Certo che lo scoprirò, quanto è vero che mi chiamo Xylon Kernel!
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| Capitolo 4
Nuovo
Moqui
Esco dalla casa. La gente continua a scappare quando mi vede. Non mi importa.
Esco dal villaggio e mi incammino nel bosco. Il suono dei Chatot mi accompagna. Ho deciso di abbandonare il nome Nerino, perché appartiene a Cinzia… e’ il mio regalo di addio per lei. Ora io sono Senza Nome.
Dopo aver camminato per diverse ore decido di sedermi. Mi chiedo come si riconosce un buon allenatore. Forse dalla forza dei suoi pokémon? O dalla sua capacità di cattura. Devo pensare…
E se provassi a farmi catturare? Se uno è capace di catturarmi dovrebbe essere abbastanza forte.
Cerco un allenatore. Non deve essere troppo piccolo e deve amare i pokémon d’acqua. Non deve neanche essere un femmina. Combattere è una cosa per uomini, la mia impressione è che le donne sono fatte per parlare con gli uomini e gli uomini per proteggerle. Almeno questo, grazie a Cinzia l’ho capito.
Arrivo ad una spiaggia. Bambini e bambine giocano con le ciambelle, un uomo pesca e un nuotatore sui trent’anni esce dall’acqua. Potrebbe fare al caso mio. Lo provoco.
‘Un buizel nero! Che rarità, lo voglio catturare!’ dice emozionato.
E’ fatta.
L’uomo fa uscire da una sfera un Blastoise. Un enorme Blastoise.
‘E’ bravo il tuo maestro?’ chiedo con un filo di voce al Blastoise
‘Molto, grazie a lui mi sono evoluto in fretta’
‘sto cercando un allenatore bravissimo che mi faccia diventare forte…’
‘Il mio amico se la cava bene’
‘Mi faccio catturare solo per essere allenato, se riuscite a prendermi vi accetterò come allenatori’
Schivo rapidamente gli attacchi di Blastoise che, lento come una lumaca, non riesce a starmi dietro.
‘Si può fare di meglio’ gli dico provocandolo.
No, non è l’allenatore giusto… questo Blastoise è troppo debole. Deve averlo fatto evolvere con qualche trucco.
Inutile continuare. Conscio della mia velocità scappo a tutta forza nella direzione da cui sono venuto. Marameo, nuotatore!
Passo la giornata tra ricerche, combattimenti e fughe rapide. Nessun allenatore sembra fare al caso mio.
Stanco e affamato cerco uno di quei frutti rossi piccanti. Ho ripreso un po’ di voce e ne approfitto per chiedere ad un Electabuzz dove posso trovare da mangiare.
‘Vieni con me.’
Non mi fido, non voglio rischiare di finire un’altra volta nel buio.
‘Dimmi solo dove posso trovare delle bacche. Piccanti possibilmente.’
Lui resta un po’ incuriosito e poi mi indica un albero.
‘Quelle sono Baccaciliegie e sono abbastanza piccanti.’
Saluto l’electabuzz e mi avvicino all’albero. Colgo tutte le bacche più i basso e le mangio avidamente. Dopo aver divorato una ventina di bacche mi sento finalmente pieno e inizio a sentire il bisogno di riposarmi.
Ad un certo punto il cielo si rannuvola e cominciano a cadere delle gocce d’acqua. Non avevo mai visto niente di simile, però mi piace. Per ogni goccia che tocca il mio corpo mi sento rinvigorire, ho una voglia matta di correre. L’istinto mi avvisa che in queste condizioni potrei correre veloce come il vento, ma non ne ho voglia. Il pensiero di mio fratello mi priva di ogni piacere.
Ascolto.
Il ticchettio delle gocce è molto rilassante, mi tranquillizza. Mi addormento sotto l’acqua. Il mio primo sonno tranquillo, voglio gustarmelo tutto.
Quando mi sveglio il sole è già alto. Mangio rapidamente un paio di baccaciligie e svuoto la vescica dietro un albero.
Decido di incamminarmi verso una città. Così li chiamano i villaggi umani, me lo ha detto uno dei pokémon con cui ho combattuto ieri.
‘Dov’è la città più vicina?’ chiedo ad un chatot di passaggio.
‘Pratopoli. E’ in quella direzione, waak!’
Ringrazio e mi incammino. Nell’erba ci sono diversi pokémon: Shellos, Chatot, Electabuzz… Nessuno di loro scappa. Devo essere repellente solamente per i buizel e per i floatzel.
Sono quasi alle porte della città quando sento dei rumori provenire da dietro gli alberi.
‘Quagsire, Pantanobomba!’ è la voce di un uomo.
Mi avvicino e vedo un omaccione in mutandoni e maschera blu. C’è anche un Floatzel.
Ad un certo punto l’uomo-bomba si accorge di me e si avvicina accompagnato dal floatzel e dal quagsire.
‘Oh, guarda qua un buizel nero… Che rarità!’ dice l’uomo-bomba.
‘Tu… sei il fratello di Pinna Mozza?’il floatzel mi guarda spaventato.
‘Sì, sono suo fratello, Senza Nome’.
‘Oddio...’ Il floatzel arretra.
‘Che ti succede Floatzel.’ L’uomo-bomba si gira verso il pokémon.
Prima di aver il tempo di finire la frase Floatzel fugge a tutta velocità. Cosa lo spaventa, il mio colore o mio fratello?
‘Floatzel!’ l’uomo-bomba inizia a rincorrere il fuggitivo.
Il quagsire intanto si avvicina e mi chiede:
‘Chi è Pinna Mozza?’
‘Per quanto ne so è un floatzel giallo senza una pinna. Afferma di essere il più forte pokémon sulla Terra.’
‘E perché Floatzel è scappato?’
‘Deve aver paura di mio fratello.’
‘E tu perché non sei con lui?’
Non rispondo.
‘Ora devo trovare un bravo allenatore, ne conosci uno Quagsire?’
‘Il mio maestro, Omar è un capopalestra ed è molto forte, ma la nostra squadra è già al completo.’
‘Chi sono i capopalestra?’
‘Allenatori molto forti che devono verificare il livello degli altri allenatori. Ogni capopalestra è specializzato in un particolare tipo do pokémon.’
‘Ci sono altri allenatori?’
‘C’è un ex Superquattro. Per tua informazione i Superquattro sono come i capopalestra, ma più forti.’
‘Dove posso trovarlo?’
‘Guarda. E’ proprio là’ dice indicandomi una persona. ‘George Bellat, Maestro d’acqua’
Senza dire niente mi avvicino all’uomo e attiro la sua attaccandolo.
‘Mugen! Scelgo te!’
Dalla pokéball esce uno Swampert.
Lo attacco con pistolacqua, ma senza successo. Lui invece risponde con un potentissimo Surf che non mi lascia scampo. Non ho dubbi: E’ l’allenatore che fa per me.
Chiedo a Mugen, lo Swampert di George. Di smettere lo scontro.
‘Che vuoi adesso?’
‘Voglio farmi catturare!’
‘Sicuro?’
‘Assolutamente!’
Mugen si gira e fa capire al suo allenatore che voglio essere catturato.
‘Oh, bene. Ho trovato il pokémon adatto!’
Tira fuori una pokéball blu e me la lancia. Non oppongo resistenza.
Sam
Ci siamo. E’ il giorno del mio decimo compleanno e sto aspettando mio padre che mi porterà il mio primo pokémon.
Inizierà così il mio viaggio di allenatore. In realtà vorrei limitarmi a studiarli i pokémon, ma mio padre ha detto che se non inizio prima ad allenarli andrò poco lontano con gli studi.
Io mi fido di mio padre.
Mi vesto rapidamente e scendo giù per fare colazione.
‘Mangia piano Sam!’
‘Shcusha mamma, ma shono emosshionato!’ rispondo con la bocca piena.
‘Che pokémon hai chiesto a tuo padre?’
‘Un pokémon d’acqua. Allo stadio base.’
‘Cocciè lo ‘tato base fratellone?’
Sarah, la mia sorellina. Ha 3 anni ma è già molto decisa.
‘Lo stadio base è il primo livello dell’evoluzione di un pokémon. E’ talvolta preceduto dallo stadio Baby.’
‘E cocciè l’evo’uccione?’
‘Ah.... ehm... quando un pokémon diventa un altro pokémon. Credo.’
Per tutta la durata della colazione spiego a mi sorella un paio di cose sui pokémon. La mia maestra mi dice che ho talento e che potrei diventare un bravo scienziato.
‘Sam vestiti che tra poco arriva a farci visita Omar.’
Omar è il capopalestra locale ed un vecchio amico di papà.
Mentre salgo le scale vengo assalito dalla gioia. non ci credo. Sto per ricevere il mio primo pokémon non vedo l’ora. Papà mi ha promesso un pokémon d’acqua speciale per il mio decimo compleanno. In camera ho la cartolina che mi permetterebbe di prendere un Turtwig, un Piplup o un Chimchar. solo che Sabbiafine è troppo distante da Pratopoli.
‘Buongiorno!’ è Omar.
Scendo velocemente le scale.
‘Ciao Omar!’
‘Oh, ecco il futuro allenatore. Stai aspettando tuo padre con trepidazione vero?’
‘Puoi giurarci!’
‘E tua sorella dov’è?’
‘Oh, lei è già andata all’asilo’
‘Ciao Omar, buongiorno!’ arriva mi madre.
‘Buongirno a te Laura.’
‘Vieni Omar, ti faccio vedere una cosa.’
Lo porto su in camera mia e accendo il portatile.
‘Cosa c’è di bello?’ mi chiede incuriosito.
‘Sto cercando di creare una MN con una mossa mai vista.’
‘Ehi, niente male. Hai solo dieci anni dove diavolo hai imparato?’
‘Da solo, eheh...’
‘E di che mossa si tratta?’
‘E’ un segreto, la vedrai quando sarà pronta. Posso dirti che questa MN può essere imparata praticamente da tutti i pokémon.’
‘Sei un genio Sam, potresti dedicarti allo studio dei pokémon’
‘Lo dice anche la mia maestra, ma ho deciso di iniziare come allenatore. Così potrò conoscere i pokémon più da vicino.’
‘Non ho mai visto nessuno dedicare tanto imegno in una cosa. Buona fortuna.’
‘Quale fu il tuo primo pokémon Omar?’
‘Quando ero piccolo catturai un Buizel. Ora è evoluto ed è il più forte tra i miei pokémon. Scusami ma ora devo andare ad allenare un po’ la mia squadra.’
Omar scende le scale ed io spengo il portatile. Tutti gli adulti a cui lo faccio vedere non mi prendeono sul serio, lo capisco dal tono di Omar. Sto preparando una MN che insegna ai pokémon il linguaggio umano, spero di farcela, farò vedere a tutti ciò che posso fare.
Passo la mattinata immaginando il pokémon che mio padre mi porterà: Mi piacerebbe un Squrtle, come Alphonse oppure un Totodile, come Edward. Chissà.
Guardo il quadro coi pokémon di mio padre:
Leaude, il fiero Empoleon
Seth, il cinico Cloyster
Alphonse, il sicuro Blastoise
Mugen, il comico Swampert
Chiquito, il Ludicolo casinista
Edward, il timido Feraligatr
Oramai sò a memoria tutti i titoli che mio padre ha dato ai suoi pokémon.
Un’altro problema è come chiamerò il mio pokémon. Ci vuole un nome originale, che non può venire in mente a nessuno. Riaccendo il portatile e inizio a scribacchiare qualche nome.
Itz
Nemeth
Doron
Gipp
No, fanno tutti schifo. Inizio a premere lettere a caso: moquihtrnsjgsgrfkviod. La mia intenzione è trovare un nome tra queste lettere, giochetto che faccio spesso. Solo che ora devo decidere il nome del pokémon.
I miei occhi si soffermano sulle prime cinque lettere: M O Q U I, Moqui. Mi piace, ispira simpatia.
‘Moqui, Moqui, Moqui.’ dico tra me e me per memorizzarlo bene. Moqui, come... come... niente. Moqui è Moqui e basta. Ecco il nome.
‘Sam sono a casa!’ E’ mio padre. E ha con se il mio primo pokémon.
Corro giu dalle scale urlando evviva.
Mio padre è giù insieme a mia meadre e mia sorella, tornata apposta dall’asilo per festeggiare il mio compleanno. Dietro mio padre ci sono i suoi pokémon.
‘Che pokémon è papi, che pokémon è?’
‘Guarda tu stesso’ mi porge una sfera blu ‘Buon compleanno Sam’
Rigiro la sfera tra le mani pregustando la vista del mio pokémon.
‘Vai sfera poké!!!!’
Dalla sfera esce un pokémon nero con il galleggiante rosso. Un Buizel.
Con le lacrime agli occhi per la contentezza abbraccio il buizel. Grazie papà.
Se il capitolo vi è piaciuto, siete pregati di commentare costruttivamente XD
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DN cos'è??
