S3 - La Vita è come una Barca - Parte 2, PT - S - Incompleto

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CAT_IMG Posted on 8/8/2011, 21:31


Certo che lo scoprirò, quanto è vero che mi chiamo Xylon Kernel!

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Non è ancora completo, ma c'è abbastanza materiale da mettere un commentino :D


Speciale 3
La Vita è come una Barca – Parte 2
Tanti amici

Conta la qualità e non la quantità.

Alphonse
Dopo due settimane intere di lavoro finalmente ho rimediato a tutti i casini che ho combinato. Mi sento finalmente libero e tranquillo.
‘Alphonse, a che pensi?’ mi domanda Mugen.
‘Mah, a nulla...’ mi sdraio sull’erba e guardo le nuvole. Mugen fa altrettanto.
‘Ehi, guarda quella! Assomiglia ad un gelato alla crema!’ dice Mugen indicando una nuvola. Io guardo altre nuvole per cercarne una ancora più bizzarra.
‘Ehi! Quella sembra un reggiseno!’ esclamo.
‘Dove, dove?!’ esclama Mugen guardandosi intorno.
‘Ahah! Ci sei cascato!’ dico, ridendo. Lui mi guarda male.
‘Quella sembra una gardevoir!’ esclama. Volto subito la testa nella direzione indicata dal suo dito ma non vedo nulla. Impiego pochi secondi a capire che mi ha fregato con lo stesso trucco.
‘Ahah, fava, ci sei cascato pure tu!’
Scuoto la testa e chiudo gli occhi.
‘Mugen, una domanda... Ma tu pensi che diventeremo forti?’ gli domando.
‘Mah, a me importa relativamente, io voglio fare solo tanti amici e incontrare tante belle ragazze! Alla fine conta questo nella vita, no?’
‘Beh, penso di si. Non voglio mettere in dubbio George, ma ancora non riesco a levarmi dalla testa ciò che mi successe col mio primo allenatore...’ dico, con tono un po’ malinconico.
‘No, non accadrà, stanne certo. Però posso provare ad immaginare cosa hai passato, ma stai tranquillo: hai trovato un ottimo allenatore e siamo diventati amici!’
‘Ahahah, già! Senti, per caso tu desideri evolvere? A me sinceramente non importa molto, se divento un blastoise ci perdo la coda gialla. E dopo parecchio tempo che sono un wartortle mi ci sono affezionato...’ dico, lui mi guarda.
‘Io sì, voglio diventare come papà e volare nel cielo!’ dice. Resto perplesso, volare? Uno swampert?
‘Aspetta, ma tuo padre com’è?’ gli domando.
‘Oh, ha la pelle arancione e due magnifiche ali blu!’ dice. Mh.... per me non è uno swampert suo padre.
‘Ha una fiamma sulla coda?’ gli domando, voglio vedere se è quello che penso o no.
‘No, per niente!’ dice fiero.
‘Mugen... Tuo padre è un dragonite, tu diventarai uno swampert. Penso come tua madre piuttosto...’ gli faccio notare che si sbaglia. E di grosso...
‘Oh, cazzo! E dire che pensavo avrei volato!’
‘Pensa che la forza fisica degli swampert è parecchio elevata!’
‘Tu invece ti ritroverai con due cannoni a pressione! Pensa là che figata’ esclama contento.
‘Mah, sinceramente di blastoise ne ho conosciuti e mi sembrano così goffi... Beh, tanto ormai ho fatto una scommessa e quindi devo arrivare al secondo stadio prima di te!’
‘Alphonse, tu non saresti mai voluto essere un qualche altro pokémon?’ mi domanda. Ci penso per qualche lungo secondo.
‘Mh, mi trovo bene così come sono, sinceramente però mi sarebbe piaciuto essere un bel pokémon figo come charizard, sai?’
‘Bah, charizard è un classico, io invece sono contento così come sono, ho questi bellissimi baffi blu!’
‘E’ un peccato che noi pokémon non possiamo scegliere cosa essere...’ dico.
‘Bah, meglio invece non avere troppa scelta nelle evoluzioni, perché indietro non si torna. Ti immagini ad essere un eevee? A dover scegliere tra tutte quelle evoluzioni?’
‘Ahahah, già, se fossi un eevee veramente non saprei cosa scegliere... Ma proprio per niente!’
‘Io non so perché ma vorrei essere un glaceon, il tipo ghiaccio mi ha sempre ispirato!’
‘Ahah, tanto sei di tipo Acqua, siamo lì! Mosse come Geloraggio e Gelopugno te le puoi permettere. Io invece vorrei essere un tipo acciao ora che ci penso, per questo sto cercando di imparare Codacciao. Anche Cannonflash è una bella mossa!’
Mugen si alza.
‘Sai, domani è il compleanno di George, lo sapevi?’
‘Ehi, no! Che gli regaliamo?’
‘Mah, non lo so, secondo me nono vuole nulla. E poi come ce li guadagniamo i soldi? Piuttosto il punto è che si torna a casa, ti faccio conoscere Roy e il fratello di George, Andrew!’
‘Oh, e di femmine chi c’è?’ gli domando.
‘Nah, c’è solo Iris, una mawile...’
‘Bah, le mawile non mi gustano, troppo piccole, poi con quelle zanne mi spaventano!’ dico, alzandomi anche io.
‘Ok, allora andiamo? George ci starà aspettando!’

George
Non appena apro la porta di casa mia, a Ferruggipoli, mamma mi assale facendomi quasi cadere.
‘Oddio, mi sei mancato!’ mi dice.
‘Anche tu mamma!’ la barraccio forte.
‘Ecco qua il piccolo campione, come va?’ dice mio padre.
‘Guarda, Mugen si è evoluto, e quello è Alphonse, il nuovo arrivato.’
‘Ehi, è un bel pokémon!’ dice Andrew, tenendo la sua Iris in spalla. Appena la vedono Mugen e Alphonse iniziano a parlottare tra di loro.
‘ Aaaarr!!!’ anche Roy mi saluta felice. Mugen lo presenta ad Alphonse che si mostra un po’ timido. Non credo sia abituato a conoscere persone parecchio più grandi di lui.
‘George, sono venuti i genitori di Annie, lei è partita per il suo viaggio da allenatrice, lo sapevi? E’ partita pochi giorni dopo di te!’
‘Strano, non l’ho mai incontrata...’ dico, entrando in salotto. I suoi genitori sono lì. Annie la conosco bene, i nostri genitori sono amici. E’ una ragazza strana, sempre con la testa tra le nuvole. Scommetto che si è presa la torchic, ha sempre adorato i pokémon di tipo Fuoco.
La festa comincia e mentre Mugen fa conoscere i pokémon di Andrew ad Alphonse io ricevo dei regali. Sono cose modeste, ma sinceramente non me ne importa nulla, voglio solo stare con la mia famiglia.
I genitori di Annie si avvicinano e mi porgono un piccolo pacchetto quadrato.
‘Questo è il regalone più grande, spero che ti piaccia. Lo abbiamo trovato per pura fortuna, sai?’ mi dicono.
Levo il fiocco rosso e apro la scatola blu, dentro trovo una pokéball. Meravigliato la prendo in mano.
‘Che... che pokémon è?’ domando.
‘Eheheh, perché non lo guardi per conto tuo?’
Non me lo faccio dire due volte, scendo dalla sedia e corro in giardino e il festeggianti mi seguono, anche Mugen e Alphonse vogliono vedere il loro nuovo compagno.
Lancio la pokéball che si apre facendo uscire un piccolo Totodile.
‘Lo abbiamo trovato abbandonato vicino a casa, pensavamo di darlo ad Annie, ma lei i pokémon d’acqua non li gradisce molto, tu invece ne hai già due!’
‘Ahahah, grazie... Come posso chiamarlo?’ mentre penso mi avvicino per prenderlo in braccio ma lui si spaventa e si nasconde dietro Mugen e Alphonse. Deve essere un po’ timido, suppongo.
Mugen e Alphonse lo tranquillizzano e alla fine lui si avvicina a me. Lo prendo in braccio e lo accarezzo.
‘Ti chiamerò Edward, penso che ti si addica.’ lui mi guarda incuriosito.
‘Ahahah, George, non dirmi che hai scelto Edward per quel motivo?’
‘Beh, era il nome che mamma e papà volevano darmi, ma George mi piace comunque molto!’
‘Ok, ed Edward sia!’

Mugen
‘Lo lascio a voi, trattatelo bene!’ dice George appoggiando Edward vicino a noi. Lui ci guarda un po’.
‘E... ehm.... spero... spero di non disturbare...’ dice timidamente. Alphonse gli da una pacca sulla spalla.
‘Nah, nessun disturbo, sono contento di avere un nuovo compagno!’ dice. Lui si rassicura un po’ e sorride.
‘Piacere, Mugen!’ gli dico, porgendogli la mano. Lui la stringe e poi si presenta anche ad Alphonse.
‘Io... io vorrei tanto andare a dormire... Mi da noia avere troppa gente intorno...’ mormora.
Io e Alphonse ci guardiamo, capiamo che non è il caso di metterlo troppo in imbarazzo, quindi gli sorridiamo e lo accompagnamo in casa. Ci sediamo accanto a llui e cerchiamo di calmarlo.
‘Senti, ma tu cosa ricordi di quando non eri ancora catturato?’ gli chiediamo, se vuole raccontarcelo penso sia il caso di conoscere chi abbiamo in squadra.
‘Ehm... io... io ricordo poco, sono nato da poco, mi sono allontanato dal nido e sono caduto davanti a quella casa. Mi hanno accolto lì dentro ed ora... eccomi qui... Sono teso, sempre teso...’ dice.
‘Susu, Eddie, sta tranquillo, siamo tutti bravi ragazzi!’ gli dice Alphonse.
‘Tutti tranne te Alphonse!’ gli dico. Ridiamo ed Edward finalmente sorride.

Edward
Ormai è una settimana che sono con George, Mugen ed Alphonse. Di loro mi fido, gli ho subito raccontato quel poco di cose che mi sono successe prima di incontrarli. Conosco poco ed ho paura, ho sempre il timore di sbagliare.
George è una brava persona, si cura sempre di me. Mugen e Alphonse invece non parlano che di ragazze, stasera meditavano di scappare per andare a rimorchiare un po’, qualunqu cosa significhi, dicono che non devo venire con loro o mi si blocca la crescita e non mi evolvo, qualunque cosa sia l’evoluzione...
E’ notte fonda, e Mugen e Alphonse si sono svegliati per fare la scappatella. Anche se mi hanno detto di non seguirli voglio vedere perlomeno cosa significa “rimorchiare”. Appena scendono dalla finestra e li sento abbastanza lontani mi avvicino alla finestra, ma è troppo alto.
Prendo quindi una sedia e la sposto, ci salgo sopra e scavalco la finestra. Prima di saltare guardo giù e per un attimo esito. E se mi scoprono? Ho paura... davvero tanta...
E se poi mi perdo? E se...
Scendo e metto apposto la sedia, non me la sento... Sono debole...

Alphonse
Stiamo camminando per le strade di Porto Alghepoli, l’aria di mare è fresca ed eccitante e le strade illuminate dalla soffusa luce dei lampioni crea un’immagine suggestiva. Perfetta per rimorchiare!
‘Allora Mugen, che si fa?’ gli domando.
‘Beh, penso che per prima cosa dovremo entrare in un bar... Sono là le ragazze, no?’
‘Penso di sì! Entriamo in quello, mi ispira!’ dico, indicandone uno con insegne rosa e cuoricini.
Entriamo e ci sediamo al bancone.
‘Hai soldi?’ domando
‘Sì, eccoli! Cosa prendiamo?’
‘Due birre? Mai assaggiata la birra, e tu?’
‘No, mai!’
‘Ok, proveremo. Ehi, guarda quella gardevoir laggiù, guarda là che bel lato B!’ esclama, io seguo il suo sguardo e punto la gardevoir ‘incriminata’. Gli do uno sguardo, chissà se ha la mia stessa idea. Lui mi fa l’occhiolino e la chiama.
Lei si avvicina e appena parla cadiamo giù dalla sedia.
‘Desiderate?’ ci dice, con un vocione maschile e profondissimo. Resitamo allibiti, stavamo guardando il culo a... un uomo?
‘Beh, avete problemi? Perché tutti pensano che io sia una donna? E che cavolo, non è giusto, hanno tutti la vostra reazione!’
Ci rialziamo e ci rimettiamo sulla sedia.
‘Okay... coff... portaci due birre!’
‘Okay, subito, io sono Jacob, piacere!’ dice. Mentre si allontana io inizio a parlare con Mugen.
‘Non è un buon inizio...’ mormoro.
‘Beh, gli inizi sono duri, secondo me vedremo molte ragazze stasera... Ce ne portiamo un paio in un qualche motel e poi... eheheh!’ dice.
Intanto Jacob ci porta le birre. Facciamo un brindisi per la serata caliente e beviamo. Il sapore amaro della bevanda ci ferma e sputiamo.
‘Aaargh, coff, coff! Ma che ca... cough... fa schifo!’ esclamo. La birra mi esce pure dal naso.
Jacob ci guarda, con disappunto, poi dice:
‘Prima volta, eh? Beh, vi rifarete stasera, ho sentito che avete progetti “caldi” per stasera, eh?’ ci domanda.
‘Ne puoi stare... coff... certo! Siamo due stalloni!’ dice Mugen fiero.
‘Ahah, siete davvero una bella coppia, sapete? Se voi due non foste già fidanzati ci farei un pensierino su voi due.’ dice, appoggiando i gomiti sul bancone.
Resitamo allibiti e ci guardiamo, poi guardiamo Jacob.
‘Beh, se non state insieme che cosa ci siete venuti a fare in un locale gay?’ ci domanda.
Strabuzzo gli occhi e mi guardo intorno. Solo uomini, alcuni stanno pure... ehm...
‘Mugen, che tu sia maledetto...’ gli mormoro. Lui mi guarda altrettanto stupido. Prende tremolante i soldi e li appoggia sul bancone. Poi lentamente scende dallo sgabello.
Il tutto senza proferire parola. Io lo seguo e, tesi come una corda di violino, usciamo, ci stiamo vergognando di noi stessi. Una volta fuori iniziamo a correre, come se alle calcagna avessimo degli houndoom inferociti.
Dopo aver corso per almeno un chilometro ci fermiamo e ci sediamo su una panchina.
‘Non è andata bene, eh?’ gli dico.
‘No, direi di no! Dimentichiamo il proposito e torniamo a casa, che ne dici?’
‘Penso che sia il caso di riprovarci domani. E occhio a controllare che non sia un bar gay!’ esclamo, col fiatone. Mentre stiamo per alzarci sentiamo un grido dal mezzo della strada.
‘Pip piiip PIIIIIP!!!!’ un piccolo piplup è inciampato in mezzo alla strada e un’auto che non l’ha visto sta per investirlo.
Senza dire nulla mi lancio su di lui, d’impulso, lo stringo forte e la ruota dell’auto mi investe, colpendomi il carapace. Per fortuna è abbastanza resistente e l’urto non è troppo forte. La macchina però non si ferma e scappa via. Quello alla guida deve essere proprio un brutto stronzo!
Mi rialzo, un po’ a fatica, grazie a Mugen. Insieme guardiamo il piccoletto salvato. Sta tremando, ancora non ha ben chiaro cosa sia successo.
‘G-grazie... s-sarei morto ora...’ dice, timidamente.
‘No, tranquillo. Ora torna a casa piccoletto, anche noi andiamo a letto. Uno piccolo come te non dovrebbe andare in giro a quest’ora!’ gli dice Mugen. Quando ci si mette sa cosa dire al posto mio, io sono ancora esausto.
Mentre il piccolo piplup si allontana io, aiutato da Mugen, torno a casa...

George
Mi alzo la mattina presto, è il caso di ripartire e viaggiare un altro po’. Cerco di svegliare Mugen e Alphonse, ma proprio non si vogliono alzare, tanto sono stanchi. Manco fossero andati fuori stanotte...
Edward invece è lì, tranquillo, si sveglia subito e mi salta in spalla. Mi viene un po’ di nostalgia a pensare a quando Mugen ancora poteva salirmi in spalla.
Apro la finestra, per prendere una boccata d’aria e illuminare la stanza. Mentre osservo la quiete mattutina sento un piccolo gemito venire da sotto il davanzale. Abbasso lo sguardo e vedo un piccolo piplup, infreddolito.
Corro subito fuori dalla porta e soccorro il piccolo. Per fortuna sono vicino ad un centro pokémon, faccio una corsa veloce tenendolo in braccio e lo affido alle cure dell’infermiera.
Mi siedo, preoccupato per il piccolo, poi mi ricordo che ho lasciato i miei pokémon da soli. Corro quindi verso la casa ed entro dentro.
Mugen e Alphonse dormono ancora, mentre Edward cerca di svegliarli invano.
‘Bah, devono proprio essere scappati fuori stanotte...’ dico
‘Toto, toto dile!’ esclama Edward, come per darmi conferma.
Dopo qualche minuto Mugen e Alphonse si svegliano.

Mugen
Ho ancora un forte malditesta dopo ieri sera. Siamo andati a letto tardi, poi Alphonse... S’è buttato sotto una macchina... Per fortuna i wartortle hanno un guscio duro, io ci sarei rimasto secco.
‘Alphonse come stai?’ gli domando.
‘Abbastanza bene... Se si èsclude un pungente malditesta e un dolore alla schiena pazzesco!’ esclama, con disappunto.
‘Oh, porco Arceus!’ esclamo, notando una cicatrice sul suo guscio.
‘Ehi, che succede?’ mi domanda.
‘T’è rimasto il guscio danneggiato dallo pneumatico...’ gli spiego. Lui sgrana gli occhi e disperato tenta di guardarsi la schiena. Mi viene da ridere a vederlo rigirarsi nel su sé stesso tentando di guardare la cicatrice!
‘Ragazzi, ragazzi, c’è un problema!’ esclama Edward.
‘Che succede?’ gli domando. Alphonse non se ne cura e continua a girare su sé stesso.
‘Ecco, George ha trovato un piplup ferito davanti alla porta e lo ha portato al centro Pokémon!’
Resto stupito, che sia quel piccoletto che abbiamo salvato ieri sera?
Accompagnamo quindi George al centro e l’infermiera ci riporta il piccoletto, ora sta bene. Mi avvicino e lo osservo, è proprio lui.
E appena lui vede Alphonse gli salta addosso e lo abbraccia, ringraziandolo.
‘Ehm, e tu hai fatto tutta questa strada solo per ringraziarmi? Perché non sei tornato a casa?’ gli domanda.
‘Ehm.. ehm... perché sì! Io la casa ce l’ho ma volevo venire da voi! La casa ce l’ho, eh!’
‘Mh... ma sei sicuro?’
‘Sì che sono sicuro!’ gli risponde. Da come parla si capisce in maniera lampante che mente. Deve essere troppo orgoglioso per ammetterlo però.
George lo prende in braccio e lo accarezza, poi inizia a parlargli.
‘Susu, piccolo, fatti coraggio. Immagino che tu sia rimasto senza casa, se vuoi... posso tenerti io, ti va?’ Con George non ha speranze lo capisce al volo in maniera immediata, non può nascondere nulla.
Il piplup lo guarda intensamente, con furia, poi lo colpisce e scappa. Edward quindi gli corre dietro. Anche io cerco di rincorrerlo, con Alphonse, ma non c’è nulla da fare, quei due spariscono prima di poter capire cosa stesse accadendo.

Edward
Corro dietro al piplup con tutte le mie energie. Ho capito che è come me, ha bisogno di compagnia. Ma è troppo orgoglioso per ammetterlo. E non è giusto, deve capire che non si può vivere soli.
Appena sono a pochi passi da lui salto e gli afferro la caviglia. Lui cerca di dimenarsi, poi capisce finalmente che non ha senso fuggire.
‘Perché non vuoi rimanere con noi?’ gli domando.
‘Perché ho già una famiglia, devo tornare a casa!’ esclama. Ma dice una bugia, lo capisco pure io.
‘Stai mentendo...’ gli faccio notare. Lui mi guarda infuriato e mi afferra per il collo.
‘Allora, sarà anche vero, ma non voglio che me lo si faccia notare! Sono stufo di tutti quelli che usano la scusa che io sono solo per costringermi a seguirli!’ esclama.
‘Se non volevi stare con noi bastava dirlo, George non se la sarebbe presa...’
‘Tsé, umani. Pensano solo ai soldi, mi hanno strappato dalla mia famiglia e mi hanno portato in questa regione fin troppo calda. A Sinnoh stavo molto meglio!’ detto questo lascia la presa dal mio collo.
‘Ti capisco... ti capisco eccome...’
‘Ti hanno strappato dalla tua famiglia?’ eclama, infuriato.
‘Esatto e ora che sono con George, Mugen e Alphonse mi sento bene. Fidati di me, vieni con noi, George è una bravissima persona!’
Lui mi guarda, con superiorità.
‘E chi mi dice che posso fidarmi di te?’ a queste parole vacillo un po’. Ora che gli dico? Non avevo pensato a questa eventualità, ero così sicuro... E di solito non mi sento mai così sicuro.
‘O-okay...’ dico, un po’ tremolante ‘se... se proprio non vuoi fai pure... ma.. ma rimarrai solo, ecco!’ gli dico, per poi voltarmi e andarmene. Lui mi ferma.
‘E va bene, vengo con voi. Ma non dire agli altri che non ho famiglia! Sarà solo temporaneo.’ lo guardo di nuovo. E anche stavolta dice così perché non vuole ammettere che ha bisogno di compagnia... Della nostra compagnia.

George
Mugen e Alphonse cercano di consolarmi per la fuga di Edward, quando in quel momento il piccolo totodile rientra nel centro acompagnato dal piplup.
Mi alzo di scatto, pieno di gioia e abbraccio entrambi. Edward mi fa capire che il piccoletto vuole entrare in squadra con noi. Mi avvicino quindi a lui e lo guardo.
‘Uhm.. che ne dici di Leaude? Ti piace come nome? Era il nome che mamma inizialmente voleva dare a Roy, l’arcanine di papà. Sento che ti calza a pennello!’
Leaude annuisce, un po’ insicuro, poi guarda Edward.
La famiglia si accresce, ora ho un amico in più!
 
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*Vanny
CAT_IMG Posted on 9/8/2011, 10:06




bello! ^o^
chissà cosa c'è dietro il carapace di un Wartortle...
si spera che non sia come i buchi degli shedinja :look:
 
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CAT_IMG Posted on 9/8/2011, 10:11


Certo che lo scoprirò, quanto è vero che mi chiamo Xylon Kernel!

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Eh? Non ho capito, sul serio :mmm:
 
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*Vanny
CAT_IMG Posted on 9/8/2011, 10:41




si dice che chi guarda nel buco degli shedinja perda l'anima O-O
 
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CAT_IMG Posted on 9/8/2011, 11:33


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Ma Alphonse ha una cicatrice, non un buco. E la cicatrice poi scompare quando evolve....
Ma chi evolverà per primo tra loro due? :shifty:
 
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Bubý
CAT_IMG Posted on 9/8/2011, 11:39




Ottimo, la scena di loro due nel bar è troppo :rotfl:
Voglio vedere chi vince la scommessa però, spicciati :grub:
 
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CAT_IMG Posted on 9/8/2011, 11:43


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Grazie :D
 
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