Mayen. Cla estrasse la mappa delle città e guardò alla luce delle fiamme di Fire:” Dunque … Valres.”
“ Oh, una scappatina a casa, che bello!” Disse il bianco:” In marcia allora!” gli altri annuirono. Compatti, si avviarono verso l’uscita della città, e appena ne furono fuori, si voltarono tutti per riguardarla un’ultima volta. Ne erano certi, l’avrebbero rivista. Forse com’era, forse nuova. Ma non sarebbero tornati da miseri perdenti o da morti, ma da persone mature.
Appena mi verranno in mente delle cose, ve le riferirò nel topic preparativo della storia. Spero vi siate goduti l'inizio del viaggio x3