15674, una delle tante storie di mia invenzione xD

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Rodja95
CAT_IMG Posted on 2/8/2011, 18:31




boh, se avete voglia leggetelo xD su facebook è piaciuto ù.ù nono so se a voi piacerà! buona lettura! e se piace posto gli altri capitoli!


Capitolo 1

" Lei è 15674. La nuova donna delle pulizie." Fu così che mio padre, il tenente - colonnello Frank Schubert, presentò la nuova serva.
La teneva stretta al braccio, vestiva con un camice logoro e da sotto il camice si poteva scorgere la divisa da prigioniera del campo.
Ciò che mi sorprese di lei non era tanto l'aspetto fisico, infatti era come tutti i prigionieri: magra pelle e ossa, viso scavato, occhi infossati, capelli unti e sporchi. No, non furono neanche quegli occhi neri come la notte, ma che non balenavano di nessuna emozione, tanto ne avevano viste. Erano vuoti e senza fondo, non avevano espressione alcuna. Non fu quello a sorprendermi, neanche la cascata di capelli neri che le ricadeva sulle spalle ossute. Fu il suo portamento; rigida, dritta, come in posa militare. Teneva lo sguardo fisso su mia madre, che glielo ricambiava indifferentemente.
" Su, 15674, saluta." fece mio padre, stringendo crudelmente la presa al braccio della ragazza, che più o meno poteva avere la mia età. Lei non emise gemiti di dolore, strizzò gli occhi soltanto e mugolò qualcosa di incomprensibile. Mia sorella Roberta la squadrava con gli occhi, leggermente disgustata. Aveva una smorfia stampata in viso come di ripugnanza. La nuova arrivata non faceva segni di offesa. Perlustrava con lo sguardo ciò che la circondava e basta. E poi il suo sguardo si volse su di me. Incontrai quegli occhi, neri e senza espressione. E un brivido mi percorse la schiena. Mi faceva impressione, tanto che sobbalzai.
"Max ... che ti prende?" mia madre mi scrollò per farmi riprendere dal lieve spavento. Io scossi la testa e continuai a fissare la ragazza.
La domestica di prima, la numero 65878, non era resistita per più di un mese. Mio padre dovette licenziarla, e io sapevo ormai la sorte che toccava ai malati. Il giorno in cui la donna venne tolta dal servizio, quell'anziana donna incapace di pelare una misera patata, la ciminiera vomitò fumo nero, e l'aria venne impregnata di uno strano odore, e aleggiava la morte.
Io, Max Schubert, figlio del tenente colonnello dell'esercito nazista della Germania del Sud Karl Schubert, ero uno dei pochissimi tedeschi in questo mondo e in questo periodo della storia a non capacitarmi di che peccato avessero commesso gli Ebrei. Ogni volta ci ragionavo e mi chiedevo:Ma che avranno mai fatto di male? Perchè devono finire in atroci sofferenze le loro già misere vite? Me lo chiedevo da così tanto tempo che ormai la notte venivo perseguitato dagli incubi.
Avevo ereditato due grandi occhi verdi come quelli della nonna, che una volta scoprii essere per metà Ebrea. Da allora i miei dubbi furono ancora più angoscianti, e capelli nerissimi a dispetto del biondo immacolato del resto della mia famiglia, e dei loro specchi d'acqua cristallina negli occhi. Nonostante mio padre avesse tentato diverse volte di farmi cambiare partito e di inculcarmi l'idea che quella "razza" andava odiata e sterminata, io avevo desistito da tutti i suoi tentativi di persuasione e continuato a restare neutro alla questione, quasi dalla parte delle evidenti vittime. In Famiglia ero leggermente emarginato per ciò, mia sorella mi ignorava, mia madre tentava di farmi ragionare gentilmente ma senza risultato. Avevo ormai sedici anni, ma nessuno mi aveva tolto dalla testa i miei propositi.
Tornando all'arrivo della giovane Ebrea .. lei non fiatò per quegli infiniti dieci minuti in cui restò impalata all'entrata della sala da pranzo di casa mia, una villa in campagna, non a caso vicina proprio a un campo di lavoro. Odiavo definirli " di concentramento" .. mi faceva venire i brividi.
Dopo dieci minuti comunque, mio padre diede uno spintone alla nuova arrivata facendola cadere in ginocchio sul pavimento di piastrelle bianche. Come prima non emise segni di dolore. Mia sorella sghignazzò divertita, mia madre distolse lo sguardo, io restai allibito. Ebbi la tentazione di aiutarla ad alzarsi, e il mio corpo reagì prima. Mi alzai di botto dalla sedia, oltrepassai la sedia di mia madre e mi avvicinai alla ragazza. Tesi la braccia per poterle afferrare le sue e darle una mano. Fu in quel momento che mio padre mi fulminò con lo sguardo.
" Max, non toccarla!" mi tuonò ferocemente. Mi spaventai da quel brusco rimprovero e ritrassi le mani. Lei alzò piano la testa e mi fissò. Mi sembrò di vedere delle lacrime, i suoi occhi erano lucidi. Piangeva! Silenziosamente, ma lo stava facendo. Mi alzai riluttante e tornai a sedermi. Lei si rialzò da sola e si sistemò il grembiulino.
" Ora al lavoro!" le disse mio padre. Lei tenne la testa china e corse vicino al camino spento, dove stavano un secchio di patate da sbucciare, un coltello e il ramazzo. Si sedette china sul secchio, afferrò una patata e iniziò a pelarla. Aveva mani affusolate e dita sottili, nonostante questo riuscì a pelare la patata abbastanza veloce e bene. Controllò il tubero e lo mise in un vassoio vuotò. Poi continuò.
Nel mentre mio padre era rientrato nel suo studio, mia sorella nella sua stanza, mia madre restò seduta con me, china sulla rivista che stava leggendo prima dell'arrivo di papà.
E io? Io continuai a fissare il numero 15674 ... o chiunque essa fosse. E mi sentivo un peso dentro lo stomaco davanti a quello spettacolo a dir poco deprimente.
 
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Maria G.2
CAT_IMG Posted on 2/8/2011, 18:40




non ho parole,mia cara.
hai superato te stessa
 
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Rodja95
CAT_IMG Posted on 2/8/2011, 19:16




CITAZIONE (Maria G.2 @ 2/8/2011, 19:40) 
non ho parole,mia cara.
hai superato te stessa

wow grazie mille Mary :3 domani posto il 2 :)
 
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Rodja95
CAT_IMG Posted on 3/8/2011, 09:01




Insultatemi a dovere se avete qualcosa da commentare, Maria leggi il seguito :3 buona lettura <3


capitolo 2.

Pelava le patate in silenzio, e io continuavo a fissarla perduto in quella postura piegata così tranquilla. I suoi due occhi neri profondissimi sembravano fessure dall'angolazione che prendevo io, faceva quasi tenerezza messa china sul secchio. Avrei voluto dirle qualcosa, non so ... forse salutarla e basta. Sapevo però che non mi sarebbe convenuto farlo: mio padre non voleva che i suoi figli si "infettassero" con quegli "esseri" (parole sue), mia madre era lì e nonostante tutto non si era accorta di niente, come del resto la giovane, e Mia sorella ... chi se ne frega di lei? Tanto per lei sono assente!
Qualcosa mi risvegliò dalla trance, era mia madre che chiudeva la sua rivista per andarsene.
" Max .. attento a quello che fai." mi disse, notandomi mentre ero chiaramente voltato verso la ragazza. Io mi risedetti composto e annuì deglutendo. Lei si voltò, andò nell'atrio e indossò la sua giacca marrone. Stava uscendo, l'autista la stava aspettando fuori.
Ora in cucina c'eravamo solo io e il numero 15674. La trovai un'ottima occasione per poterle parlare. Diedi un'ultima occhiata in giro con lo sguardo, per vedere se stesse arrivando qualcuno, e vista la via libera, mi alzai dalla sedia, la rimisi senza fare rumore e avanzai verso la ragazza. Lei, dal canto suo, si accorse della mia presenza, sobbalzò stringendo la patata nel pugno della mano sinistra e mi guardò spaventata.
Solo allora mi accorsi di quanto .. fosse bella: non era una bellezza immacolata, ma innocente, quel suo sguardo unito alle sue sottili labbra violacee sapeva di castità, di innocenza, insomma .. di purezza. Fu anche allora che mi accorsi che dal collo le pendeva la stella della sua religione.
Mi chinai, lei invece si ritrasse verso il muro del camino pieno di cenere e mi guardò supplicante. Io cercai di tranquillizzarla a gesti:" Non voglio farti del male ..."
" Vai via ..." disse lei in un filo di voce. Aveva una timbro delicatissimo, dolce e melodioso. Lo adorai e le mie orecchie vennero investite da quel flebile richiamo.
" Ascoltami ... voglio solo ... conoscerti."
" Voi ci odiate .." fece lei con tono più convinto guardandomi negli occhi:" perchè dovrei fidarmi di ... lei?"
" Dammi del tu .." tentavo in qualche modo di aprire la conversazione con lei:" Io .. sono Max .. tu?"
Lei inarcò il sottile sopracciglio bruno, e voltò la testa verso il suo braccio tatuato:" 15674". rispose atona.
" No, intendo il tuo vero nome." le dissi cordiale.
Lei esitò un attimo, poi disse debolmente:" Mi è stato ordinato di dimenticarmi del mio nome."
" Ma ci sarà ancora un flebile ricordo di ciò, no?" feci io cercando di convincerla.
Lei allora mi scrutò con i suoi grandi occhi neri senza espressione. Erano solcati da lievi borse di insonnia. Pensai che al campo la vita fosse davvero tremenda e mi stupii di come lei fosse ancora in buono stato.
La ragazza respirò a fondo, e riprese a pelare la patata e sussurrò:"Deborah."
" Deborah .. davvero un bel nome." risposi io. Lei abbozzò un sorriso forzato.
Si chiamava Deborah, un nome tipicamente ebraico. Suonava così bene pronunciato da lei, mi innamorai di quel suono così soave. Tentai di continuare la conversazione.
" Deborah ... la tua famiglia dov'è?" chiesi titubante. Deborah arrestò ciò che stava facendo, e alzò gli occhi verso di me. Rilucevano, la bocca le tremava, e aveva fremiti in tutto il corpo; stava per mettersi a piangere, sicuramente.
"Oh santo .. no lascia perdere non sei obbligata a dirmelo!" feci come per rimediare alla cavolata che avevo appena fatto. Ricordandole dei familiari, che sapevo più o meno che sorte avessero avuto, l'avevo fatta piangere. Stupido!
" No ... è solo che non ci sono abituata ..." fece lei cercando di scusarsi, con la voce rotta dai singhiozzi deboli:" Mia madre è al campo ... mio padre è ... stato arrestato ..." e qui un singhiozzo più forte l'interruppe e vidi una lacrima solcarle le guance. Mi si strinse il cuore.
" Non sei obbligata a continuare .. tieni." estrassi dalla tasca un fazzoletto pulito e glielo porsi. Lei mi osservò e tremante prese delicatamente il panno. Le nostre dita ebbero un contatto, sentii allora un brivido scorrermi lungo la schiena. Lei era come arrossita, si terse le lacrime e sussurrò un grazie. Il discorso si interruppe lì, animato solo dai suoi singhiozzi post - pianto.
Sarei voluto rimanere ancora per poterla consolare a dovere, ammirare quegli occhi ancora per un pò. Ma un bussare frenetico mi risvegliò. Lei sobbalzò e divenne pallida in volto, come se avesse riconosciuto quel tocco così brusco alla porta. La guardai mentre mi alzavo mogiamente per poter aprire alla porta, lei continuava come a nascondersi su se stessa, come un riccio davanti al predatore.
Andai ad aprire raccomandandole di restare lì, e mi trovai davanti un soldato robusto che mi guardò con cipiglio presuntuoso. La sua corporatura davvero muscolosa mi faceva impressione, ma mi spaventarono gli occhi; penetranti e malvagi, di un azzurro più pallido del ghiaccio stesso.
Lo salutai militarmente, e lui poi parlò:" la numero 15674." Il suo tono di voce era freddo.
Io lo guardai accigliato e poi mi volsi verso Deborah. Lei sentì quella voce spaventosa e si avvicinò:" Vengo." Poi uscì fuori tremando dalla paura e io stetti a guardarla, mentre quello strano soldato le metteva ... il braccio attorno alle spalle.
Che fosse ... No, non volevo pensarci. Non potevo pensare che a lei potesse toccare un compito simile. La guardavo allontanarsi e uscire dal cancello del cortile accompagnata dal quel soldato che non aveva certo l'aria amichevole.
Salii in camera mia pensieroso e mi buttai sul letto, e guardando il soffitto mi venne agli occhi la sua immagine. La sua innocenza. La sua bellezza.
 
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Maria G.2
CAT_IMG Posted on 3/8/2011, 12:31




e chi cavolo è quell'altro soldato?
cmq bella storia,fanne un libro.
 
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Rodja95
CAT_IMG Posted on 3/8/2011, 15:51




CITAZIONE (Maria G.2 @ 3/8/2011, 13:31) 
e chi cavolo è quell'altro soldato?
cmq bella storia,fanne un libro.

Vedrai vedrai ... non voglio fare spoiler per ora ... Comunque grazie :3
 
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Rodja95
CAT_IMG Posted on 4/8/2011, 13:43




Capitolo 3.

Rimasi sul letto a fissare il soffitto, e il suo ricordo mi invase i pensieri. Quelle poche parole che ci eravamo scambiati pochi minuti prima mi erano sembrate indispensabili per avvicinarmi un passo a lei. Lei .. sembrava una piccola farfalla ancora in attesa di uscire dal suo bozzolo, una bellissima farfalla ,timida e bramosa di attenzioni. Sentivo che il mio cuore era stato rapito in qualche modo da quei suoi occhi magnetici ...
Avevo sentito parlare del colpo di fulmine .. quella scossa che ti metteva in subbuglio i sensi quando vedevi qualcuno che ti aveva rapito immediatamente l'anima. Lei ci era riuscita ... in qualche modo. Non so cosa fosse ad avermi attirato verso di lei ... amore? Mmh ... troppo presto per dirlo, ma sentivo che in quella ragazza c'era qualcosa, qualcosa di fiero e nascosto. Sospirai al sol ricordare del soldato che le cingeva le spalle con malizia, e di lei, tremante che camminava accanto a lui pestando la ghiaia del giardino. Quel soldato non mi diede affatto una buona impressione ... e l'aveva chiamata con così tanto disprezzo nella voce che temetti per un attimo che ce l'avesse a morte con lei. Ma pensai:" Cosa può avergli fatto? é una creatura deliziosa ..." e mi reimmersi nei suoi capelli ...
Capelli? Strano ... erano lunghi e fluenti, neri come la notte ... era strano che li avesse ancora .. da quel che sapevo ai prigionieri venivano rasati prima di iniziare a lavorare .. perchè a lei no? Cosa aveva di speciale?
Quel pensiero mi turbò a tal punto che mi alzai dal letto e andai accanto alla finestra per scrutare fuori, in attesa del suo arrivo. Niente.
Improvvisamente sentii bussare alla porta. E chi bussò entrò senza permesso. Era mia sorella, ma sul suo volto illuminato da due zaffiri splendenti non era dipinto il disgusto, ma la preoccupazione.
" Max ... posso parlarti?" mi chiese con tono supplicante. Io la feci accomodare un pò perplesso e la feci sedere sul letto. lei si sedette, incrociò le mani sul grembo e iniziò: " Hai parlato con la serva?"
Io deglutii nervoso:" E a te che importa?"
" Ti sei accorto che aveva i capelli vero?" mi disse lei senza tener conto della mia risposta.
Io mi voltai e annuii accigliato. Lei continuò:" Ti ho visto prima mentre la guardavi con quel soldato ... sta attento."
" Elly, che devi dirmi? Non dirmi che vuoi rimbrottarmi di averle rivolto la parola!" sbottai nervosamente. lei mi fissò allibita:" Puoi fare quel cavolo che ti pare, ma stalle lontano! Te lo chiedo per favore .."
" E se non ne avessi intenzione?" dissi io un pò arrabbiato. Il tono di voce di mia sorella supplicava quello che aveva accennato prima. Non capivo il perchè, ma se era solo per quella dannata questione della razza .. beh, poteva scordarselo.
Lei allora si alzò e mi venne accanto facendo strusciare il vestitino blu e fissandomi negli occhi:" lei non è una semplice prigioniera che papà ha deciso di assumere! Ha ancora i capelli ... sai che significa?" mi chiese misteriosa. Io scossi la testa ignaro del vero motivo; volevo sapere cosa significasse in realtà quel simbolo. Afferrai le spalle di mia sorella, la scrollai e glielo chiesi:" Dimmelo tu, io non lo so."
" é quella che viene volgarmente chiamata .. Hundin." disse lei secca, togliendo la presa delle mie mani della sue spalle.
Io restai senza parole .. Lei? Una Hundin? Cioè .. una puttana? Come era ...
Andai addosso a Elly con gli occhi sbarrati dal disgusto:" Come puoi dire una cosa simile? Dimmi perchè pensi che lei sia ... una Hundin!"
" ha ancora i capelli, e il soldato le cingeva le spalle! Solo una schiava sessuale ha questi privilegi! Devi stare attento! Non avvicinarti a lei se quel soldato è nei paraggi .. lo conosco sin troppo bene! Se non vuoi che le faccia del male, stalle lontano capito?"
" Mi rifiuto di credere a questa sciocchezza!" dissi io sconvolto:" lei ... no!" Sbattei i piedi per terra furente, maledicendo il mondo. Come poteva una creatura tanto delicata essere usata come un giocattolo per soddisfare le voglie sessuali di sudici soldati? No, mi rifiutavo di credere a ogni singola parola di mia sorella.
Lei continuava a guardarmi e disse infine:" Non voglio che tu rischi la vita ... e fallo per lei. Se venissero a scoprire che ha una tresca con te ... verrebbe uccisa."
Mi voltai verso Elly dopo che ebbe pronunciato quelle parole, ma invece di darle corda la guardai digrignando i denti:" Non provare pietà per lei .. Ora vattene. Lasciami solo!" le urlai contro scacciandola con i gesti. Lei sobbalzò e corse via imprecando sottovoce contro di me, ma non me ne importava un fico secco.
Appena la porta si chiuse, caddi in ginocchio davanti al letto e nascosi il viso tra le mani tremanti. Non potevo credere che Deborah venisse violentata ogni notte .. non volevo credere che il suo sguardo di innocenza fosse invece di delusione e frustrazione. I pensieri mi trapanavano il cervello, le farfalle mi volavano nello stomaco.
In uno sprizzo di quel poco di sanità mentale che mi rimaneva, mi dissi che glielo avrei chiesto di persona appena fosse tornata a casa. Glielo avrei chiesto direttamente. Non so se mi avrebbe riposto, ma avrei saputo, dovevo sapere.
Mi risedetti sul letto e stetti immobile con la testa chinata tra le mani. Respirai a fondo, e e mi buttai sul morbido materasso. Non volevo crederci assolutamente. Non era possibile. Lei non poteva essere nelle mani di quel stupido gioco perverso. Non lei.
Fu allora che ammisi al mio cuore di essere stato rapito da lei, la mia prediletta Deborah ... o numero 15674.

PS: il nome della sorella è per intero Roberta - Eleonora (Lo si vedrà nel capitolo 7) ... semplicemente perchè mi ero dimenticata come si chiamava dal primo capitolo e ho cambiato nome per sbaglio.
Quindi ho rimediato unendoli.
 
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Maria G.2
CAT_IMG Posted on 4/8/2011, 19:55




oh mioddio è una puttana per i soldati???????? mischina...
 
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PôkëîÑâ
CAT_IMG Posted on 4/8/2011, 21:09




Bellissimo continua *-*
 
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Rodja95
CAT_IMG Posted on 5/8/2011, 08:29




CITAZIONE (Maria G.2 @ 4/8/2011, 20:55)
oh mioddio è una puttana per i soldati???????? mischina...

si purtroppo, ma solo per il sodato in questione .... poverina D: ma dovevo rendere sta storia interessante no??
CITAZIONE (PôkëîÑâ @ 4/8/2011, 22:09)
Bellissimo continua *-*

Grazie mille, arriverà a breve il quarto <3
 
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Rodja95
CAT_IMG Posted on 5/8/2011, 15:25




capitolo 4.

Aspettai il ritorno di Deborah fino a tardi, senza darlo a vedere al resto della famiglia. Stranamente tornò molto tardi, era già l'una di notte, e rincasò in compagnia del soldato, che aveva una disgustosa espressione in volto, contrastante con quella spaventata e indifferente della giovane, che sembrava tremare. Non dormii dall'attesa, e la vidi attraverso le scale, senza farmi notare troppo.
Lei se ne andò in cucina in punta di piedi, e sentì chiaramente che si stava coricando per dormire. Scesi silenziosamente dal mio nascondiglio e andai da lei. Mi dava le spalle, era accovacciata come un gatto davanti al camino spento, con una misera coperta che la copriva, il suo respiro affannato si poteva sentire chiaramente dall'ingresso della cucina. Senza far rumore mi avvicinai a lei, con occhi luccicanti. Arrivatole accanto, mi sporsi per poterla guardare in viso.
Dormiva, ma non aveva il viso rilassato; contraeva le palpebre come se sentisse dolore, stringeva la coperta mossa da brividi di freddo, nonostante fossimo in estate, e teneva le gambe vicino al petto. Notai che stava come piangendo; mugolava nel sonno e un luccicchio illuminava le sue palpebre.
Mi chinai e la scossi un pò nel tentativo di svegliarla. lei aprì gli occhi sbarrandoli all'improvviso e si volse di scatto verso di me spaventata. Il suo volto non tradiva un senso di terrore e di sottomissione.
" Calma, sono io .." le dissi per tranquillizzarla:" Dove sei stata?"
" Sei tu ..." fece lei sussurrando guardandomi dritto negli occhi. Il suo volto etereo era illuminato dal lievi raggi di luna che penetravano dalla finestra. Vidi un rivolo di lacrime scivolarle dall'occhio destro, e un singhiozzo soffocato uscirle dalla bocca.
" Cosa è successo?" le chiesi compassionevolmente. Lei si mise seduta e si coprì il volto con le mani piangendo silenziosamente, senza rispondere alla mia domanda. Mi scacciò con la mano:" Vai via .. ti prego."
" Dimmi cosa ti ha fatto quello lì." le dissi poggiandole la mano sulla spalla. Lei si ritrasse:" ti ho detto di andartene! Non metterti contro di lui." mi disse sottovoce, e disperata.
" perchè non dovrei?"
" Perchè ti ucciderebbe ...e ... ucciderebbe anche me. Ti prego Max ... perchè lo fai?" mi disse come supplicante.
" Perchè lo faccio? Tu dimmi solo che cosa fate voi due ..." insistetti curioso e cercai di avvicinarmi a lei. La ragazza in risposta si alzò di scatto e si mise contro il muro:" Nono sono affari che ti riguardano!" mi disse nervosamente. Io mi alzai e mi avvicinai a lei gentilmente. Evitai la sua mano che stava per colpirmi stizzosa e ... le misi la mano sulla guancia:" Dimmelo ti prego ..."
Lei fu come scossa dal mio gesto. Sussultò al contatto della mia mano sulla sua pelle, incredibilmente liscia e morbida, e con voce tremante mi disse:" é una cosa che non voglio dirti .. semplicemente per non farti male, e non fare ... del male a me."
" Sei la sua ... concubina?" le chiesi io,prendendolo il viso tra le mani e costringendola dolcemente a guardarmi negli occhi. Lei mi fissò impaurita e singhiozzò. Notai allora un filo di rossetto carminio sulle sue labbra. Copiose lacrime le scesero dagli occhi e mi bagnarono le dita:" Non volevo ... ma mi ha costretto ..." E iniziò a piangere, tirando su col naso. Io le lasciai il volto, allibito da quella risposta così cruenta. Mia sorella aveva ragione, lei era una ... Non osavo dirlo. Ma dalla sua reazione non ne sembrava affatto contenta. Anzi, non le piaceva per niente.
" Perchè lo fai? cosa ti porta a fare ciò?" le chiesi dolcemente.
" Se non sto al suo gioco ... mia madre .. verrà gassata." disse lei in preda ai singhiozzi. Sentii improvvisamente le sue dita stringere la mia giacca del pigiama e il suo volto immerso nel mio petto:" come farò?" disse.
Avvertii il suo calore e le sue lacrime bagnarmi e una peso sul cuore mi mozzò il fiato. Vederla così, indifesa e incapace di spiccicare parola, mi rendeva inutile. Volevo in qualche modo aiutarla.
La cinsi delicatamente tra le mie braccia:" Hai voglia di raccontarmi tutto? Sono tuo amico."
Lei si limitò a scuotere la testa staccandosi vergognosa dalla mia presa, ma sorrise. Sorrise dolcemente consolata da quella parole. E io adorai quel suo sorriso.
" ora vai, però. Se ci scoprono .. passeremo dei guai .. e .. grazie del sostegno." Mi disse sottovoce. Afferrò la mia mano e la baciò delicatamente. Io sussultai lievemente e la guardai negli occhi dolcemente:" Notte ..." Le sfiorai il volto con la mano e mi allontanai da lei. Deborah si rimise accovacciata come prima e potei sentirla respirare, stavolta più tranquillamente.
Salii in camera con un sorrisetto sulle labbra e mi chiusi dentro buttandomi sul letto. Era già le due meno un quarto, ma ci misi molto a prendere sonno.
La verità era che la povera piccola era davvero una ... Hundin. ma non mi importava. Non immaginavo minimamente che grosso peso tirasse sulle sue fragili spalle,lo faceva per la madre ... era sotto minaccia. E di sicuro il soldato l'aveva mandata qui per tenerla in buona condizioni e per non farla morire al campo ... così da potersela godere di più.
Mi disgustò quella sudicia idea di ipocrisia, e mi rigirai tra le coperte con occhi sbarrati e pensierosi. Riuscii ad addormentarmi solo al pensiero di quel suo contatto con me, di quando ci eravamo abbracciati. E del suo volto sorridente, quel sorriso che emanava serenità.
Alle due ero ricaduto nel mondo dei sogni, con il cuore per metà in pace e per metà scombussolato della presenza del numero 15674.
 
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PôkëîÑâ
CAT_IMG Posted on 5/8/2011, 18:42




Wow *-*
 
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Rodja95
CAT_IMG Posted on 6/8/2011, 15:18








PôkëîÑâ grazie mille <3 ecco il cinque!

Capitolo 5

La mattina seguente mi sveglia davvero presto nonostante fosse domenica. Lei era già sveglia e stava passando il ramazzo in assoluto silenzio per spolverare la cucina. Scesi in punta di piedi per non svegliare il resto della famiglia e la vidi mentre era intenta a togliere la polvere da sotto il tavolo.
" Buongiorno." esclamai facendole notare la mia presenza. Lei sussultò, e vedendomi sorrise piano:" Buongiorno." mi disse debolmente.
" Dormito bene?" le chiesi tanto per attaccar discorso.
" Meglio di quando ero al campo, tutto sommato ... ma sono un pò stanca."
" Perchè allora non ti riposi?"
" non posso, essendo domestica devo svegliarmi prima di tutti e fare le faccende domestiche ..." disse continuando a passare la scopa.
Io la guardavo, seduto su una sedia in cucina. Cadde un silenzio piuttosto imbarazzante in quel momento, e mentre io continuavo a fissarla, l'unico rumore che si poteva percepire era la scopa che con il suo lieve graffiare sul pavimento muoveva la polvere e la sporcizia via dagli angoli più nascosti della casa. Il sole splendeva lieve dalla vetrata e riluceva sulla bianche mattonelle, illuminando il piccolo ambiente di cucina.
Era appena le sette, e mi sembrava strano che mio padre, che doveva svegliarsi prestissimo per andare al lavoro, stesse ancora dormendo. Pensai che fosse per la domenica, ma a quanto mi ricordavo io anche la domenica lui era di servizio.
Allora lo chiesi a Deborah:" Scusa, mio padre si è già svegliato?"
" Il signor Frank? Mmh ... penso di no, non ho sentito rumori da stamattina, o me ne sarei accorta certamente se qualcuno si fosse svegliato prima di me..." disse lei pensierosa:" In effetti sembra strano anche a me ... forse stavo dormendo pesantemente. Ma perchè questa domanda?" mi chiese voltandosi verso di me, china sulla scopa.
Io risposi:" Così ... a proposito di papà ... ti ha detto qualcosa prima di metterti al servizio?"
Lei interruppe un attimo ciò che stava facendo, e alzò gli occhi al cielo come se stesse cercando di ricordare qualcosa:" Niente di particolare, solo di lavorare sodo se volevo salva la pelle."
" E perchè ha scelto di darti questo incarico?"
Lei riprese a passare il ramazzo e poi si pulì le mani nel grembiule:" da quel che ho capito, l'altra domestica non andava bene, e visto che io ero l'unica abile in cucina, ha scelto me ... e poi lo ha voluto lui..." e qui le tremò la voce, come se stesse iniziando un discorso abbastanza doloroso.
" Lui ... il soldato?"chiesi io cercando di cavarle il rospo dallo stomaco.
" si ..." disse lei in un filo di voce. Avendo finito di passare la scopa, la mise contro il muro, poi si avvicinò al lavello pieno di stoviglie sporche, aprì l'acqua ancora gelida e si mise a lavare i piatti.
Io mi alzai per andarle vicino, ma appena fui a poca distanza da lei, Deborah mi allontanò con un gesto, bagnandomi la giacca:" No, non puoi starmi vicino, lo sai ..."
" Ok .." feci io allontanandomi a malincuore ma tenendomi sempre a pochi passi da lei. Volli tentare una discussione con la giovane, così parlai:" Come hai fatto a finire al campo qui vicino?"
Lei per un attimo interruppe il lavaggio della tazzina che aveva in mano, alzò la testa e sospirò:"Abitavo nel ghetto ebreo della cittadina di Amburgo ... in verità eravamo ospitati da una famiglia .. di nascosto .. ma poi .." e qui intravidi controluce una lacrima:" qualcuno fece la spia, e fummo scoperti ..."
" E dopo che cosa è successo?" chiesi io, piano e dispiaciuto.
" Io e mia madre fummo caricate su due furgoni diversi, e io in verità venni scortata dal soldato che hai visto ieri ..." il respiro le si fece mozzo, prendeva grandi boccate d'aria nel raccontare come sotto a un attacco d'asma. Nel mentre l'acqua continuava a scorrere dal rubinetto e schizzava il suo grembiule venendo a scontrarsi con il mucchio di porcellana raccolto nel lavello.
" E che cosa ..."
" preferisco non dire cosa ho dovuto subire dalle mani di quello lì ..." fece lei con voce tremante.
Io spalancai gli occhi disgustato. Toccare un donna come se fosse un oggetto; mia madre era riuscita ad insegnarmi il rispetto per l'altro sesso perlomeno, e immaginando cosa quel sodato le avesse fatto, mi venne un conato dritto nell'esofago dal disgusto.
" Oh santo cielo .. ma quindi ..." le chiesi, cercando di non far trasparire la mia vergogna nel chiederle se fosse ancora effettivamente innocente. Lei si voltò e sorrise flebilmente:" Tranquillo, sono ancora casta ... per adesso non lo lascio andare oltre ..."
" ma lui quindi ti maltratta?"
" Per adesso non è andato oltre, ma ci vorrà davvero poco.." singhiozzò, impaurita al solo pensiero di quella cosa:" Noi ebrei ci dobbiamo conservare casti fino al matrimonio ... ma non so se avrò tale fortuna ..." disse lei debolmente, riprendendo a lavare le stoviglie perchè sentì il freddo dell'acqua sulle mani intorpidite.
Io sospirai, guardandola di profilo, e allungai il braccio per poter riuscire a metterle una mano sulla spalla per confortarla. Volevo fare in modo che sentisse la mia vicinanza, che sentisse il mio aiuto. Un rumore però di passi mi ridestò e allontanai subito la mano. Era il rumore di stivali che scricchiolano nella ghiaia del giardino, e da quel che potei capire erano due persone a camminare, anche dalle voci che sentivo. I due confabulavano, e riconobbi nel vociare la voce di mio padre ...e anche quella del soldato misterioso.
Andai subito a sedermi alla tavola, mentre Deborah riprese a lavare le stoviglie in assoluto silenzio. Anche lei di sicuro aveva percepito i passi e si era allarmata.
Come aveva immaginato, la porta d'ingresso si aprì, e mio padre insieme al giovane entrarono, mentre confabulavano tra di loro.
Mio padre mi vide e mi chiese:" Max, che ci fai sveglio a quest'ora?"
" Non avevo sonno padre ..." feci io, debolmente, voltandomi verso di lui. Sentii lo sguardo pungente dell'altro graffiarmi la pelle e trapassarmi da una parte all'altra. mi guardava con odio, poi girò lo sguardo verso Deborah, o per loro numero 15674,e cambiò espressione, stringendo i suoi occhietti furbescamente. Lei non si voltò nemmeno, percependo forse come gli occhi di quello la stessero trapassando.
Sentivo che quello sguardo non era niente di rassicurante. Anzi, era come se annunciasse la tempesta.
 
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~Billonzolo98™
CAT_IMG Posted on 6/8/2011, 15:41




Troppe cose da leggere per uno che e qui di passaggio :fgt:
Io sono fedele a PT :fgt.
e devo leggere ancora l'ultimo capitolo :/ Manu non uccidermi <.<
 
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Rodja95
CAT_IMG Posted on 6/8/2011, 17:05




CITAZIONE (~Billonzolo98™ @ 6/8/2011, 16:41) 
Troppe cose da leggere per uno che e qui di passaggio :fgt:
Io sono fedele a PT :fgt.
e devo leggere ancora l'ultimo capitolo :/ Manu non uccidermi <.<

spero tu possa farlo appena avrai tempo! <3
 
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119 replies since 2/8/2011, 18:31   664 views
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