15674, una delle tante storie di mia invenzione xD

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Rodja95
CAT_IMG Posted on 6/8/2011, 15:18 by: Rodja95








PôkëîÑâ grazie mille <3 ecco il cinque!

Capitolo 5

La mattina seguente mi sveglia davvero presto nonostante fosse domenica. Lei era già sveglia e stava passando il ramazzo in assoluto silenzio per spolverare la cucina. Scesi in punta di piedi per non svegliare il resto della famiglia e la vidi mentre era intenta a togliere la polvere da sotto il tavolo.
" Buongiorno." esclamai facendole notare la mia presenza. Lei sussultò, e vedendomi sorrise piano:" Buongiorno." mi disse debolmente.
" Dormito bene?" le chiesi tanto per attaccar discorso.
" Meglio di quando ero al campo, tutto sommato ... ma sono un pò stanca."
" Perchè allora non ti riposi?"
" non posso, essendo domestica devo svegliarmi prima di tutti e fare le faccende domestiche ..." disse continuando a passare la scopa.
Io la guardavo, seduto su una sedia in cucina. Cadde un silenzio piuttosto imbarazzante in quel momento, e mentre io continuavo a fissarla, l'unico rumore che si poteva percepire era la scopa che con il suo lieve graffiare sul pavimento muoveva la polvere e la sporcizia via dagli angoli più nascosti della casa. Il sole splendeva lieve dalla vetrata e riluceva sulla bianche mattonelle, illuminando il piccolo ambiente di cucina.
Era appena le sette, e mi sembrava strano che mio padre, che doveva svegliarsi prestissimo per andare al lavoro, stesse ancora dormendo. Pensai che fosse per la domenica, ma a quanto mi ricordavo io anche la domenica lui era di servizio.
Allora lo chiesi a Deborah:" Scusa, mio padre si è già svegliato?"
" Il signor Frank? Mmh ... penso di no, non ho sentito rumori da stamattina, o me ne sarei accorta certamente se qualcuno si fosse svegliato prima di me..." disse lei pensierosa:" In effetti sembra strano anche a me ... forse stavo dormendo pesantemente. Ma perchè questa domanda?" mi chiese voltandosi verso di me, china sulla scopa.
Io risposi:" Così ... a proposito di papà ... ti ha detto qualcosa prima di metterti al servizio?"
Lei interruppe un attimo ciò che stava facendo, e alzò gli occhi al cielo come se stesse cercando di ricordare qualcosa:" Niente di particolare, solo di lavorare sodo se volevo salva la pelle."
" E perchè ha scelto di darti questo incarico?"
Lei riprese a passare il ramazzo e poi si pulì le mani nel grembiule:" da quel che ho capito, l'altra domestica non andava bene, e visto che io ero l'unica abile in cucina, ha scelto me ... e poi lo ha voluto lui..." e qui le tremò la voce, come se stesse iniziando un discorso abbastanza doloroso.
" Lui ... il soldato?"chiesi io cercando di cavarle il rospo dallo stomaco.
" si ..." disse lei in un filo di voce. Avendo finito di passare la scopa, la mise contro il muro, poi si avvicinò al lavello pieno di stoviglie sporche, aprì l'acqua ancora gelida e si mise a lavare i piatti.
Io mi alzai per andarle vicino, ma appena fui a poca distanza da lei, Deborah mi allontanò con un gesto, bagnandomi la giacca:" No, non puoi starmi vicino, lo sai ..."
" Ok .." feci io allontanandomi a malincuore ma tenendomi sempre a pochi passi da lei. Volli tentare una discussione con la giovane, così parlai:" Come hai fatto a finire al campo qui vicino?"
Lei per un attimo interruppe il lavaggio della tazzina che aveva in mano, alzò la testa e sospirò:"Abitavo nel ghetto ebreo della cittadina di Amburgo ... in verità eravamo ospitati da una famiglia .. di nascosto .. ma poi .." e qui intravidi controluce una lacrima:" qualcuno fece la spia, e fummo scoperti ..."
" E dopo che cosa è successo?" chiesi io, piano e dispiaciuto.
" Io e mia madre fummo caricate su due furgoni diversi, e io in verità venni scortata dal soldato che hai visto ieri ..." il respiro le si fece mozzo, prendeva grandi boccate d'aria nel raccontare come sotto a un attacco d'asma. Nel mentre l'acqua continuava a scorrere dal rubinetto e schizzava il suo grembiule venendo a scontrarsi con il mucchio di porcellana raccolto nel lavello.
" E che cosa ..."
" preferisco non dire cosa ho dovuto subire dalle mani di quello lì ..." fece lei con voce tremante.
Io spalancai gli occhi disgustato. Toccare un donna come se fosse un oggetto; mia madre era riuscita ad insegnarmi il rispetto per l'altro sesso perlomeno, e immaginando cosa quel sodato le avesse fatto, mi venne un conato dritto nell'esofago dal disgusto.
" Oh santo cielo .. ma quindi ..." le chiesi, cercando di non far trasparire la mia vergogna nel chiederle se fosse ancora effettivamente innocente. Lei si voltò e sorrise flebilmente:" Tranquillo, sono ancora casta ... per adesso non lo lascio andare oltre ..."
" ma lui quindi ti maltratta?"
" Per adesso non è andato oltre, ma ci vorrà davvero poco.." singhiozzò, impaurita al solo pensiero di quella cosa:" Noi ebrei ci dobbiamo conservare casti fino al matrimonio ... ma non so se avrò tale fortuna ..." disse lei debolmente, riprendendo a lavare le stoviglie perchè sentì il freddo dell'acqua sulle mani intorpidite.
Io sospirai, guardandola di profilo, e allungai il braccio per poter riuscire a metterle una mano sulla spalla per confortarla. Volevo fare in modo che sentisse la mia vicinanza, che sentisse il mio aiuto. Un rumore però di passi mi ridestò e allontanai subito la mano. Era il rumore di stivali che scricchiolano nella ghiaia del giardino, e da quel che potei capire erano due persone a camminare, anche dalle voci che sentivo. I due confabulavano, e riconobbi nel vociare la voce di mio padre ...e anche quella del soldato misterioso.
Andai subito a sedermi alla tavola, mentre Deborah riprese a lavare le stoviglie in assoluto silenzio. Anche lei di sicuro aveva percepito i passi e si era allarmata.
Come aveva immaginato, la porta d'ingresso si aprì, e mio padre insieme al giovane entrarono, mentre confabulavano tra di loro.
Mio padre mi vide e mi chiese:" Max, che ci fai sveglio a quest'ora?"
" Non avevo sonno padre ..." feci io, debolmente, voltandomi verso di lui. Sentii lo sguardo pungente dell'altro graffiarmi la pelle e trapassarmi da una parte all'altra. mi guardava con odio, poi girò lo sguardo verso Deborah, o per loro numero 15674,e cambiò espressione, stringendo i suoi occhietti furbescamente. Lei non si voltò nemmeno, percependo forse come gli occhi di quello la stessero trapassando.
Sentivo che quello sguardo non era niente di rassicurante. Anzi, era come se annunciasse la tempesta.
 
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119 replies since 2/8/2011, 18:31   666 views
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