15674, una delle tante storie di mia invenzione xD

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Rodja95
CAT_IMG Posted on 5/8/2011, 15:25 by: Rodja95




capitolo 4.

Aspettai il ritorno di Deborah fino a tardi, senza darlo a vedere al resto della famiglia. Stranamente tornò molto tardi, era già l'una di notte, e rincasò in compagnia del soldato, che aveva una disgustosa espressione in volto, contrastante con quella spaventata e indifferente della giovane, che sembrava tremare. Non dormii dall'attesa, e la vidi attraverso le scale, senza farmi notare troppo.
Lei se ne andò in cucina in punta di piedi, e sentì chiaramente che si stava coricando per dormire. Scesi silenziosamente dal mio nascondiglio e andai da lei. Mi dava le spalle, era accovacciata come un gatto davanti al camino spento, con una misera coperta che la copriva, il suo respiro affannato si poteva sentire chiaramente dall'ingresso della cucina. Senza far rumore mi avvicinai a lei, con occhi luccicanti. Arrivatole accanto, mi sporsi per poterla guardare in viso.
Dormiva, ma non aveva il viso rilassato; contraeva le palpebre come se sentisse dolore, stringeva la coperta mossa da brividi di freddo, nonostante fossimo in estate, e teneva le gambe vicino al petto. Notai che stava come piangendo; mugolava nel sonno e un luccicchio illuminava le sue palpebre.
Mi chinai e la scossi un pò nel tentativo di svegliarla. lei aprì gli occhi sbarrandoli all'improvviso e si volse di scatto verso di me spaventata. Il suo volto non tradiva un senso di terrore e di sottomissione.
" Calma, sono io .." le dissi per tranquillizzarla:" Dove sei stata?"
" Sei tu ..." fece lei sussurrando guardandomi dritto negli occhi. Il suo volto etereo era illuminato dal lievi raggi di luna che penetravano dalla finestra. Vidi un rivolo di lacrime scivolarle dall'occhio destro, e un singhiozzo soffocato uscirle dalla bocca.
" Cosa è successo?" le chiesi compassionevolmente. Lei si mise seduta e si coprì il volto con le mani piangendo silenziosamente, senza rispondere alla mia domanda. Mi scacciò con la mano:" Vai via .. ti prego."
" Dimmi cosa ti ha fatto quello lì." le dissi poggiandole la mano sulla spalla. Lei si ritrasse:" ti ho detto di andartene! Non metterti contro di lui." mi disse sottovoce, e disperata.
" perchè non dovrei?"
" Perchè ti ucciderebbe ...e ... ucciderebbe anche me. Ti prego Max ... perchè lo fai?" mi disse come supplicante.
" Perchè lo faccio? Tu dimmi solo che cosa fate voi due ..." insistetti curioso e cercai di avvicinarmi a lei. La ragazza in risposta si alzò di scatto e si mise contro il muro:" Nono sono affari che ti riguardano!" mi disse nervosamente. Io mi alzai e mi avvicinai a lei gentilmente. Evitai la sua mano che stava per colpirmi stizzosa e ... le misi la mano sulla guancia:" Dimmelo ti prego ..."
Lei fu come scossa dal mio gesto. Sussultò al contatto della mia mano sulla sua pelle, incredibilmente liscia e morbida, e con voce tremante mi disse:" é una cosa che non voglio dirti .. semplicemente per non farti male, e non fare ... del male a me."
" Sei la sua ... concubina?" le chiesi io,prendendolo il viso tra le mani e costringendola dolcemente a guardarmi negli occhi. Lei mi fissò impaurita e singhiozzò. Notai allora un filo di rossetto carminio sulle sue labbra. Copiose lacrime le scesero dagli occhi e mi bagnarono le dita:" Non volevo ... ma mi ha costretto ..." E iniziò a piangere, tirando su col naso. Io le lasciai il volto, allibito da quella risposta così cruenta. Mia sorella aveva ragione, lei era una ... Non osavo dirlo. Ma dalla sua reazione non ne sembrava affatto contenta. Anzi, non le piaceva per niente.
" Perchè lo fai? cosa ti porta a fare ciò?" le chiesi dolcemente.
" Se non sto al suo gioco ... mia madre .. verrà gassata." disse lei in preda ai singhiozzi. Sentii improvvisamente le sue dita stringere la mia giacca del pigiama e il suo volto immerso nel mio petto:" come farò?" disse.
Avvertii il suo calore e le sue lacrime bagnarmi e una peso sul cuore mi mozzò il fiato. Vederla così, indifesa e incapace di spiccicare parola, mi rendeva inutile. Volevo in qualche modo aiutarla.
La cinsi delicatamente tra le mie braccia:" Hai voglia di raccontarmi tutto? Sono tuo amico."
Lei si limitò a scuotere la testa staccandosi vergognosa dalla mia presa, ma sorrise. Sorrise dolcemente consolata da quella parole. E io adorai quel suo sorriso.
" ora vai, però. Se ci scoprono .. passeremo dei guai .. e .. grazie del sostegno." Mi disse sottovoce. Afferrò la mia mano e la baciò delicatamente. Io sussultai lievemente e la guardai negli occhi dolcemente:" Notte ..." Le sfiorai il volto con la mano e mi allontanai da lei. Deborah si rimise accovacciata come prima e potei sentirla respirare, stavolta più tranquillamente.
Salii in camera con un sorrisetto sulle labbra e mi chiusi dentro buttandomi sul letto. Era già le due meno un quarto, ma ci misi molto a prendere sonno.
La verità era che la povera piccola era davvero una ... Hundin. ma non mi importava. Non immaginavo minimamente che grosso peso tirasse sulle sue fragili spalle,lo faceva per la madre ... era sotto minaccia. E di sicuro il soldato l'aveva mandata qui per tenerla in buona condizioni e per non farla morire al campo ... così da potersela godere di più.
Mi disgustò quella sudicia idea di ipocrisia, e mi rigirai tra le coperte con occhi sbarrati e pensierosi. Riuscii ad addormentarmi solo al pensiero di quel suo contatto con me, di quando ci eravamo abbracciati. E del suo volto sorridente, quel sorriso che emanava serenità.
Alle due ero ricaduto nel mondo dei sogni, con il cuore per metà in pace e per metà scombussolato della presenza del numero 15674.
 
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