Posts written by E.O.W.

CAT_IMG Posted: 19/12/2020, 02:09 C87 - Petali (seconda parte) - Old PT
fengrin se arrivi qui sei sciemo
:wfg:

CITAZIONE (E.O.W. @ 2/10/2013, 13:59) 
Gente, grazie a tutti per i commenti, soprattutto a carto :asd: anche se in ritardo D:

Comunque il capitolo 88 è in scrittura, ormai mi sono deciso a finire PT al più presto.

:wfg:
CAT_IMG Posted: 16/1/2015, 22:32 Topic in cui io parlo di cose a caso ma anche di cose che potrebbero interessare, e dò informazioni - Reporting (off-topic)
Ok, trovare il tempo di rispondere a tutto sarebbe MOLTO difficile e soprattutto non ne sarei capace...
Beh... anche tu ci sei mancato. Tanto.
Dopotutto eri uno degli utenti di punta del forum, uno di quelli che più di tutti mi supportò all'inizio (e la tipa amica mia era nonna fra :asd: ).
Non passa giorno che non rimpianga i tempi dell'angolo, però è anche vero che le cose non durano per sempre. Sono felice del tempo trascorso qui con voi e sono felice di aver condiviso con voi Pokémon Tales, anche se non l'ho finita.

E' stato qualcosa di magico.
Qualcosa di unico.

Grazie a tutti, con tutto il cuore.

Gira, non ti preoccupare, posso capire la scelta che hai fatto (anche se continuo a pensare che c'erano modi più eleganti di andarsene, eh XD) e comunque mi fa piacere che sei ancora vivo, come immagino farà piacere a molta gente qui.


E lo sai, se ci vuoi sai dove trovarci, esiste un programmino simpatico che si chiama skype.
E la chat sta pure riprendendo vita in questo periodo.
CAT_IMG Posted: 2/10/2013, 13:59 C87 - Petali (seconda parte) - Old PT
Gente, grazie a tutti per i commenti, soprattutto a carto :asd: anche se in ritardo D:

Comunque il capitolo 88 è in scrittura, ormai mi sono deciso a finire PT al più presto.
CAT_IMG Posted: 29/7/2013, 12:59 C87 - Petali (seconda parte) - Old PT
E questo cos'è?
Cinque mesi di attesa?
Ma non avevi detto di fare il remake?

Mi dispiace, non ho resistito. Devo levarmi questo pensiero, non posso non finire questa fanfic. Questo capitolo è uno dei più importanti, finalmente le tensioni tra Moqui e Dado si risolveranno, nella più drastica delle maniere.
Vorrei solo farvi sapere che questa attesa non è stata vana, ho dedicato questi cinque mesi a migliorarmi il più possibile come scrittore, affinando le mie tecniche di narrazione per rendere questo finale ancora più coinvolgente.

Il remake verrà scritto, lentamente ma verrà fatto.
Però ormai volevo finire questa...

Dunque fate partire questa musica e iniziate a leggere ;)



Moqui
Io e Dado, uno di fronte all'altro.
Stavolta sarà l'ultima, dobbiamo chiarire una volta per tutte chi di noi due è il più forte.
Abbiamo battuto Betel, vendicato le nostri mogli umiliandolo, spezzando il mito della sua leggendaria imbattibilità.
Un'onta ben peggiore della morte per lui.
Ora...
Sto per fare quello che Dado ha sempre voluto che facessi. Diventare forte per lottare con lui. E' ironico se penso che sono cresciuto odiandolo e ora sto facendo quello che desiderava e per il quale ha reso un inferno la mia infanzia.
Ma quei tempi sono passati, entrambi siamo maturati e cresciuti, abbiamo capito cosa significhi vivere...
Ed ognuno deve essere anche grato all'altro per questo.
Lo guardo, lui mi guarda. Non c'è odio nel nostro sguardo, solo pura intesa fraterna.
Non pensavo l'avrei mai raggiunta con lui.
'Allora Moqui, sei pronto?' mi esorta, mettendosi in guardia. Io faccio schioccare le ossa del collo e delle mani e gli rispondo.
'Ovviamente, fatti sotto!'
Sposto la gamba sinistra indietro, preparandomi a scattare, e concentro la forza nel mio pugno destro.
Entrambi ci veniamo incontro ad alta velocità e ci colpiamo vicendevolmente in faccia. Con questo leggero pugno di apertura ci diamo un assaggio della nostra reciproca forza.
Senza staccare la mano dal suo viso tento di colpirlo al petto, lui mi blocca e risponde con un pugno sullo stomaco.
Mi blocco per qualche secondo cercando di resistere al dolore, levo il pugno dal suo volto e gli sparo in piena faccia una potente pallaombra.
Viene scaraventato indietro dal colpo, ma con una capriola all'indietro riesce a rimettersi in piedi, lanciandomi un iperraggio che mi prende in pieno, senza che potessi accorgermene, alzando un gigantesco polverone.
Quando il fumo si dirada lo vedo apparire di fronte a me, colpendomi in pieno muso con un poderoso calcio, buttandomi in terra.
'Moqui, tutto qui? Non eri così lento la scorsa volta, né così debole. Ed avevi solo una mano.'
Mi lascia il tempo di alzarmi e di asciugarmi il sangue. Sputo per terra e tiro su col naso, lanciandogli un piccolo sorriso.
'Tranquillo, mi sto solo riscaldando.' lo rassicuro. Infatti è vero, finora ho solo preso qualche botta per saggiare la sua forza.
E' tempo di contrattaccare.
Incrocio le braccia, generando una piccola sfera nera per ogni dito, mentre lui mi guarda pronto a rispondere. Riconosce la tecnica, ma stavolta ho deciso di aggiungere una piccola sorpresina...
'Barriera Pallaombra...' dico, lanciando tutte e otto le sfere oscure contro di lui.
'Andiamo fratellino, un po' di creatività, conosco questa mossa a memoria!'
Si china, generando attorno a sé un vero e proprio scudo di piante, le quali bloccano i dardi senza problemi, bruciando nel processo.
Dado nel frattempo ha caricato tra le mani una sfera idropulsar e me la lancia con tutta la sua forza.
Rido.
Il colpo rallenta per aria, rendendosi semplicissimo da schivare. Pure Dado si muove a rilento, cercando di capire cosa stia accadendo.
Corro verso di lui col braccio alzato, fermandomi proprio di fronte a lui, incapace di muoversi.
I nostri sguardi si incrociano. Lui stringe i denti, io sorrido.
'Questo è per il pugno di prima!' esclamo, fracassandogli il setto nasale. Anche a cadere è lento, quindi gli afferro il petto e lo spingo a terra, facendogli sbattere la schiena.
Poi arretro velocemente e riassumo una posizione di guardia.

Dado
Resto in terra a guardare il soffitto.
Mi sistemo il naso, pensavo me lo avrebbe rotto, invece sto abbastanza bene. Merito della mia grande resistenza.
Anche se in questo momento vorrei squartarlo devo essere grato a Blackthorne se ho guadagnato una simile resistenza. E ho anche capito cosa ha fatto il mio caro fratellino.
Ha tenuto alcuni colpi segreti che non ha usato contro il capo del Quintetto, proprio per farmi la sorpresa. Aveva già deciso di lottare con me evidentemente.
E senza sorprese questa lotta sarebbe stata noiosa.
Ora si che è stimolante!
Aggiungere alcune proprietà del Ghiaccio al colpo per congelare i miei movimenti? Ecco cosa apprezzo di te, sai usare la testa. Io non ci riesco, so solo picchiare forte. E in quello sono bravo.
Mi rialzo con un salto e mi rimetto in piedi, trovando Moqui in posizione.
'Tu prima mi hai aspettato, ora tocca ricambiare. Non c'è gusto a colpire uno a terra, no?'
'Eheheh, hai ragione...' gli rispondo 'Impari bene.'
Alzo l'indice e glielo punto contro, poi giro la mano e col dito gli faccio cenno di farsi avanti. Lui mi corre incontro, con un centripugno ben caricato.
Se mi prende sono abbastanza nei guai essendo di tipo acciaio. E visto che ora lui può cambiare tipo riesce sempre ad ottenere la massima potenza dai suoi colpi e resistere meglio ai miei.
Forse sarò più forte fisicamente, ma se non sto attento mi sconfiggerà.
In questo istante però non devo preoccuparmi.
Vedo Moqui venire investito da un'esplosione bianca, ruzzolandomi per terra ai piedi. Io gli metto una zampa in testa, la alzo e gli tiro un altro calcio facendolo rialzare e cadere di schiena.
Lo lascio rialzarsi mentre si tocca la schiena.
'Che diavolo..?' domanda, senza aver capito cosa era successo.
'Semplice, nella lotta con Betel avevo lasciato diverse sfere d'energia attorno alla sala, pronte a colpire a comando. Casualmente tu ti trovavi davanti ad una di esse e mi sono limitato a lanciarla.'
'Eheheh, ma allora anche tu riesci a tirare fuori delle sorprese.' mi dice, complimentandosi.
'Ho il punto debole di non aver tante mosse a disposizione, quindi devo arrangiarmi al meglio. Io non sono bravo come te a studiare tecniche subdole come quella di prima, è stato un caso se ti ho colpito.' affermo, dando a lui il punto stavolta.
Lui sputa una seconda volta il sangue per terra, è la seconda volta che lo fa, io invece non ho ancora sanguinato. Strano che sembri così debole, la volta scorsa fu in grado di farmi ben più danno.
Che io sia diventato così tanto forte? No, è lui che si sta trattenendo, ancora non è intenzionato ad usare la sua piena forza. Contro Betel era molto più forte di ora.
'Pronto per il round 2?' mi domanda.
'Certo, colpiscimi pur...'
Non lo vedo nemmeno partire che sento il mio corpo crivellato di pugni. Viso, spalle, braccia, torso, vengo martoriato da tantissimi colpi, come una mitragliatrice impazzita.
Cerco di ribattere, senza successo, non mi aspettavo che avrebbe tirato fuori una simile velocità.
Mentre il mio corpo supplica pietà per il dolore io stringo i denti e inizio a ridere.
Si!
Era questo che volevo!
BravoMoqui, sei degno di tuo fratello!
'Ora basta!' urlo, colpendolo con un calcio sul mento. Lui non demorde e mi spara a distanza zero un potente idrocannone, che mi schiaccia contro una parete.
Ogni singola parte del mio corpo è dolorante, ma anche lui è stanco, sta già ansimando.
Io ho ancora tante energie, posso vincere!
Si, vincerò!
Ho aspettato tutta la vita per questo momento. Un avversario alla pari con me, il cui esito è incerto. La lotta con Betel è stata anche essa soddisfacente, ma se sono vivo è merito della mia cordinazione con mio fratello. Senza di lui e senza l'intervento di sua figlia mi avrebbe sconfitto.
Ora invece siamo io e lui, nessuna interferenza, finalmente.
Niente Reshiram, niente Ivan, niente disparità.
Io, lui e la nostra forza.
Nessun favorito.
La lotta perfetta.
Faccio schioccare le falangi delle mani e mi pulisco il sangue alla bocca.

Moqui
Dado è davvero un mostro, come fa ad essere così resistente, gli avrò tirato centinaia di colpi e ancora non sta nemmeno ansimando. Non oso immaginare a cosa si sia sottoposto per ottenere una simile resistenza...
Uhuhuh, però lui non è il solo ad essersi fatto più forte.
Anche io ho altri assi nella manica che ho tenuto nascosti solo per lui e per Adramaleus.
Allenarmi ad usare le lastre è stato pesantissimo, ha finito per cancellare dalle mie pinne il loro caratteristico blu e mi ha lasciato una piccolissima cicatrice sotto l'occhio destro, l'opposto di quella di Dado, ben vistosa sull'occhio sinistro.
Poi per qualche ragione la goccia sulla mia pancia è mutata in una specie di fiamma.
'Ok Dado...' dico, azzerando la guardia e rilassando i muscoli '...Ora ti mostro ciò che ho tenuto nascosto finora.'
'Uh?' mi guarda inarcado un sopracciglio e incrociando le braccia. Poi si mostra felice. 'Mostrami ciò che sai fare!' esclama, entusiasta.
Prendo un respiro profondo e mi concentro sulle lastre...

'Moqui, c'è un particolare stato che contraddistingue i pokémon supremi, uno stato che solo i leggendari possono raggiungere. Tu puoi farcela se usi le Lastre.' mi disse Emanuel.
'Cosa? Di che stai parlando di preciso?' gli domandai.
'Si chiama Burst, la concentrazione finale che permette di superare i limiti del corpo. In quello stato ti è concesso di usare il tuo massimo potenziale. Non aumenta la forza però, solo la tua capacita di dare e incassare i colpi, migliorando la tua concentrazione e i tuoi riflessi. Ti rende il guerriero perfetto insomma.'
'E come si ottiene tale condizione?' chiesi, più incuriosito.
'Usa le lastre tutte assieme. Sprigionerai un'enorme potenza e sarà difficile da controllare, ma devi fare del tuo meglio. Senza non avremo speranza.' disse, grattandosi la nuca e sospirando.
'Ma se uso tutti i tipi assieme questo significa che...'
'...rimarrai praticamente senza tipo. Nessun tuo colpo sarà superefficace e nessuno colpo potrà farti più male del normale. Un po' come l'Annullalimiti di Solomon.' mi spiegò.
'Va bene, mi impegnerò!' esclamai, felice e preoccupato allo stesso tempo per quel potere.

Chiudo gli occhi, sperando che Dado aspetti la mia mossa. Se lo conosco so che lo farà, ci tiene a vedermi al massimo della mia potenza.
Mi rilasso completamente e mi concentro sulle lastre, cercando di accenderle tutte assieme. Un procedimento che mi consuma le energie e mi debilita, più volte sono andato vicino alla morte tentando di controllarlo, ma per fortuna avevo Sam vicino a me pronto a curarmi.
'Aaah!' urlo, dando un'ultima spinta al mio potere.
Sento il corpo bruciarmi, ogni singola cellula che lavora al massimo. Apro gli occhi, percependo il mondo attorno a me in maniera diversa, comprendendo ogni singola cosa che mi è intorno.
Il mio corpo è avvolto da fiamme bianche, che non bruciano, ma illuminano completamente la stanza. Si chiama Burst proprio per questo effetto fuoco che assume l'aura che circonda l'utilizzatore.
Dado mi fissa con entusiasmo, chiedendosi quali risorse ho in serbo per lui.
Preparati.
Alzo la mano meccanica verso di lui, aprendo il palmo.
Lui si prepara ad intercettare il mio colpo, ma prima ancora che se ne accorga si ritrova nuovamente schiacciato contro la parete da una semplice onda d'urto. Devo averlo preso alla sprovvista, probabilmente non si aspettava questo aumento.

Dado
E'... E'...
Fantastico...
Quel potere, quell'aura...
Moqui è in piedi, in posizione naturalissima, non mi stacca gli occhi di dosso.
Con quella luce che emana, lì in mezzo alla stanza...
Sembra quasi un angelo.
Un angelo della battaglia, un essere superiore capace di schiacciare i suoi avversari solo con la sua presenza. Non sembra quasi più nemmeno lui.
Eppure...
Sono contento.
E onorato.
Non ha voluto usarlo contro Betel per lasciare a me l'onore di vederlo per primo in quella forma. Grazie fratellino, non lo dimenticherò.
Sei spettacolare.
Mi dispiace davvero tanto averti fatto quello che ho fatto, forse saremo andati d'accordo io e te. Certo, dopo quello che ti ho fatto passare non me ne posso uscire con un semplice “scusami”, per questo volevo lottare con lui...
Non solo per sfida.
Voglio che mi picchi, che mi faccia male e che si sfoghi. Non perché sono masochista, ma perché non conosco altro modo di chiedergli scusa se non facendomi prendere a botte da lui.
Unisco l'utile al dilettevole praticamente.
Guardo il bracciale limitatore, non lo avevo levato prima, anche io volevo tenermi al massimo per lottare con Moqui. L'ho abbassato all'80% quando ho visto che con Moqui avrei potuto battere l'umbreon.
E' tempo anche per me di fare sul serio.
Afferro il braccialetto verde e lo strappo tutto d'un colpo. Sento un'enorme scarica di energia e vigore attraversarmi il corpo, cancellando il dolore provato fino a quel momento, caricandomi di adrenalina. Mi stiracchio un po', senza perdere d'occhio nessun movimento di Moqui.
Anche lui sembra essersi ripreso, non ansima più e continua a guardarmi con superiorità. Visto lo stato in cui si trova non lo biasimo.
'Round TRE!!!' esclamo.

Ci scontriamo nuovamente, colpendoci al viso coi nostri pugni, per saggiare una seconda volta la nostra piena potenza. Entrambi ci colpiamo con la sinistra per farci meno male, ci siamo praticamente letti nel pensiero a vicenda.
E' questa l'intesa dei combattenti, essere capaci di lottare nelle proprie menti e sapere cosa farà il nostro avversario.
Senza perdere tempo abbasso la mano destra e lo sperono con la mia pinna rotta potenziata dal tagliofuria al petto.
Le parti scheggiate e affilate della mia pinna mozza devono ferirlo parecchio, visto che si piega all'indietro.
Però non demorde, mi afferra la collottola con la sua mano cibernetica e mi solleva senza fatica, scaraventandomi per aria.
Salta subito, portandosi alla mia stessa altezza, concentrando un centripugno di colossale potenza nel braccio.
Quando il colpo mi prende in pieno ventre sputo sangue con violenza, impattando col pavimento spostando la polvere e i detriti intorno a me, spaccando le mattonelle in migliaia di piccoli frammenti.
Moqui atterra in piedi davanti a me e incrocia le braccia.
'Beh, tutto qui?' mi domanda, con spavalderia.
'No, sto solo guardando il soffitto...' rispondo. 'Ha dei bei bassorilievi.'
Lui si siede a gambe incrociate e abbassa un po' l'energia del Burst.
'Aspetto che tu ti rialzi. Però sbrigati, o ti darò il colpo di grazia. Se non sei capace di andare avanti mi duole dirti che hai perso.'
Oh, no, non ho ancora perso, non mi faccio certo sconfiggere da quel pugnetto. E' vero che a causa del mio doppio tipo Acqua/Acciaio sono debole alle mosse di tipo Lotta, ma non significa che esse siano la chiave per sconfiggermi.
'Ehi, Moqui, vieni qui..' gli faccio cenno con l'indice di avvicinarsi.
Lui si alza in piedi, mi guarda e sposta leggermente la testa, evitando un cannonflash proveniente dalle sue spalle.
Sapevo che non ci sarebbe caduto una seconda volta, quindi approfitto di quell'istante di distrazione presuntuosa e mi rialzo, avendo caricato, mentre ero a terra, un colossale ventagliente.
Lo investo di fendenti d'aria, non lasciandogli nemmeno il tempo di respirare, come aveva fatto lui prima con me coi pugni.
Alzo un gigantesco polverone, preparando il colpo finale appena mio fratello torna visibile.
Ma quando la polvere si dirada lui non c'è più.
'Dove...? Dove diavolo?' mi domando, guardandomi compulsivamente intorno, perdendo per un secondo la calma. Non può essere così difficile trovare un tizio luminoso come lui.
No, non devo fare così, devo calmarmi.
Prendo respiro e mi guardo con più calma, cercando di capire dove sia.
Riesco a vedere diverse sferette nere venirmi in contro ad alta velocità, da tutte le direzioni.
'No, eh, non ci casco due volte!' esclamo, chinandomi e saltando all'indietro.
Devo stare lontano dall'esplosione per evitare di venir rallentato una seconda volta.
Alzo la mano generando un iper cannonflash, che lancio verso la direzione da cui ho visto provenire i colpi.
E in quel momento realizzo l'errore.
Lui quei cosi li controlla come vuole, può anche far sembrare che vengano sparati da un'altra direzione. Quindi lui in realtà...
Non faccio a tempo a girarmi che un'ondata scura avvolta di luce sacra mi investe. Non mi sposta da dove sono, ma mi sento come se mi stesse lacerando l'anima. Incrocio le braccia davanti al mio viso nel vano tentativo di resistere.
'Non so come chiamarla questa tecnica, è una cosa nuova che riesco ad usare solo col Burst...' spiega Moqui '...Che ne dici di Buio Sacro?'
'Dico... dico che leggi troppi fumetti...' ansimo, cercando di ignorare il dolore che sento ad ogni singolo muscolo. Alzo entrambe le braccia per aria.
Concentro tutte le mie forze per creare il più potente Cannonflash Lunare della mia vita, generando una sfera di proporzioni bibliche sopra la mia testa.
'Dado, non sprecare le tue forze, una cosa così vistosa la schivo di sicuro!' esclama Moqui, vedendola. Peccato che non sappia cos'ho in mente.
Sposto la gamba sinistra indietro, strascicandola sui resti del pavimento distrutto dalla nostra lotta. Lancio la sfera e corro verso mio fratello, stringendolo improvvisamente a me.
'Muoviti ora!' gli dico, mentre il mio stesso colpo ci raggiunge.
Io so come evitare il grosso dei danni... ma lui no.

Esplosione.
Il Cannonflash Lunare libera tutta la sua energia, illuminando la sala così tanto da renderla bianca alla vista.
L'aria si sposta violentemente e le colonne crollano.
Pure il soffitto sembra cedere, ma per fortuna rimane stabile, come sostenuto da una forza misteriosa.
I bassorilievi, le colonne finemente lavorate e il complesso motivo del pavimento vengono spazzati via dalla furia del mio colpo.
Quando tutto termina e torna alla normalità io mi ritrovo in ginocchioni col corpo sanguinante di Moqui riverso a terra, mentre io sono quasi del tutto senza forze. Non ha più l'aura platinata intorno a sé e la mano destra è scoperta, rivelando i circuiti che la compongono. Sono pure incredibilmente usurati.
Riprendo fiato per qualche secondo, poi lo scuoto un po'.
'Ehi... Ehi!' gli dico 'Non sarai mica morto?'
Non so se essere contento per la vittoria o...
Preoccupato per le sue condizione. Sentimento ironico considerando che l'ho ridotto io così.
Non risponde, rimane lì a terra.
'Ehi!!!' esclamo, scuotendolo ancora più forte.
No...
No... Non può essere morto così, è ridicolo.
'Moqui!' grido 'Cazzo, svegliati!'
Gli tiro uno schiaffo, cercando di destarlo.
Nulla.
Merda, merda, merda.
Mi alzo in piedi, cercando quelle Terapozioni che ci hanno lasciato per curarci a fine lotta, dove minchia sono?
L'agitazione prende il sopravvento, cercando di trovare.
E se fossero state distrutte dall'esplosione?
No, no, no... non esiste che il lo lasci morire.
Moqui....
Cazzo, non morire, ti supplico...
Stringo gli occhi, lasciando cadere qualche lacrima.
'Cazzo... no...' singhiozzo, cadendo in terra.

Mi sento toccare sulla spalla. Il cuore mi sobbalza e mi giro, felice.
'Moqui! Sei v...'
Il secondo dopo mi ritrovo col la faccia infilata nel terreno.
Ma non importa, sono felice.

Moqui
Accidenti, me la sono vista brutta!
Se non avessi attivato l'acquanello in tempo ci sarei potuto rimanere secco. Ho dovuto anche spegnere il Burst per risparmiare energia. E la mia fidata mano destra non ne è uscita bene, riesco a muoverla a malapena.
Dado intanto rimane a terra, senza fare nulla.
O meglio, l'unica cosa che fa è ridere.
Si rigira mettendosi supino e continua a ridere battendo schiaffi a terra.
Mi avvicino, tenendo la guardia alta e una distanza di sicurezza.
'E io... e io che credevo tu fossi morto!' esclama, ricolmo di gioia.
'Ti sei davvero preoccupato per me?' gli domando, un po' stranito. Lui che si preoccupa per me lo trovo molto bizzarro...
'Si, si!' grida, sempre continuando a ridere, ubriaco di felicità 'Non avrei mai detto che mi sarei potuto preoccupare così tanto per qualcuno!!!'
Si alza di scatto, incurante delle ferite e mi abbraccia.
'Al diavolo, l'importante è che stai bene!' esclama.
Mi coglie ala sprovvista, ma mi sento sicuro, ora non sta emettendo intenzioni ostili contro di me.
Si stacca dal mio corpo e cade all'indietro seduto.
'Fine primo tempo...' dice, riprendendo fiato 'Il prossimo sarà l'ultimo, ok?' ha un occhio chiuso mentre parla, a causa del sangue che gli cola dalla fronte. Si pulisce e tira su col naso.
Mi siedo di fronte a lui, più calmo.
'Va bene Dado, riprendiamo le forze per l'ultimo colpo...' accetto.
Sia io che lui siamo messi peggio di quanto non vogliamo dare a vedere, io ancora mi chiedo come faccio a tenermi in piedi.
Lui è ferito e sembra stare bene invece. Cioè, anche lui non è messo meglio di me in realtà, ma il modo in cui riesce sempre ad esternare le sue emozioni senza remore è incredibile.
Eheh, io e lui siamo proprio due lati della stessa medaglia. Siamo uno il completo opposto dell'altro.
Io mi baso più sulle tecniche con effetti particolari, lui sulla potenza. Lui è molto più estroverso, io invece cerco sempre di contenere le mie reazioni.
Però abbiamo anche molte cose in comune, per esempio entrambi siamo negati per le cose tecnologiche, abbiamo un allenatore scienziato che in qualche modo ci ha aiutato e poi...
Entrambi abbiamo avuto una donna per la quale avremo gettato la vita e per la quale ora stiamo vivendo per non dimenticarne la morte.
Claire e Sasha in un certo senso vivono dentro di noi, ci accompagnano e anche ora che non ci sono più continuano a guidarci.
Sospiro e guardo verso l'alto.
Claire, se sei lassù...
Grazie...

Io e Dado rimaniamo seduti uno di fronte all'altro, entrambi leggermente riposati dagli ultimi colpi ricevuti, ma comunque entrambi pronti a scambiarci l'ultimo colpo che deciderà il vincitore.
Entrambi siamo al limite, nessuno può prevedere chi ne uscirà ancora in piedi.
Comunque sia... ho già deciso quale sarà il mio ultimo colpo.
Il Lilio Candidor.
Lui invece cosa farà? Qualcosa di nuovo?
'Moqui, tu cosa farai?' mi domanda. Alzo la testa.
'Come?' rimango un po' stranito 'Vuoi che te lo dica?'
'Beh, se vuoi lasciami la sorpresa. Io farò la Rosa d'Oltremare... Un colpo che...'
'Aspetta, aspetta.' lo fermo 'Perché me lo vuoi dire?'
'Perché nessuno di noi due deve schivare questo colpo. Dobbiamo tirarcelo a vicenda e vedere chi rimane in piedi. Poiché non voglio che tu muoia è meglio che tu sappia ciò a cui vai incontro!' stringe il pugno mentre lo dice.
Mi passo una mano sulla fronte, ridendo.
'Ahahah, ok, ok. Mi piace. La mia tecnica l'ho creata in memoria di Claire, mi permette di congelare dentro ad un giglio l'avversario, ferendolo poi coi frammenti causati dall'esplosione dello stesso.'
Dado mi guarda stupito.
'Eh?!?' esclama 'Ma io ho pensato una mossa identica. Con la differenza che è una rosa d'acqua.' dice, agitando la mano per aria e guardandomi con gli occhi sgranati.
Ci fissiamo per un secondo, prima di scoppiare a ridere.
Ma tu guarda! Abbiamo pensato la stessa mossa!
Continuamo a ridere per qualche minuto, poi rimaniamo entrambi a fissare il terreno.
'Allora Dado, lo facciamo?' gli chiedo.
Lui si alza in piedi barcollando.
'Certo Moqui, non osare nemmeno chiedermelo!'
Anche io mi alzo con un po' di incertezza nei movimenti, dopotutto non mi sono completamente ripreso.
Prendo fiato.
Ci siamo.
La resa dei conti ultima.

Alzo la mano destra davanti a me, osservando i componenti meccanici bruciacchiati.
Questa mano... La mano che ho sacrificato cercando di salvare Claire.
Allora non potei nulla e il dolore ancor è vivo dentro me.
Però...
Non posso permettere a quel dolore di indebolirmi.
Anzi, deve diventare la mia forza per il futuro.
Per me.
Per Sam.
Per Sophie.
Per tutti quanti.
Stringo il pugno e lo porto all'indietro, avvolgendolo da un'aura bianca che causa il congelamento dell'aria circostande, dando l'effetto di neve che cade.
Dado invece ha il braccio ricoperto da un'aura blu, che sembra aumentare l'umidità intorno al suo corpo.
Entrambi siamo al massimo, entrambi siamo al limite.
Nessuna interruzione, nessuno in mezzo a noi.
Solo io e te... fratellone.
Non ci diciamo nulla, non abbiamo bisogno di dirci nulla.
I nostri pugni incontrano il viso dell'altro, come in segno di rispetto e di avvio alla battaglia, segno che abbiamo involontariamente deciso nel corso di quest'ultima lotta.
Facciamo qualche passo indietro, senza aver sentito niente di particolare.
Ma sappiamo entrambi che ci sono rimasti pochi istanti.
'Non penso che gli umani siano belli, ma penso che le rose lo siano.' Dado inizia a recitare una poesia. La conosco, era una poesia che mi aveva tirato l'occhio una volta e non me la sono più scordata.
Faccio cenno a Dado di fare silenzio.
Ripenso alla voce di Claire che la leggeva da uno dei libri di Laura, rimuginando sul suo significato. Non ci ho mai capito nulla di 'sta roba, però quei versi mi piacquero.

'L’unico momento in cui un uomo diventa bello è quando fiorisce come una rosa, colpito da una spada...’

'Lilio Candidor!'
'Rosa d'Oltremare!'

Esclamiamo i nomi delle nostre rispettive mosse.

E mentre lui viene rinchiuso da un giglio di ghiaccio io vengo imprigionato dai petali di una rosa d'acqua.

Questa è l'ultima cosa che vedo prima che il mio corpo venga fatto a pezzi dalla pressione...



Dado
Sento un tiepido respiro sul mio petto.
Apro gli occhi, il mio corpo non fa più male.
Intorno a me c'è una radura e sopra il mio viso un cielo limpido e luminoso.
Provo ad alzarmi in piedi, ma qualcosa mi tiene ancorato a terra. Un dolce peso che col tempo avevo scordato, ma che ho subito riconosciuto.
Sasha.
Mia moglie sta dormendo con la testa appoggiata sul mio petto, il suo respiro mi smuove delicatamente i peli. Mi mancava questa sensazione.
Senza dire nulla le accarezzo la testa con la mano, le coccolo la guancia e scendo un pochino più giù sulla schiena.
Non si muove e non dice nulla.
Ma la sento viva, questo mi basta.
E' lei, è il suo dolce tepore.
Una sensazione piacevole e rinfrescante. Levo la mano e le metto entrambe dietro la testa, cercando di rilassarmi. Mi sento così... in pace...
'Ehi...' sento la sua dolce voce 'Pevché hai smesso? Mi piaceva...' e detto questo si gira appoggiando stavolta la nuca, guardandomi con gli occhi socchiusi.
Chino un po' la testa e le do un bacio sul naso, tornando con la mano destra ad accarezzarla.
La sua pelle liscia, le sue labbra morbide...
Cazzo, quanto mi è mancato.
Però...
All'improvviso mi sento triste.
Mi alzo a sedere, facendola scendere.
Inizio a piangere sommessamente, facendo cadere grosse lacrime.
'Che c'è tesovo?' mi domanda, abbracciandomi.
'Denis...' mormoro '...devo... devo chiedergli scusa...'
'Chi è Denis?' mi domanda.
La guardo.
Cosa?
'Come chi? E' nostro figlio!'
Lei rimane interdetta a guardarmi, come se stessi dicendo castronerie di proporzioni epiche.
No... c'è qualcosa che non va.
Inizia a farmi male la testa. Stringo i denti e mi chino, mettendomi la mano sulla fronte.
Come sono finito qui?
Come mai Sasha è ancora...

Oh...
Capito...
Che stronzata...
Una stronzata piacevole però, lo ammetto.
'Tu non sei vera.' le dico, lapidariamente. 'Sei morta sei anni fa.'
Lei china la testa, dispiaciuta.
'Sapevo di non potevti tvatteneve qui... Tu non appavtieni a questo mondo. Mi dispiace.'
Senza dire nulla l'abbraccio e la bacio.
'No... sono contentissimo di rivederti. Ma non posso morire ora, fidati se ti dico che vorrei rimanere qui con te, ma ora... C'è chi ha bisogno di me là fuori.'
'Denis... nostro figlio...' sussurra.
'Già, non solo. Anche Moqui, Emerald, Sapphire e tutti i miei altri amici. Mi aspettano...'
Ah, come è ironica la vita. Sarei voluto morire un sacco di volte, ma mai come ora mi ero sentito vivo. Prima mi teneva in vita solo il mio odio e il mio risentimento, poi ho trovato in Sasha una nuova ragione.
E dopo la sua morte ho perso nuovamente la luce.
Volevo solo lottare....
Ora...
Ora ho capito.
Cosa mi rende debole.
La vera lotta che devo vincere non è quella con Moqui, lui è più forte di me, l'ho capito.
Io....
Io devo chiedere scusa a Denis.
'Sasha...' dico, infine '...ti amo... scusami...'
Lei mi sorride dolcemente.
'Tvanquillo, vai pure.'
Mi alzo in piedi.
Addio Sasha, mi sei mancata.
Grazie per avermi fatto visita...



Mi ritrovo sdraiato sul pavimento, dopo essere stato colpito violentemente dal Lilio Candidor di Moqui.
Uh...
Mi rialzo a sedere, mi guardo intorno.
'Che brutta la realtà...' dico, rimpiangendo di non essere rimasto a sognare altri cinque minuti.
Cerco di rialzarmi, il colpo di Moqui, essendo di tipo ghiaccio, non mi ha fatto poi così tanto male, dovrei riuscire a camminare.
Invece appena riesco a mettermi su due zampe cado di nuovo a terra.
Uff... e dire che ce l'avevo messa tutta nella lotta, io ho pers...
Poi lo vedo.
Mio fratello, a terra, in una pozza di sangue, con gli occhi vuoti rivolti al cielo. Il suo corpo è pieno di tagli, il volto pieno di lividi. Non si muove.
Ignorando il dolore scatto e ricado in ginocchio verso di lui.
'MOQUI!!' grido, vedendolo in quelle condizioni orribili.
Merda, merda, merda! E' come prima!
Anzi, peggio di prima!
Dannazione, io... io...
'Dado... calmo...' dice, con un filo di voce. Lo guardo.
Ha gli occhi socchiusi, fa fatica a vedermi ma è vivo.
'Moqui...' mormoro, sentendo un bruciore ai miei occhi.
Il suo corpo si avvolge una seconda volta con l'acquanello e presto le ferite si richiudono. Non del tutto, ma quanto basta per non essere più in pericolo di morte.
'Eheh...' ridacchia '...Dimmi Dado, oggi non è il tuo compleanno?'
'Cosa?' gli domando. Poi mi rendo conto che è vero.
'Sai...' dice 'Quando me ne sono ricordato mi sono detto “perché non regalargli la lotta che tanto ha desiderato?”. Ed eccoci qui.' riprende fiato.
Lo guardo.
Io seduto in buono stato (più o meno), lui a terra mezzo distrutto.
'Dado...' dice, sorridendomi 'Hai vinto. Complimenti.'
All'inizio non lo avevo realizzato.
Io...
Cioè...
Inizio a piangere, di felicità stavolta.
'BRUTTO COGLIONE!!!!' grido, abbracciandolo fortissimo 'GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE!!!!'
'AHIAHIAHIAHIA!!! MI FAI MALE, CACCHIO!' urla.
'Oddio, scusa!' esclamo, lasciandolo andare. Lui ricade a terra.
Rimaniamo fermi a guardarci negli occhi.
E di nuovo, ridiamo.
Ridiamo di gusto, di gioia, di felicità.
Stiamo entrambi bene alla fine, questo conta.
Poi....
Ho vinto....
Wow...
Mi sento.... Libero....
All'improvviso, come se tutti i miei problemi fossero spariti in una volta.
E' una bella sensazione.
La furia che sentivo in corpo se n'è andata, il mio odio per Blackthorne è sparito e soprattutto...
Mi sento libero anche dal senso di colpa nei confronti di Moqui.
La sua ultima risata... E' stato come se mi dicesse “ti ho perdonato, facciamo finta di niente... fratellone mio”.
Esalando un grandissimo sospiro di sollievo cado a terra di schiena accanto a lui.
Rimaniamo così entrambi a guardare il soffitto.
'Beh, sarai contento ora che hai rovinato i bassorilievi.' mi dice.
'Mah, non erano poi così belli.' commento.
Rimaniamo lì, tranquilli.
Dopo una tempesta si sa, torna la calma.
La tempesta è finita, ora le cose tra noi due si sono appianate.
Del tutto.
'Però...' riprendo a parlare 'Una volta che sarà finito tutto questo dobbiamo assolutamente andare a pranzare da qualche parte.'
'E dove vorresti andare?'
'Boh, dovunque.'
'Conosco un buon locale, ce lo fece conoscere la fidanzata di Sam.'
'Allora si va lì, cosa fanno di buono?' gli domando, emozionato.
'Verdurine macrobiotiche!' esclama, in tono canzonatorio.
'Eh...' rimango deluso 'E vaffanculo allora, andiamo da Joe, che fa la birra artigianale. Mai bevuto alcolico più buono.'
'Sono astemio.' mi dice, guardandomi con finta rabbia, come fa uno che finge di far l'offeso per prendere in giro.
'Beh, io sono intollerante alle verdurine macrobiotiche, come la mettiamo?'
'Facciamo così...' dice infine 'Tu, i tuoi amici e Denis. A casa mia, con la cucina di Laura. Non avevamo detto di farli giocare di nuovo i nostri piccoli?'
Gli sorrido.
'Già, è vero...' dico '...Dovremo proprio pranzare insieme.'
'Si, ma dopo aver sistemato questo casino con Adramaleus.' puntualizza.
'Ovviamente!' esclamo, alzandomi in piedi. 'Alla sala del trono!'
Punto il dito verso il portone, poi cado di nuovo a terra, le gambe non reggono.
Moqui si mette a ridere di gusto, fermandosi perché gli prende a far male lo stomaco.
Idiota...

'Grazie...' mormoro.



- 8
CAT_IMG Posted: 20/7/2013, 15:10 Prologo - Nel Buio - Chapters - Rebirth of the Rain
Questo è un prologo, è normale che sia corto.
Comunque, almeno all'inizio la trama seguirà quella dei primi capitoli, per poi prendere un'altra direzione, con già alcune differenze che si noteranno subito.
Per esempio i pokémon di George, che sono diversi (tranne Mugen).
CAT_IMG Posted: 7/7/2013, 21:35 Prologo - Nel Buio - Chapters - Rebirth of the Rain
Fluttuava nel vuoto.
Attorno a lui non c'era niente che potesse riconoscere, a parte un infinito nero.
Non c'era pavimento, non c'era soffitto, né tantomeno muri.
Credette di essere morto e di trovarsi in una specie di oltretomba, visto cosa gli era appena accaduto non era completamente improbabile.
Però tutti questi pensieri servivano solo a scacciare la realtà.
Sapeva benissimo cosa stava accadendo e sapeva ancor meglio cosa aveva appena causato, seppur in buona fede.
Davanti a lui apparve improvvisamente una figura, un gigantesco essere umanoide, che lo squadrava a braccia conserte dall'altro al basso. I suoi cinque occhi erano saldamente puntati su di lui.
La creatura che stava fluttuando osservò la manifestazione misteriosa ed ebbe lo strano istinto di osservare il proprio corpo.
Indossava ancora la sua armatura da battaglia e il suo elmo. Anche le ali e la fiamma sulla coda erano a posto.
“Adramaleus.” fu chiamato. Si voltò, ma rimase in silenzio.
“Comprendi ciò che sta accadendo, vero?”
Non rispose. L'unica cosa che fece è mostrare un'espressione infuriata.
“Si, lo so...” aggiunse la figura “...Non è facile abituarsi a vedere un universo finire, ma ti ci abituerai. Lo hanno già fatto tanti prima di te.”
Adramaleus prese un respiro profondo, poi finalmente parlò.
“Perché? Perché questo?!” cercava di trattenersi, sarebbe saltato addosso alla misteriosa figura, se non ci fosse stata una strana forza che glielo impediva.
E anche se avesse potuto non avrebbe avuto speranze.
Si arrese, chinando la testa, come se si stesse prostrando.
“Sai bene il perché.” rispose l'essere, rivolgendosi a lui. “Non ha senso che tu me lo chieda.”
“Cosa vuoi che faccia?” domandò.
“Anche questo dovresti saperlo... Devi creare il nuovo universo. Ora sei tu Dio.”

L'essere umanoide sparì così come era venuto, lasciando solo nel vuoto Adramaleus.

E da quel giorno, passarono alcuni miliardi di anni...
CAT_IMG Posted: 30/5/2013, 19:19 C87 - Petali (prima parte) - Old PT
Rapido riassunto, data la lunga attesa:

La lotta per impedire il risveglio di Adramaleus è cominciata.
Mugen è stato il primo ad affrontare un membro del Quintetto, il blastoise Nettuno, sconfiggendolo alla grande.
Meno fortunata è stata la lotta contro Gaia, nella quale Emerald è rimasto quasi ferito, mentre nella lotta tra Solomon e Ogma si scopre una tremenda verità sullo slowking, essendo lui stesso il "vero" quinto elemento del Quintetto.
Nel frattempo entrano in scena Sarah, Teresa e Sophie che, nonostante gli fosse stato detto di starsene a casa, sono comunque venute, intente a dare una mano.
Nei piani sotterranei invece si fronteggiano Sam e Efesto, in una lotta senza esclusioni di colpi, che però vede vincitore il thyplosion, mentre Sam perde la gamba sinistra.
Si intuisce anche che Efesto è alleato di Nelo e non ha ucciso Sam per renderlo più forte e risvegliare il suo sangue di "hybrid della Stirpe".

Tuttavia la lotta centrale non è nessuna di esse. Blackthorne si rivela essere Betelgeuse, il capo del Quintetto.
E, mentre Emanuel avanza invitato da Marcus, Moqui e Dado, che hanno fatto pace, restano a fronteggiare il terribile nemico.
La lotta sembra volgere a favore dell'umbreon, ma il tempestivo attacco a sorpresa di Sophie evita una tragica sorte ai due floatzel.



Sophie
E’ stata dura giungere fin qui.
Strofino la mano sul dorso del pugno, nonostante fosse un umbreon mi sono fatta male.
Però ciò che merita vedere è che ho atterrato Betelgeuse e ho salvato mio padre e mio zio. Denis, ora mi devi un favore!
Rido di gioia, mentre sento dei passi avvicinarsi. Mi sento sollevare all’improvviso e sento la voce di mio padre:
‘SOPHIE! PERCHE’ SEI VENUTA?!’ è infuriato. Avrei dovuto aspettarmelo.
‘Eh… io…’ mormoro ‘…sono venuta qua con Sarah e Teresa. Ci tenevano tanto ad essere d’aiuto.’
‘Denis dov’è?’ chiede insistentemente Dado. Mi sento sballottata, non parlatemi in due contemporaneamente!
‘Ah… uh… Denis sta bene, è con loro due, stanno venendo qua insieme a tutti gli altri…. Ehm, tranne Mugen che Teresa l’ha stordito e l’abbiamo lasciato indietro.’
Mio padre mi mette giù e guarda Betelgeuse, ancora in fondo alla stanza che si guarda la zampa insanguinata.
‘Sophie, ti rendi conto di quanto è grave quello che avete fatto? Capisco le buone intenzioni, ma così sarete solo di intralcio.’
Incrocio le braccia e gli lancio uno sguardo di sfida.
‘Ma intanto se non c’ero io sareste stati colpiti in pieno.’
‘E di ciò ti ringrazio, ma ora che non puoi più contare sull’elemento sorpresa lui…’
‘Papà, non dimentichi forse la mia…’ mi sposto dietro di lui ‘… velocità?’
Lui si gira e mi guarda stupito, pure lo zio è sorpreso.
‘Eh, adesso capisco come ha fatto a colpire Betelgeuse.’ Commenta.
Mio padre invece si mette una mano sulla faccia e continua ad osservare l’avversario.
‘UHAHAHAHAHAHAHAHAH!’ ride sguaiatamente ‘Sai, sei la prima… la prima che mi fa sanguinare.’ Parla mostrando un bizzarro tic all’occhio sinistro ‘Non… non mi piace molto che ci si prenda gioco di me, non ti risparmierò nemmeno pensando che sei una bambina piccola.’

Dado
Almeno so che Denis sta bene.
Non ho però il tempo di pensarci che sento un forte spostamento d’aria accanto a me, seguito dal rumore di un corpo che si infrange contro la parete.
Mi giro e vedo Betelgeuse a terra, si è quasi fracassato la testa contro il muro.
‘Che diavolo è successo?’ mi chiedo.
Sophie… ha davvero schivato una carica di quell’umbreon a quella velocità? Non l’avevo nemmeno visto partire…
Anche mio fratello è stupito quanto me, non sa come reagire. Sophie invece se la sta ridendo.
‘Uh… si vede che non è così che dovrei sistemarvi, eh?’ Betel si rialza ‘Ammetto di aver sbagliato dei calcoli, non pensavo tu avessi dei riflessi così buoni. Però… credevi forse che io fossi uno sprovveduto?’
Ho una brutta sensazione.
E infatti…
All’improvviso Sophie cade all’indietro e fa un volo di qualche metro schiantandosi rovinosamente a terra.
Moqui subito grida e si precipita a soccorrerla e così faccio anche io.
‘UAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!’ continua a ridere Betelgeuse. Mio fratello prende in braccio sua figlia e cerca di portarla al sicuro fuori dalla stanza.
‘Non pensare che ti lasci andare!’ esclama l’umbreon.
Salta addosso a Moqui, nel tentativo di colpirli alle spalle, ma viene intercettato da un mio pugno. Cade di schiena sul pavimento e si rialza, caricandomi con una testata.
Lo blocco con una mano e lo scaravento via.
Si è fatto stranamente facile da colpire… Spero non sia una trappola. O forse è solo tanto infuriato che non riesce a controllarsi.
Lo vedo leccarsi il labbro, pulendoselo dal sangue. Seguita con il bizzarro tic all’occhio sinistro.
‘Sangue… sangue… ora capisco perché ti piace tanto!’
Una lama nera, che riesco a malapena a schivare, mi graffia l’occhio sinistro, per fortuna senza danneggiarlo. Credo ne rimarrà la cicatrice di questo, è profondo.
E brucia tantissimo.
Reggo la ferita con la mano, mentre cerco di concentrare le energie sul palmo e tentare di colpirlo con un idropulsar. Se riesco a confonderlo i suoi attacchi dovrebbero essere più facili da schivare.

Moqui
‘Sophie, stai bene?’ le chiedo, appena riapre gli occhi. E’ sdraiata sulle mie gambe e sono appena fuori dal vestibolo, dove ho incontrato Dado prima. Sono seduto a terra con la schiena al muro e sto ansimando, per la stanchezza della lotta precedente.
‘Coff… si… si sto bene.’ Detto questo si stringe a me, per cercare conforto. Ricambio abbracciandola dolcemente.
‘Sophie, sei incredibile. Hai fronteggiato Betelgeuse e lo hai pure colpito, cosa che né io né Dado eravamo riusciti a fare. Però… è lo stesso un avversario troppo pericoloso…’
E’ stata risolutiva, ci ha salvato… però non posso permettere che resti, lei… lei è tutto quello che mi resta di Claire… E’ mia figlia, è una parte di me…
‘Papà…’
‘Si?’
‘Ho… ho paura… in realtà.’ Sospira e si aggrappa al mio pelo ‘Dopo che mi ha colpita ho capito… che non ce l’avrei potuta fare contro di lui.’ Inizia a piangere sommessamente, appoggiando la sua testa al mio petto, in cerca di conforto.
‘Tranquilla, su.’ Dico cullandola ‘E’ normale avere paura, pure io riesco a malapena a stare in piedi davanti a quel mostro. Però… ora devo andare.’ Lo dico quasi piangendo, come fosse un lamento, appena l’ho vista irrompere nel campo di battaglia ho subito desiderato di scappare e tornare a casa, per fuggire da questo inferno di lotte e pericoli mortali. Vorrei soltanto vivere una vita normale con mia figlia, voglio vederla diventare grande.
‘Papà… se… se ci fosse stata la mamma, lei cosa avrebbe fatto?’
‘Avrebbe probabilmente anche dato la vita per te e avrebbe lottato con le unghie e con i denti affinché tu non rimanessi ferita…’ sospiro, al dolce ricordo di mia moglie ‘E poi mi avrebbe fatto una ramanzina coi fiocchi per averti portato in questo posto pericoloso!’ esclamo, ridendo. Ridendo per celare l’ansia.
La faccio scendere dopo averle dato un bacio sulla fronte e una pacca sulle spalle.
‘Z… zio!’ esclama una voce maschile. E’ Denis.
‘DENIS!’ esclama Sophie, correndogli incontro. Fa due passi e poi inciampa a terra. Mio nipote la aiuta ad alzarsi.
Lo guardo. Ripenso a ciò che Dado mi ha detto sul loro rapporto dopo la morte di Sasha.
Mi avvicino e mi chino su di loro.
‘Ciao zio.’ Mi fa, sistemandosi gli occhiali. Io gli accarezzo la testa.
‘Tuo padre è di là che sta lottando col capo del Quintetto. Sta bene comunque.’ Lui sbuffa.
‘Per quel che mi riguarda…’ incrocia le braccia. Anche se immaginavo avrebbe reagito così non posso fare a meno di rimanerci un po' male... In fondo
Non riesco a dirgli nulla e mi incammino per tornare da Dado. Prima di entrare nuovamente nel vestibolo mi giro verso i due.
‘Prenditi cura di Sophie e portala lontano. Poi… poi ricorda che Dado è pur sempre tuo padre. Se lo conosco bene sono sicuro che una parte di lui ti vuole ancora un bene dell’anima.’

Dado
Sono riverso a terra, pieno di ferite e tagli, tutti che mi causano un dolore cane, tanto da non riuscire a muovermi. Dovrei prendere la pozione che mi ha dato Emanuel, ma finirei solo per farmi menare ancora di più e prolungare la sofferenza.
Tsk… mi sarebbe quantomeno piaciuto fare pace con Denis.
Ora Betel è davanti a me, con gli ombrartigli estratti, pronto ad eliminarmi una volta per tutte. Gli do uno sguardo, incrociando i suoi occhi.
Non c’è il minimo barlume di sanità in quei due cerchi viola… Persino peggio di me.
Chiudo gli occhi.
Mi preparo quindi a ricevere un colpo di grazia che non arriva.
Apro gli occhi.
Moqui ha bloccato l’attacco di Betelgeuse con le pinne.
'Ecco il fratellino. Ora penso di poter concludere.' Betelgeuse prende un respiro profondo e fa qualche passo indietro, pronto all'ennesimo assalto. Moqui invece mi mette una mano sulla spalla e mi passa accanto.
'Dado, Denis e Sophie sono al sicuro, almeno per ora, presto anche gli altri arriveranno qui, più o meno stanno tutti bene.'
'Questo significa che il Quintetto è sconfitto?' rimango incredulo, non pensavo che fosse minimamente possibile una cosa del genere. E stanno tutti bene?
Tuttavia ora non è questa la prioirità. Betelgeuse è di fronte a noi e noi siamo ormai allo stremo, senza più energie. Inizio brevemente a ricordare mia moglie Sasha, è strano che mi venga in mente lei in un frangente simile, però ancora dopo sei anni non sono stato capace di levarmela dalla testa, tanto l'ho amata.
Sento delle lacrime scendermi dagli occhi, mentre l'oscurità avvolge il corpo del mio vecchio amico. Blackthorne, ancora non ci credo che ci hai tradito così...
Sospiro.
Sasha, se ora mi stai ascoltando, dammi un po' di forza, tu che sei stata la sola a regalarmi interesse nella vita. Tu che mi hai sempre sostenuto, sostienimi ora...
Per favore...

Moqui
Dado, accanto a me, è molto teso, lo si può facilmente vedere dalla sua espressione. Gli occhi, seri e concentrati sono lucidi, sta piangendo dentro di sé...
Io ormai ho smesso di piangermi addosso per Claire, ma non nego che quando ripenso ai momenti felici che ho trascorso con lei... Mi sento un gran peso sullo stomaco.
Alzo il braccio sinistro, per tirare un pugno, con l'unica mano sana che mi resta. Voglio ucciderlo quel bastardo, se Claire è morta è solo colpa sua.
Anche Dado ha sicuramente questo stesso rimpianto.
Betelgeuse è la causa di tutto quanto.

Betelgeuse
Pugni alzati, Moqui il sinistro e Dado il destro. Vogliono intercettarmi e prendermi in pieno muso, ho già capito cosa vogliono fare.
Non mi preoccupo, non possiedono certo riflessi per stare dietro alla mia velocità. Non potranno sopravvivere ai mei ombrartigli, moriranno soffrendo i tagli oscuri che gli infliggerò.
Carico la zampa posteriore destra all'indietro, pronto per lo scatto.
Mi lancio.
Dado e Moqui si fanno sempre più vicini, tengono lo sguardo abbassato e il braccio alzato.
Estendo gli arti anteriori, per maciullarli coi miei artigli.
Sono davanti a loro.
E ho il tempo di sentire solo una cosa.
Mentre i nomi di Sasha e Claire vengono urlati ad altissima voce sento le nocche di entrambi i floatzel sprofondarmi nel viso, frantumando buona parte dei denti.
Un dolore lancinante mi percorre il corpo mentre, a fatica, apro gli occhi.
Davanti a me ci sono Moqui e Dado, infuriati come non mai e dietro di loro... Sasha e Claire, che mi guardano con rimprovero e disapprovazione.
I pugni dei miei aversari, lanciati in perfetta sincronia mi hanno colpito in pieno.
E mentre volo all'indietro, sputando i denti, cado rotolando sulla pietra e sono costretto a dover ammettere una cosa.
Sono stato battuto.
Da due stupidi floatzel.

Moqui
Vedo Betel a terra, col muso infilato tra i detriti e copioso sangue che gli esce dalla bocca. Normalmente odio la violenza, ma in questo caso... Oh, se mi sento liberato da un peso.
Anche Dado guarda l'umbreon steso a terra, sorridendo.
'Moqui!' sento chiamarmi. E' Teresa. Vedendola mi viene in mente l'altra sera che... piuttosto, le avevo detto di stare a casa!
Dietro di lei per mia fortuna vedo i nostri compagni, stanno tutti bene, chi più chi meno. Emerald in particolare è ridotto male, mentre l'unico che pare stare bene è Solomon.
Sam invece sembra stare anche lui bene e... oh...
'ODDIO!' esclamo, vendendolo, zoppicare verso di me sorretto da Valiant... è senza una gamba. Preoccupato mi avvicino e gli chiedo cosa sia accaduto.
Lui mi sorride, accarezzandomi la testa.
'Tranquillo, tranquillo... sto bene.'
'Ma come sarebbe a dire “sto bene”?! Ti sei visto?'
'Beh, in realtà...' prende parola Valiant 'Essendo un hybrid non ha rischiato quasi nulla. Poi so che Emanuel conosce una tecnica per risistemargli la gamba.'
A queste parole mi rilasso, guardando tutti gli altri. Con un semplice sguardo incrocio quello di Sarah, rimproverandola di essere venuta, ma allo stesso tempo le do il permesso di rimanere.
'Grazie!' mi dice, mettendosi dietro Teresa, che incrocia le braccia guardando Betel, ancora steso a terra.
'Eh... non so se io avrei potuto fare qualcosa, però... Complimenti, hai battuto il capo.'
Le faccio il segno dell'ok con la mano, sorridendole, però al momento sono ancora preoccupato per Sam, che tuttavia sembra stare abbastanza bene.

Dado
Mi avvicino al corpo di Betel, sedendomi vicino a lui.
Non dico nulla, non voglio dire nulla. Alla fine solo una parola esce dalla mia bocca.
'Perché?'
Lui non si muove, resta immobile. Però è vivo, lo si vede che trema. Si vede che non vuole parlare. Mi alzo di scatto e gli tiro un cazzotto sulla testa, infuriato.
'NON TI UCCIDO SOLO PERCHE' SEI IMMORTALE!' grido, agitando il pugno davanti al suo viso. L'unica cosa che fa è alzarsi e guardarmi.
'Io...' mormora 'Non posso fare altrimenti.' poi, a fatica, si rialza, barcollando. Evita il contatto coi miei occhi e se ne va verso la Sala del Trono, dove era andato prima Emanuel.
Lo lascio andare, anche se vorrei chiarire altre questioni. E' stato ferito nel suo orgoglio di imbattibile e come combattente so che una tale onta è peggio che farlo morire.
Mi chiedo se è vero che non gliene fregasse nulla della nostra amicizia, se fosse possibile che tutto era una farsa... Poi mi chiedo perché deve aver fatto morire mia moglie e Claire...
No, non posso perdonarlo per questo, nemmeno tra cento anni. Moqui mi ha perdonato per aver piazzato quella bomba, ma il caso era diverso... IO NON VOLEVO!
E....
Lui...
Forse era solo perché era controllato da Adramaleus. Ma è possibile che a un dio freghi di uccidere le mogli di due comuni mortali?
C'è forse una ragione? Preferisco non pensarci.
'Dado...' sento una voce femminile dietro di me.
Sapphire.
Sta tenendo Emerald, ridotto malissimo. Incrociando il suo sguardo mi rendo conto di come in questi ultimi anni io... li abbia totalmente evitati.
Che figura ci farei a parlargli? Comunque mi faccio forza.
'Come stai?' gli chiedo.
'Eheh... stavo meglio prima... Tu?' a quelle parole cerco di sviare lo sguardo.
'Uhm... penso abbastanza bene.'
Sento una mano sulla mia spalla.
'Mi dispiace tanto per quello che è accaduto con Blackthorne... Valiant mi ha spiegato tutto.'
Resto fermo, senza rispondere. Perché mi parla così anche dopo che ho deciso di stargli lontano? Uh... già... in fondo immagino sia pronto a perdonarmi, eravamo così amici prima... Forse...
Mi alzo.
'Oh, fa nulla, mi passerà. Non è certo niente in confronto a... ecco... quello che è accaduto sei anni fa...'
Emerald e Sapphire si spostano, rivelando che dietro di loro c'è Denis. Mi guarda, dritto negli occhi.
Come se cercasse una risposta. Vuole sapere perché l'ho abbandonato, vuole sapere se gli voglio ancora bene. Si, tanto... è tutto ciò che mi resta di Sasha, è tutto quello che...
Io...
Mi giro, non ho il coraggio di parlargli, né di affrontarlo. Un guerriero grande e forte come me che ha paura di un bambino indifeso.
Denis... Parleremo più tardi...
Quando tutto sarà finito ti spiegherò...

Rimango seduto, facendomi curare da Solomon. Moqui all'improvviso si avvicina a me, sorridendo.
'Ho parlato con Sam e gli altri... Loro andranno avanti, noi... rimarremo qui e finiremo una volta per tutte la nostra lotta, ci stai?'
Lo guardo, fissandolo negli occhi.
'Cosa?'

Moqui
Il gruppo si allontana e io resto solo nella stanza con Dado, con le ferite curate dalla lotta contro Betelgeuse.
Ci guardiamo, lui sorride. Si siede su un sasso, invitandomi a sedersi accanto a lui.
Faccio come dice, lui mi tira una gomitata amichevole.
‘Ehi, spero non ti dispiaccia.’
‘Cosa?’
‘Mi è rimasta solo una birra.’ Mi risponde, tirando fuori una lattina.
‘Ahahah, tranquillo, io odio l’alcol.’
‘Eh, non sai che ti perdi.’ La stappa e me la porge come per fare un brindisi.
‘Mph, ti dispiace se fumo un poco?’
‘Ah, fai pure, sopporterò.’ E manda giù un sorso.
‘Non ti piace fumare?’
‘Senti Moqui, tolleravo a malapena le sigarette di Sasha.’ Ride, con ironia.
‘Con Claire era il contrario, lei odiava a morte questo odore.’
‘Non è buono infatti, cosa diavolo c’è dentro?’
Guardo la sigaretta.
‘Abboh, non lo so. Di sicuro è tabacco.’
Ci silenziamo un momento e tra una fumata e un sorso di birra ci godiamo il momento di pace prima della battaglia. Sembra quasi di star recuperando il tempo perso.
‘Bizzarro.’ Dice, sospirando.
‘Cosa?’
‘E’ la prima volta che mi sento così… In pace.’
‘Forse perché è la prima volta che non battibecchiamo.’
‘Già, bizzarro, no?’
‘In effetti.’
Rimaniamo in silenzio un’altra volta. E’ strano, credo sia perché per tutto questo tempo non abbiamo mai pensato a parlare tra noi amichevolmente, quindi non abbiamo nulla da dirci.
Devo spezzare il ghiaccio.
‘Dado, come hai incontrato Sasha?’ lui sospira, poi fa una faccia stranissima, come se dovesse ricordare qualcosa di traumatico.
‘Ehm… diciamo che è Marcus la catturò quando andò a Unima e ce la portò. Fu lei la prima a venirmi dietro.’ Finita la frase arrossisce e manda giù un po’ di birra. ‘Tu Claire come l’hai conosciuta?’
‘Eh…’ lo guardo male ‘Ti ricordi di Cinzia, vero?’
‘Già!’ cerca subito di cambiare discorso ‘La ricordi, sisi, però… ehm…’ si agita, versando pure un po’ di alcolico.
‘Tranquillo.’
‘Eh?’ mi guarda, imprecando poi per la birra caduta.
‘Non ce l’ho più con te per quello, immagino che se Claire fosse qui… Ti avrebbe perdonato.’ Soffio un po’ di fumo, lentamente, ripensando a lei. ‘Se Sasha fosse ancora qui cosa avrebbe fatto?’
‘Lei? Di sicuro avrebbe tentato di stuprarti.’ Lo guardo malissimo. ‘Diceva sempre che eri carino.’
‘Ma che cos..?’
Dado scoppia a ridere, reggendosi la pancia.
‘Dovresti vedere la tua faccia!’ dice, quasi soffocando. ‘Stavo scherzando!’
‘Lo spero per te.’
‘Già, anche io lo spero per te!’
Finisco la sigaretta proprio insieme a quando lui finisce la lattina. La schiaccia e la butta via, mentre io lancio il mozzicone col pollice.
Ci alziamo in piedi.
‘Dunque…’ dico.
‘…Si comincia?’ prosegue.



Manca poco gente!
Nella seconda metà l'epica (si spera) battaglia conclusiva tra i due fratelli!

Questo capitolo è un po' sottotono, ma spero vi sia piaciuto. Vi lascio con questo disegno:
https://www.dropbox.com/s/n59vqgnrenjkp0q/troppo%20tempo.png
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